La ricchezza della terra. Di Enrico M. Colosimo
“Ci sono epoche in cui i possessi umani,i valori che qualificano una civiltà,crollano. L’accumulazione di ricchezze economiche di una parte della società non impedisce l’impoverimento generale”.
Paul Nizan
La prima registrazione scritta del termine cascina, risale al XII secolo: deriva presumibilmente dal latino medievale capsia variazione dell’etimo capsus, ossia recinto o steccato per contenere animali. Sembra comunque altrettanto plausibile una connessione con caseus, cacio, sempre legata all’attività di allevamento che si svolgeva nelle cascine, accanto o in alternativa a quella agricola.
Dodici anni fa,chi scrive, ebbe l’incarico di progettare insieme ad altri due colleghi professionisti il restauro di un secolare complesso agricolo che giaceva da tempo in abbandono sulla sponda destra del Naviglio Grande alle porte di Milano.La Cascina della Guardia di Sopra a Corsico deve il suo nome all’antica prossimità del controllo daziale delle merci che una volta venivano trasportate sul canale; per inciso sulla sponda opposta vi sopravvivono tutt’ora i resti della gemella, la Guardia di Sotto, che ha all’interno un oratorio del XV° sec(vincolato ai sensi del DLGS42/04) ridotto a rudere come del resto tutto il compendio .La Guardia non era una semplice casa colonica, ma un complesso edilizio strettamente ancorato ad esigenze produttive, fulcro di un’azienda agricola autosufficiente.La pianta di questa struttura, a corte multipla è quadrangolare. Al suo centro è situata la corte centrale adiacente a un secondo cortile.L’edificio principale,arricchito nell’ottocento da un più elaborato apparato decorativo vagamente neoclassico e dotato di portico e loggia, era destinato al proprietario o al fattore.Facevano parte del complesso edifici frugali dalla forma stretta e allungata,che erano le abitazioni delle famiglie dei contadini e degli allevatori.I rustici completavano il panorama dei fabbricati del compendio,composto da stalle, pollai ,porcilaie, fienili, portici per gli attrezzi, e i magazzini.
Di importanza decisiva per lo sviluppo globale dell’architettura agricola medioevale, furono le basi poste nell’antichità, dal tardo periodo romano-imperiale.Il materiale da costruzione per le opere murarie e le volte veniva ricavato nelle cave di pietra , oppure tramite l’utilizzo di terre argillose “messe in forma e cotte nelle fornaci”.La messa in opera dell’uno o dell’altro materiale dipendeva dunque in grande misura dalla sua disponibilità in loco, dall’abbondanza o dalla carenza della pietra, dell’argilla appropriata ,nonchè dai mezzi e dalle vie di trasporto disponibili (vedi i canali di navigazione). Un ruolo cruciale in questo contesto ebbero le vie d’acqua.Per alcuni storici, la differenza visibile dell’architettura laterizia come si vede nel territorio sedimentario della Pianura Padana, si spiega innanzitutto con la carenza e l’eccessiva lontananza delle cave di pietra adeguate. Il legno, componente fondamentale della costruzione, usato largamente in Cascina,rappresenta l’elemento di raccordo nelle “costruzioni miste”, laddove i vantaggi specifici dell’uno e dell’altro materiale conducono a decisioni fondamentali per la struttura e l’edificazione di un manufatto , all’organizzazione di intere tipologie costruttive : la resistenza alla pressione , il peso e con esso la stabilità della pietra dovevano apparire particolarmente adatti per fondazioni e opere murarie formate da blocchi massicci.La forte resistenza alla trazione e la lunghezza del legno si prestavano alla costruzione di tetti e soffitti estesi e dunque soggetti a grandi forze di trazione.
Il sedime.
Il territorio attiguo a questi complessi era caratterizzato da un sistema di irrigazione di campi ,di marciti, formato da molteplici rogge che circondavano e attraversavano il fondo delle proprietà. Questo genere di struttura come modello architettonico a tutt’oggi è la più antica testimonianza dell’economia lombarda nata dagli insediamenti romani.
Le Villae rusticae erano sostanzialmente grandi aziende agricole schiavistiche. Anche all’epoca gli edifici abbracciavano una corte chiusa e porticata, creando un complesso quadrato non del tutto dissimile dalle forme rurali attuali.L’anello di congiunzione con l’epoca piu’recente delle grandi trasformazione agricole dal Medioevo in poi è rappresentato dalla Curtis regia longobarda e dal primo feudalesimo carolingio,che sfruttò l’economia curtense.Per curtis o corte medievale si intendeva la residenza del proprietario, il complesso degli edifici indispensabili per il funzionamento di una grande azienda agricola e, successivamente, il gruppo di beni che direttamente o indirettamente ne facevano parte.Il cosiddetto modello dell'"economia curtense" si pone in mezzo tra il mondo rurale della Villa Romana e la signoria fondiaria tipica del feudalesimo. Questo sistema si sviluppò maggiormente in area franca e da qui si diffuse nel resto d'Europa a partire dalla fine dell'VIII secolo,di cui monasteri ed abbazie furono tra gli elementi principali, grazie ai quali l’Impero cristiano carolingio usò il suo potere in Occidente.
