La Grande Rassegnazione
Ho volutamente tradotto con ‘rassegnazione’ il recente fenomeno delle dimissioni di massa e ricollocamento di personale altamente qualificato, per sottolineare un mio punto di vista, non ottimistico, almeno per il sistema economico e sociale nel suo complesso.
Da un lato la cosa si prospetta molto positiva per i famosi ‘dipendenti’. Sottolineo il termine ‘dipendente’, decisamente fuori moda ma che per me è invece adeguato, perché ho sempre ingenuamente pensato che la loro dipendenza dovesse far aumentare il mio senso di responsabilità. Senza dover introdurre l’equazione Azienda=Famiglia che trovo potenzialmente tossica (sarebbe più appropriato il concetto di ‘clan’), ho maturato negli anni un senso di solidarietà verso i miei dipendenti, che ho sempre percepito come potenzialmente vulnerabili e da tutelare nel grande contesto della macchina aziendale. Ma ormai più che un’ingenuità la mia è una pura illusione, perché sono io che come imprenditore ora dipendo da loro! Questo è il loro momento magico. Tutti li cercano, anche se collocati in aziende blasonate e di successo, e offrono loro variegati ed eccitanti nuovi percorsi di carriera, anche lontani dalle loro attuali mansioni. A costo di apparire ruffiano voglio subito affermare che tifo per loro, una volta tanto hanno il coltello dalla parte del manico, possono decidere in piena libertà del loro futuro, di guadagnare di più o anche di meno, e lavorare più comodamente a scartamento ridotto dove ritengono sia più comodo. In quest’ultima accezione hanno la concreta possibilità di togliersi da qualsiasi problema o responsabilità aziendale, di scegliere qualcosa di meno stressante e comunque ben pagato, perché dobbiamo dirlo, molto spesso le responsabilità nelle aziende non sono adeguatamente riconosciute. Per cui si dicono: ‘sai che c’è, mi tolgo da tutte queste grane, che l’azienda non è neanche la mia, e mi ritaglio questo piccolo ruolo, anche non così mal pagato, in questa bell’aziendina High Tech’.
Tutto ciò è bello nel breve periodo, soprattutto per i dipendenti, anche molto gonfiato dal PNRR che sta arrivando come uno tsunami sul nostro sistema economico, totalmente impreparato a gestire questa enorme quantità di progetti, senza che ci siano sufficienti risorse umane e tecniche, il famoso ‘shortage’ di profili ad alto tasso tecnico, che presto diventerà in Italia un problema drammatico, se non lo è già nel presente. Il vero pericolo è che con questo fenomeno di ‘rassegnazione’ diffusa, non tanto dal posto di lavoro, ma dalle responsabilità, quindi da ruoli di comando e direzione, si creerà nel medio periodo una carenza di figure dirigenziali che penso sarà un peso molto oneroso da gestire per le aziende. Quando finiranno i soldi del PNRR (e comunque non accadrà prima di 4-5 anni) ci saranno esuberi, e la forza lavoro, anche quella specializzata, sarà di molto aumentata, ma non so quanto l’economia reale. Si sarà assottigliato il livello dirigenziale e gonfiato quello dei quadri e giù a scendere. Questo metterà a rischio la sopravvivenza di molte aziende, soprattutto la loro capacità progettuale e d'innovazione, e farà ripiombare il mercato del lavoro in una condizione di licenziamenti selvaggi e stipendi al ribasso.
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Per concludere non ho morali per i ‘dipendenti’, che sfruttino la situazione fino in fondo, non ha senso che si facciano carico di un problema sistemico sul quale hanno poco da incidere (qualcosa avrei in realtà da dire, ma mi astengo per senso del pudore, visto che non sono sulla loro sponda). A un problema sistemico occorrerebbe rispondere con soluzioni sistemiche, quindi ‘politiche’. Ci è a tutti chiaro che se aspettiamo la politica siamo già morti. Quindi la domanda finale per voi è: cosa possono fare le aziende per equalizzare meglio questo fenomeno apparentemente incontrollabile, per renderlo governabile? Vogliamo procedere nella guerra all'arma bianca per strapparci i dipendenti gli uni con gli altri (io non ho ancora cominciato ma non so quanto potrò resistere)? Vogliamo continuare a prendere indiscriminatamente progetti, a gonfiare le aziende con dipendenti presi a destra e a manca, a dare lavoro a sub-fornitori cercando di strozzarli il più possibile? In realtà mi rendo conto, di nuovo ingenuamente, di aver dipinto una normalissima dinamica di mercato, in cui come sempre qualcuno ci lascerà le penne.
Vogliamo quindi rassegnarci a questa prospettiva oppure come aziende possiamo trovare delle strade virtuose, ognuno per proprio conto (le decisioni collettive non sono applicabili in un libero mercato), per una gestione organica di questo bizzarro frangente socio-economico?
Bella riflessione...ma si probabilmente hai solo perso un po di tempo....Aspettative distorte da chi impone tutti i giorni una prospettiva "da ricchi nullafacenti", formazione al lavoro giá da scuola e univ. , meno puttanate da silicon valley, contratti piú flessibili ma con un margine altissimo di premialitá, rating wellfare con scontistica in tassazione alle aziende virtuose, riconoscimento delle performance.
Illustratore
2 anniMolto interessante
Ph.D Theoretical Physicist 👨🏻🏫 | Head of Data Science 👨🏻💻 🧬
2 anniCiao Alessandro, Sarà che parlo da dipendente però non comprendo una cosa del tuo interessante discorso. Lamenti una mancanza di profili ad alto tasso tecnico, ma prefiguri un assottigliamento del livello dirigenziale. Il punto centrale è che in Italia, a quanto vedo io, mancano le garanzie e il giusto riconoscimento per le responsabilità dei "dipendenti". Stipendi drammaticamente troppo bassi per vivere "bene" senza supporti esterni (casa dei genitori, welfare familiare, etc.), tantissime ore di lavoro non riconosciute, pochissima flessibilità, etc. Tutto ciò a discapito del famoso equilibrio lavoro/vita privata. Ovviamente una persona (non solo un dipendente) queste cose le pesa e fa le sue scelte. In questo senso la pandemia ha riportato al centro delle vite di tante persone lo stare a contatto con le persone più care, il passare tempo in famiglia e difficilmente si tornerà indietro. Per farti un esempio: al momento in Francia la flessibilità del lavoro da remoto è il benefit più richiesto, anche più degli aumenti salariali. Un caro saluto