La rinascita dell'Occidente passa dalla riscoperta del giusnaturalismo

Cari lettori, vorrei condividere una riflessione pubblicata altrove ma dati i contenuti merita maggiore visibilità. Non rubare" non è una legge naturale? "Non uccidere" non è forse una legge naturale? È autoevidente perché sia necessario astenersi dal perseguire l'infrazione di tali leggi, quindi la negazione del giusnaturalismo non ha ragion d'essere. Porre il diritto positivo sopra tutto il resto è un errore, poiché ci si dimentica di come il diritto negativo e naturale sia nato insieme all'essere umano. Deve solo essere "scoperto", o "riscoperto". Il fatto che "non rubare" e "non uccidere" siano leggi anche scritte ed eventualmente codificate nell'ordinamento giuridico canonico, non le rende meno naturali di quanto vuole farci credere la "democrazia della maggioranza". I principi giuridici che regolano le società umane possono essere stabiliti tramite due vie sostanzialmente: seguendo le consuetudini trasmesse dalla comunità, usando la ragione per scoprire il diritto naturale e usarlo come guida per rimodellare l’intero diritto positivo esistente. La filosofia politica giusnaturalistica dei greci antichi assimilava erroneamente la politica alla morale, per poi considerare lo stato come l’agente morale supremo. Furono gli stoici a sviluppare i corretti principi non-statali di filosofia politica giusnaturalistica. Da Platone e Aristotele ai tomisti, il giusnaturalismo è stato profondamente statalista anziché individualista, furono i Livellatori e Locke a trasformare il giusnaturalismo in una teoria fondata sull’individualismo metodologico e quindi politico, ponendo decisamente l’accento sui diritti naturali di ciascun individuo. La teoria libertaria dei diritti naturali ha continuato a essere affinata dopo Locke, raggiungendo il proprio culmine nell’ottocento con Spencer e Spooner. L'organizzazione orizzontale di una società, quindi, è data proprio da ciò: possedere un diritto significa considerare immorale che altri impediscano al soggetto di fare certe cose sulla propria persona o proprietà impiegando o minacciando d'impiegare la forza fisica. Ciò è indipendente dalla moralità o immoralità dell’esercizio del diritto, che è questione di etica personale e non di filosofia politica. Poiché per vivere, prosperare e realizzarsi gli esseri umani devono scegliere liberamente i propri fini e mezzi, imparare e valutare, essi devono essere liberi dalle interferenze (violente) altrui. I diritti di proprietà (tra cui l’autoproprietà) sono i veri diritti naturali.

La cosiddetta "legge della giungla" applicata all'atto pratico è un'immonda sciocchezza e ciò è dimostrato dall'uso dell'ingegno e dell'intelletto da parte degli individui come modo per prevaricare lo stato di natura. Nessun uomo si sognerebbe di "combattere" con un animale feroce a colpi di bastoni e pietre, così come nessun uomo gracile affronterebbe un energumeno a pugni nudi. Esistono le armi così come le trappole. In sintesi, l'intelletto umano è superiore alla forza bruta e la "legge della giungla" è solo un sotterfugio degli statalisti per far credere ai boccaloni che non ci sono alternative al regno di una banda criminale mafiosa chiamata stato.

Inoltre se dovessimo seguire il "ragionamento" degli statalisti secondo cui non esiste un diritto naturale ma l'ordine sociale può essere ricondotto a una struttura organizzativa verticale al cui culmine c'è lo stato, allora dovremmo ammettere che l'essere umano nasce in catene. Utilizziamo una reductio ad absurdum per verificare fino al midollo questa tesi. Se immaginiamo un naufrago su un'isola deserta, allora dovremmo supporre che esso debba rimanere in attesa dell'arrivo di un altro uomo sotto cui stare perché intrinsecamente incapace di essere libero. In questo modo aspetterebbe pacificamente la morte. Inutile dire che questo è irreale, così come l'affermazione secondo cui non esiste il giusnaturalismo poiché ciò significherebbe sussumere che il commercio stesso, ad esempio, è un'invenzione dello stato, così come il denaro. Architetture economiche come, ad esempio, il denaro e le filiere industriali sono il risultato di un ordine spontaneo che si coordina orizzontalmente senza la necessità di un pianificatore che sappia dirimere in modo capillare i vari fili che costituiscono i mercati. Se dobbiamo credere che lo stato sia capace di affermare la sua capacità di onniscenza a livello di conoscenza, dobbiamo altresì credere che gli individui, o una ristretta cerchia di essi, siano in grado di possedere una conoscenza pressoché illimitata in grado di dirigere con successo industrie e organizzazioni all'interno della società. "Peccato" che questo sogno si sia infranto nel 1989 con l'URSS. L'unica cosa che sa fare lo stato è apporre il suo sigillo su un'architettura di mercato già esistente e di successo, risucchiarne la linfa vitale e infine distruggerla. Se davvero non fosse così allora dovremmo aspettare a braccia aperte nazionalizzazioni continue e sequenziali come la strada per la salvezza economica. Hayek e Mises ci hanno dimostrato più volte che questa è una sciocchezza. E se non basta la teoria, allora non esiste miglior esempio pratico di organizzazione spontanea e orizzontale di Bitcoin... non a caso è un network P2P.

Ultimo, ma non ultimo, non scordiamoci, sebbene lo si nasconda sotto il tappeto della memoria, il fatto che le "democrazie occidentali" (io le chiamo bande criminali mafiose), sono le stesse che negli ultimi due anni in particolare hanno fatto strame delle costituzioni in giro per il mondo proprio a colpi di diritto positivo.

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