La mia RAI (auguri per i tuoi 60 anni!)
Prima puntata. Il mio Stryx. Racconti di Televisione italiana da chi l'ha fatta per quasi quarant'anni.
Era il 1978 quando ricevetti una telefonata di Enzo Trapani, che mi disse del suo desiderio di fare un nuovo varietà per la Rai. Si trattava di Stryx. Enzo l’avevo conosciuto qualche anno prima, quando ero stata chiamata dalla Rai per scrivere i testi di una serie di puntate di un programma musicale dal titolo “Quindici minuti con”, piccole monografie di cantanti ai quali si affidava un quarto d'ora ciascuno per esibirsi e raccontarsi. La regia di quegli appuntamenti era di Enzo Trapani ed in quella occasione ebbi modo di lavorare con lui per la prima volta. Mi trovai benissimo e l’intesa professionale fra di noi fu davvero ottima, tanto che un paio di anni dopo lui si ricordò di me e mi chiamò per Stryx.
Trapani era un grandissimo professionista ed un genio della regia televisiva. Colto, ironico, aveva un occhio assolutamente moderno nell’usare le telecamere e gli effetti speciali. All’epoca di questa trasmissione, ricordo che erano arrivati i primi mezzi tecnologici che accompagnavano la neonata televisione a colori, come per esempio il cromakey, e lui ne apprezzava e sfruttava tutte le potenzialità espressive.
Trapani aveva sempre un'attenzione particolare per le inquadrature, le scenografie, i costumi e tutta la costruzione dell' "immagine" televisiva. Stryx, come tutti i suoi spettacoli, era un programma d'autore, "firmato" visivamente e immediatamente riconoscibile come diretto da Enzo Trapani. Forse perché era laureato in architettura e il suo grande senso estetico derivava da quella formazione. Ricordo che nelle pause fra una registrazione e l’altra, lo vedevo disegnare su dei fogli delle immagini complesse, iperrealiste, cose veramente belle e originali. All’epoca in tv, se da una parte c’era Antonello Falqui, che privilegiava lo stile essenziale, esaltato dal bianco e nero, elegante fino all'astrazione, dall'altra c'era Trapani, l’anticonformista, che liberava nella messa in scena di un varietà tutto il suo estro colorato, simbolista, spesso controcorrente.
Questa sua originalità però non gli aveva impedito di realizzare anche spettacoli per la tradizionalissima Rete 1, ricordiamo tra gli altri, infatti, che la Rai affidò a lui, nel 1979, il lancio e la regia di quello che si sarebbe rivelato uno dei varietà più longevi, istituzionali e importanti della televisione: Fantastico.
Tornando però a Stryx, ricordo che Trapani, che con questa trasmissione tornava in Rai dopo un periodo di ombra, mi disse che voleva fare un programma che avesse come tema la magia, la superstizione, insomma l’esoterismo in genere. L'argomento mi divertì e interessò da subito, così accettai di esserne autore, con Alberto Testa e Trapani stesso. Stabilimmo che tutti gli argomenti, i temi e i fatti raccontati nel programma dovessero essere documentati alla virgola, frutto di ricerche storiografiche e di biblioteca- E così iniziò per me un lunghissimo lavoro di preparazione e documentazione sulla magia e sull’esoterismo nel corso dei secoli. Allora non c’era internet, quindi il mio lavoro ebbe bisogno di molto, molto tempo, ancora oggi conservo parecchio materiale di quella ricerca.
E' interessante notare quanto la musica entri nel processo creativo di Stryx, già dall'alchimia del trio autorale, apportando un taglio e un ritmo al racconto che credo abbia poi contribuito alla particolarità e al successo del programma. Sia io che Alberto Testa eravamo autori di canzoni e Trapani era stato l'inventore del primissimo, rivoluzionario, programma musicale per i "giovani" della Rai: Alta pressione.
La registrazione dello spettacolo avvenne poi negli studi della Rai di Milano e mentre io lavoravo principalmente a Roma, per quel che riguarda la stesura dei testi, in studio a Milano, oltre ovviamente a Trapani che era in cabina di regia, c’era Alberto Testa. Testa, per chi non lo ricordasse, è stato uno dei più grandi parolieri della canzone italiana. Ha scritto per Mina, Tony Renis (che ha condotto Stryx), Ornella Vanoni, Orietta Berti e molti altri. Sue “Quando quando quando”, “Un anno d’amore” e “Grande grande grande” tanto per citarne alcune. Successi internazionali.
In quella trasmissione un'altra novità era il "concept". Non realizzammo, come era consuetudine in un varietà classico, solo un insieme di momenti televisivi, canzoni, sketch, monologhi, balletti, ecc., legati da una mera presentazione; ma un programma in cui i vari momenti di spettacolo venivano contestualizzati all'interno di un racconto. Come fu accolto questo progetto in Rai? Beh, per quello che mi ricordo, allora ero molto giovane, la mascotte del gruppo, e non avevo voce in capitolo rispetto ad eventuali strategie da parte della Rai, c’era grande disponibilità della tv pubblica rispetto a questo progetto. Il dirigente di Rete 2 che si occupava di questo varietà era Mario Carpitella, intellettuale e innovatore. Ricordo ancora le anticamere fatte davanti al suo ufficio assieme ad un giovanissimo Roberto Benigni, che in quel periodo stava per fare Onda libera, sempre sul secondo canale post-riforma. Rete 2 a quel tempo si caratterizzava come alternativa totale all’istituzionale Rete 1 con trasmissioni nuove, sperimentali ed anticonformiste.
La messa in onda di Stryx suscitò scalpore e polemiche che contribuirono a fare di un bel varietà un programma storico e indimenticabile. A mio parere le polemiche di quel periodo furono alimentate più dai temi trattati nella trasmissione, e cioè la stregoneria e la magia, ricordo a questo proposito che in una puntata veniva “bruciata”, come se fosse una strega, Mia Martini; che dalle immagini sexy che Trapani usava nei balletti e nelle esibizioni canore per esempio di Grace Jones, Patty Pravo o Amanda Lear. Insomma, ricordare, anche solo con una scena musicale, che in passato si consumavano, "legalmente" e col beneplacito di alte istituzioni, atti tragici e irresponsabili come mandare al rogo le "streghe", dava forse fastidio a qualche benpensante, di quelli che vorrebbero riscrivere la Storia cancellandone le parti scomode.
Ricordo anche l’entusiasmo della squadra tecnica di Stryx rispetto al programma, i tecnici sapevano che stavano realizzando un programma diverso rispetto ai canoni dei tempi, ed in qualche modo storico. Un programma che vinse all’epoca molti premi, fra cui la prestigiosa Rosa d’oro al Festival Internazionale della Televisione di Montreux.
A quei tempi la Televisione Italiana non comprava i format dall'estero, ma inventava e imponeva le sue idee a livello internazionale. Sono veramente orgogliosa di aver firmato molte di quelle idee, tra cui una pietra miliare come Stryx.
Stryx (Rai, Rete 2, 1978)