La parola d'ordine dei prossimi anni: EMPATIA!

La parola d'ordine dei prossimi anni: EMPATIA!

Recentemente ho partecipato ad un webinar in cui venivano illustrati i Global Talent Trends 2020 di LinkedIn e sono rimasta favorevolmente sorpresa da un elemento nuovo e determinante: nel nuovo decennio l'empatia trasformerà il modo in cui datori di lavoro assumeranno il nuovo personale. Sì avete capito bene, le aziende cercheranno di capire più a fondo come soddisfare le esigenze dei candidati in fase di Talent Acquisition, per migliorare il tasso di redention e di employer branding dei propri dipendenti.

Beh, devo dire che ai miei tempi non funzionava proprio così, anzi sono stata tacciata di parteggiare per i dipendenti a scapito di chi mi garantiva lo stipendio a fine mese. Pare però che qualcosa stia cambiando: già alcuni CEO hanno autorizzato l'emissione di una 'Dichiarazione sullo scopo di una società' nella quale si impegnano a includere fra i doveri dell'azienda anche quella di investire sui dipendenti.

e così l' EMPATIA sarà il denominatore comune dei 4 trend del nuovo decennio:

  1. L'Employee experience (EX): le aziende dovranno raccogliere più feedback, andare più incontro e collaborare con i dipendenti per creare un'esperienza lavorativa positiva per tutti. Le aziende inizieranno a mettersi nei panni dei dipendenti, capire quello che il dipendente osserva e prova, la sua interazione nel contesto aziendale. Non è il coinvolgimento dei dipendenti: quello è il traguardo finale mentre l'EX è la strada per raggiungerlo. LinkedIn per considerare tutti gli aspetti dell'EX suggerisce di suddividerla in quattro componenti chiave, 4P: Persone, Posto, Prodotto e Processo. Oggi solo il 52% delle aziende afferma di offrire un'esperienza positiva e il 77% dice di puntare prossimamente sull' EX.
  2. L'Analisi delle persone: la capacità di analizzare, utilizzare e capitalizzare i dati, rendendo le informazioni accessibili a tutti, perché la maggior parte delle nostre aziende, soprattutto italiane, è ancora ferma alle basi. Ma le cose stanno cambiando: il 73% dei professionisti talent afferma che l'analisi delle persone sarà una priorità per l'azienda nei prossimi 5 anni e qui servirà un approccio più strategico e una competenza specifica nell'analisi dei dati.
  3. La Selezione interna, quale riscoperta per favorire la crescita professionale dentro le mura dell'azienda, permettendo ai dipendenti di crescere e non lasciare il proprio posto di lavoro. Un'analisi delle persone fondata su 5 fasi: 1. raccogliere i dati in modo organizzato 2. mantenere dati puliti e accurati sulle persone 3. analizzare i dati per ottenere informazioni significativi 4. agire in base alle informazioni per risolvere le diverse situazioni 5. capitalizzare le informazioni predittive per ottenere un vantaggio competitivo, ponendo sempre molta attenzione a governance, privacy e sicurezza dei dati. Il 73% dei professionisti HR ritiene sempre più importante la selezione interna per la propria azienda e, dove già viene già applicata, i dati mostrano che i dipendenti restano il 41% più a lungo.
  4. Una forza lavoro multi generazionale. Due fattori, quali la crescita dell'aspettativa di vita e l'arrivo sul mercato della Generazione Z, stanno aumentando in modo rilevante la diversità anagrafica nella forza lavoro. Vanno adottate quindi soluzioni creative per attrarre e trattenere persone delle diverse età attraverso percorsi professionali, benefit flessibili, scambio di know how fra le varie generazioni (reverse mentoring) che rendano fondamentale valorizzare i punti di forza di ciascuno. Ad oggi i conflitti intergenerazionali in azienda sono ancora una bella matassa da dipanare. Sta alle aziende dimostrare che ciò che conta sono le capacità e non la data di nascita. I dati parlano chiaro: 89% dei professionisti talent dichiara che una forza lavoro multi generazionale contribuisce al successo dell'azienda.

Che sia vero che il cambiamento per attrarre e trattenere le persone in azienda è alle porte? se così darò il mio pieno appoggio perché ciò avvenga.

Però l'affermazione riportata che "saranno le aziende a lavorare per i dipendenti e non il contrario" mi sembra un po' troppo azzardata. Scusa LinkedIn non volermene!


Buona International week of Happiness At Work!

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