E’ noto che la nascita degli ordini monastici,benedettini primi fra tutti,insieme all’economia delle abbazie favorì non solo cristianizzazione dell’Europa ,ma anche l’affermazione di un potere politico condiviso territorialmente dal signore feudale e dall’episcopato.Intorno all’XI secolo,l’aumento delle superfici coltivate la crescita della popolazione si accompagnò a un’intensa attività di disboscamento e dissodamento, e molte terre vergini furono messe a coltura. In conseguenza di ciò o come concausa, il lavoro agricolo ebbe una trasformazione radicale con le prime innovazioni tecnologiche tra le quali la diffusione dei primi mulini.
All’interno della Cascina della Guardia, chi scrive notò subito alcune difformità agli attuali fabbricati: due piani asimmetrici con soffitti ribassati e inglobati nella “casa del fattore” fecero pensare ad una costruzione pre-esistente.Come in effetti venne dimostrato insieme ad altre antiche testimonianze rappresentate da un pollaio nel retro dell’edificio e una stalla della corte centrale. Il fondo della Guardia di Sopra per più’di sei secoli e fino alla fine del settecento,prima degli espropri napoleonici, fu di proprietà dei Monaci benedettini della Basilica di San Simpliciano di Milano,una delle quattro Chiese ambrosiane della Mediolanum tardo imperiale. Da ricordare che San Simpliciano nell’alto Medioevo(VII sec) fu restaurata dal re longobardo Agilulfo diventando “basilica regia”, dato che la chiesa si trovava all’interno della proprietà fondiaria della stirpe reale longobarda, convertita al cattolicesimo grazie a Teodolinda.Fu alla metà del XIII°secolo che i Benedettini ebbero in dono queste terre dai Visconti,famiglia cresciuta sotto l’alveo del potere temporale dei vescovi milanesi.Nella Basilica sono collocate alcune lapidi che testimoniano l’elargizione di Azzone Visconti di alcuni fondi alla periferia della città, tra i quali spiccano le proprietà del territorio di Corsico
“Salvarsi l’anima” era il credo della nobiltà feudale timorosa dell’anatema della Chiesa. In virtu’ dell’evergetismo tramandato dai longobardi ,raccolto dai carolingi e poi nei secoli dalla Milano comunale,i possedimenti della Chiesa crebbero fino ad occupare gran parte del territorio agricolo della pianura.
Gli Enti ecclesiastici investivano così in proprietà fondiarie e, per poter utilizzare adeguatamente le risorse finirono con l'edificare efficienti aziende agricole.Oggi a Milano sono sopravvissute un centinaio di cascine; cinquantanove delle quali fanno parte del demanio comunale e l’altra parte sono del Policlinico-Ospedale Maggiore (Cà Granda)e l’Aler.In quella porzione di territorio lombardo che comprende tutta la bassa pianura sono innumerevoli i ruderi di vecchi complessi agricoli abbandonati a sé stessi, alcuni fortificati per volontà della Signoria nel XV°e nel XVI° sec, ad es la Sforzesca di Vigevano che annovera tra i progettisti Leonardo, ma oggi destinati al totale degrado.Tralasciando i periodi della I° e II° rivoluzione industriale che portarono all’abbandono delle terre da parte dei contadini per il lavoro nelle fabbriche,non ci si spiega fino in fondo una dimenticanza così evidente di una delle testimonianze più antiche e profonde della storia lombarda.Alla base forse c’è il rifiuto collettivo di un tempo dove la fatica e il sacrificio contraddistinse gran parte della popolazione rurale.Quel genere di sfruttamento e di abitudine al lavoro gerarchizzato che favorì il reclutamento da parte degli industriali di mano d’opera che proveniva dalla campagna,preferendola al proletariato cittadino non abituato alla fatica delle popolazioni agricole.Un po’ come è stato rifiutato per lungo tempo dalla cultura ufficiale italiana il periodo dell’Alto medioevo.
In proposito Stefano Gasparri uno dei più’importanti storici del periodo Longobardo la pensa in questo modo: “La storiografia italiana ha sempre rifiutato l’eredità barbarica. I Longobardi, in particolare, sono sempre stati ritenuti i più barbari di tutti. Questo per molti motivi: per le polemiche dell’età del Risorgimento, per la natura cattolica della storiografia italiana (i Longobardi erano nemici dei papi) e per il grande peso della cultura classica, che ha sempre ritenuto non solo l’età longobarda, ma in generale il medioevo come un periodo di negazione delle radici romane dell’Italia”.
Pensare infatti che l’Italia sia nata nel periodo del dolce stil novo dantesco ,come asseriscono certuni, è un po’ riduttivo considerato che le due grandi nazioni europee Francia e Germania ebbero origine proprio nell’Alto Medioevo. Un po’ come credere che Milano dalla distruzione dei Goti del 538 fu un cumulo di rovine,mentre è provato storicamente, per citare uno dei tanti esempi di architetture romane sopravvissute oltre il Mille , che l’Arena rimase intatta fino al XII secolo quando fu distrutta durante l’assedio del Barbarossa nel 1162: analoga sorte che toccherà sei secoli dopo ai quartieri centrali della città longobarda e comunale demoliti dal Piano regolatore Beruto del 1880.Cancellare le tracce del nostro passato non è un po’ come tentare di ricostruire una verginità storica che invece si fonda sulla fatica di decine di generazioni?
Chief Operating Officer
4 anniFelice nell'imbattermi nuovamente in questo eccezionale edificio a cui ho dedicato un paio di anni della mia vita (fui il responsabile di commessa - per la GDM Costruzioni Spa - dei lavori di restauro conservativo di parte del complesso storico)