La magia dell’attimo fuggente

La magia dell’attimo fuggente

Come spesso accade, le parole di Massimo Gramellini sanno essere illuminanti, soprattutto quando dice che “l’istante è il nuovo metro con cui si misura l’attenzione altrui”.

Qui e ora, adesso, immediatamente, “tutto si decide nei primi tre secondi”:

cosa sono tre secondi?


E’ vero, io appartengo ad un’altra era geologica, ma tre secondi non mi bastano neppure per mettere bene a fuoco quello che vedo, figurarsi se mi devono servire per capire qualcosa; sarà che, oltre che vecchia, sono miope, astigmatica, probabilmente un po’ stupida, ma a me serve TEMPO, anche per capire banalmente solo di che cosa stiamo parlando.

“No, guarda, ti assicuro che magari tu non ne sei cosciente, ma sono i primissimi secondi di un video o di un post che ne decidono il destino: o catturano immediatamente la tua attenzione o niente, scorri via senza dargli la minima considerazione…”


E allora come la mettiamo con tutti quei post chilometrici, quelle mail infinite, quegli sproloqui interminabili, caldamente sponsorizzati fimo a pochissimo tempo fa dai guru del marketing?

Tranquilli, a tutto c’è una risposta: se vuoi vendere devi affogare il tuo cliente di parole, ma le prime tre devono essere “fulminanti”: in modo repentino getti l’amo e poi una valanga inarrestabile di parole lo avvolgono, lo stordiscono e gli impediscono di sgusciare via dalla nostra rete.


Bah, se lo dicono gli “esperti” sarà sicuramente vero, non discuto; d’altra parte, come ho già ribadito più volte, io sono una vecchia signora, ormai fuori da ogni valutazione e statistica.

Però, a occhio e croce, non è che la maggior parte dei miei clienti sia tanto più giovane di me: come la mettiamo?

Mi piace ricordare che un like non è una vendita e che l’efficacia della comunicazione dipende dall’obiettivo, dal contesto e dagli interlocutori: ciò che funziona egregiamente in una situazione, in un’altra non ha alcuna presa, finendo o per svanire come nebbia al sole o annoiare senza pietà.

Non sarebbe il caso di abbandonare tutti le teorie più in voga al momento per concentrarci sulla “nostra” singola realtà, sul “nostro” cliente in target, sulla “nostra” quotidianità?


Non so voi, ma io un istante a questa analisi ce lo dedicherei…

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