la ricetta Cinese per la ripresa

la ricetta Cinese per la ripresa

La Cina ha dimostrato al mondo di saper contenere l'epidemia e di poter quindi salvare la vita a milioni di cittadini. Come si sta muovendo ora per arginare le perdite economiche? gennaio febbraio : produzione industriale - 14% e vendite al dettaglio -21%.

Una ricetta molto semplice:

1) Sostegno alla domanda. Per far ripartire l'economia in tempi rapidissimi ed evitare quindi che si inneschino cicli negativi verso il basso da cui è difficile risalire, cicli che colpiscano con effetto domino imprese, famiglie, ovvero occupazione, consumi e quindi gettito fiscale, hanno capito che la prima manovra da prendere immediatamente è la tutela dell'occupazione.

Chi mantiene il lavoro ritorna a consumare esattamente quanto e come prima non appena gli esercizi commerciali riaprono, gli uffici riprendono le attività cosi come i trasporti.

2) Stanno facendo leva inoltre a livello centrale come comunicazione sulla frustrazione legata alla "clausura" e la mancanza di shopping se non per beni di prima necessità, ricollegandosi agli anni 80 dopo il fallimento della rivoluzione culturale quando Deng Xiaoping assolse le aspirazioni borghesi dei cinesi, vestiti di grigio, tutti uguali e senza aspirazioni individuali, annunciando che "arricchirsi è glorioso". In quel periodo infatti consumare beni occidentali divenne una sorta di "vendetta", revenge contro l'oppressione delle Giubbe Rosse.

I gruppi mondiali del lusso che dipendono per il 30% dal mercato cinese, stanno oggi infatti scommettendo infatti sul cosiddetto "revenge spending" che porterebbe un respiro di sollievo anche al made in Italy.

3) Creatività e riconversione immediata. In una situazione di carenza mondiale di dispositivi di protezione individuale, le industrie cinesi hanno mostrato una velocità di adattamento degna di ammirazione. La BYD, casa automobilistica, poichè la domanda di nuovi mezzi è ferma, ha riconvertito parte della propria linea alla produzione di mascherine. Stessa cosa ha fatto la Aviation Industry Corporation of China.

Cosa possiamo imparare da un paese che ha sicuramente un sistema capitalistico a gestione centralizzata, ma una capacità di visione, identificazione di obiettivi a breve e medio termine e soprattutto le forze per trasformare questi obiettivi in azioni concrete senza troppa burocrazia e farraginosità?

nel brevissimo termine:

1) SOSTEGNO AL LAVORO e all'occupazione per tre mesi che si traduce in incentivi importanti alle imprese che in caso di problemi di calo di fatturato decidano di mantenere i propri dipendenti (modello Danimarca).

2) INCENTIVI FISCALI E FACILITAZIONE DI ACCESSO al credito per le aziende e piccole imprese che decidano di intraprendere immediatamente un processo di riconversione produttiva verso i presidi medico-sanitari di cui necessitiamo.

e per il medio termine

3)UN PIANO IMPORTANTE DI INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI, simile a quello che Pechino mise in campo nel 2008, che sia volto al risanamento ed il recupero dell'ATTUALE patrimonio architettonico, viario e paesaggistico , con una priorità data ai luoghi fortemente colpiti da inquinamento.

4) un piano di investimenti per il risanamento della SANITA' e della SCUOLA pubblica, per evitare le vulnerabilità che il sistema sanitario e scolastico hanno mostrato in maniera così dolorosa.

SI può fare!

Giorgio Fiorini

SEO, SEM e digital marketing sanitario. Specializzato in lead generation, inbound marketing e marketing sanitario.

4 anni

La Cina ha dimostrato al mondo, per l’ennesima volta nella sua storia millenaria, come si da inizio ad una pandemia.

Stefano Livoti

Operations, Quality & Logistic Management🏆 Change, Digital Transition & Process Improvement leader🏆 Team & People Development, Human Resource Management🏆 Kaizen manager 🏆 Sustainable & Circular Economy 🏆

4 anni

Il ragionamento è logico, purchè si tenga conto di alcune varianti non banali. 1) In Cina si sono fermate 60 milioni di persone e relative attività, ma il restante miliardo e passa ha continuato a lavorare e produrre, seppur con qualche limite. Significa perdere qualche punto di PIL (partendo comunque da una crescita superiore al 6% annuo) contro una frenata poco meno che secca (partendo da un più zero virgola). 2) Gran parte dei destinatari dell'export cinese hanno l'economia ferma. La domanda interna non potrà certamente supplire interamente a questo calo. 3) L'Italia deve fare i conti con l'Europa, ove buona parte dei paesi destinatari del nostro Export stanno come e peggio di noi. E parte da un'esposizione debitoria folle.

claudio ottorino monnini

Owner presso Apulia Architecture & Design

4 anni

Concordo, se da un lato non dobbiamo pensare a ricostruire gli errori del sistema precedente (perché il covid 19 ha un prima e un dopo), sicuramente dobbiamo imparare dal pragmatismo Cinese. Abbiamo un sistema paese da ricostruire, abbiamo imparato dove porta un sistema impostato alla giornata e senza visione, cosa comporta un territorio fragile, una sanità insufficiente, un'economia non sostenibile. Tamponiamo la povertà, e facciamo ripartire il paese con un green new deal.

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