La sfida della ricerca sulle Malattie Rare: uno sguardo da vicino

La sfida della ricerca sulle Malattie Rare: uno sguardo da vicino

"Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele.” Questa frase di Seneca racchiude bene lo spirito della ricerca sulle malattie rare: non sempre possiamo controllare le circostanze, ma con impegno e collaborazione possiamo trovare la giusta direzione per andare avanti.

Non sono un'esperta di malattie rare. Non ho mai studiato medicina né mi sono occupata di ricerca scientifica. Mi sono avvicinata a questo mondo per caso, per lavoro, come spesso succede. Eppure, una volta entrata in contatto con le storie di chi vive quotidianamente con una malattia rara, ho sentito l'esigenza di raccontare. Di dare voce, a modo mio, a una realtà che si fatica a immaginare, ma che esiste e chiede di essere ascoltata.

Le malattie rare sono chiamate così perché colpiscono un numero ristretto di persone. Ma, per chi ne è affetto, quella malattia è tutto fuorché rara. È una presenza costante, quotidiana, che cambia la vita e il modo di stare al mondo. Chi ne è colpito e le loro famiglie affrontano una lotta continua, fatta di speranze e incertezze, di attese e piccoli passi avanti. E la ricerca, in questo scenario, è una luce in fondo al tunnel, una promessa di futuro.

La ricerca sulle malattie rare ha uno scopo che appare semplice, ma che è complesso e delicato: migliorare la vita di queste persone. Come si può fare? Per cominciare si possono individuare gli obiettivi principali:

  1. Capire le Origini: Molte malattie rare nascono da un errore nei nostri geni, un errore che si trasmette di generazione in generazione. La scienza vuole scoprire quali sono questi errori, per poterli correggere o almeno arginare i loro effetti.
  2. Trovare Cure: La medicina cerca cure che possano restituire speranza. Ci sono terapie innovative che promettono di intervenire là dove, fino a poco tempo fa, sembrava impossibile. Ho letto, ad esempio, della terapia genica che sta cambiando la vita a bambini affetti da gravi malattie muscolari. Sono risultati che fanno ben sperare, anche se la strada è ancora lunga.
  3. Diagnosi Più Precoce: Spesso, chi ha una malattia rara passa anni senza sapere di cosa soffre. La ricerca vuole accorciare questi tempi, perché ogni giorno di attesa è un giorno perso nella lotta contro la malattia.

Ma, come spesso accade nelle storie più importanti, ci sono difficoltà da superare. E sono difficoltà grandi, che fanno sembrare il traguardo lontano:

  • Pochi Dati: Le malattie rare colpiscono poche persone, e questo rende difficile studiarle. È come cercare di completare un puzzle con pochissimi pezzi a disposizione. Ogni dato è prezioso, ma raccoglierli richiede tempo e pazienza.
  • Costi Elevati: La ricerca costa. E i farmaci per le malattie rare, chiamati "orfani" perché pochi sono disposti a occuparsene, costano ancora di più. Svilupparli è un rischio che poche aziende sono pronte a correre, perché il guadagno economico non è garantito.
  • Cure Difficili da Ottenere: Anche quando una cura esiste, non è detto che tutti possano beneficiarne. Ci sono barriere economiche, legali, geografiche. E così, una scoperta che potrebbe salvare una vita resta irraggiungibile per molti.
  • Collaborare è Necessario: Per superare queste difficoltà, è necessario che tutti – ricercatori, medici, aziende, associazioni di pazienti – lavorino insieme. Ma mettere insieme tante voci diverse non è facile, e spesso si perde tempo prezioso.

Non sono un'esperta, come ho detto. Ma sono una persona che ha avuto la possibilità di avvicinarsi a questo mondo e che ha visto quanto sia importante continuare a parlarne. La ricerca sulle malattie rare è una sfida difficile, ma è una sfida che riguarda tutti noi. Ogni passo avanti, ogni scoperta, è una vittoria che va oltre il singolo paziente. È un investimento nel futuro della medicina e, in fondo, nel futuro di tutti noi.

Parlare e scrivere di malattie rare, per me, è un modo per dare un piccolo contributo. Per far sì che queste voci, queste storie, non restino in silenzio. La strada è lunga, ma con il giusto impegno e la giusta attenzione, possiamo davvero fare la differenza. Perché nessuna malattia, per chi la vive, è davvero rara. E ognuno di noi può fare qualcosa per rendere meno solitario questo cammino.



Germana Ragosta

Ha frequentato Università degli studi Suor Orsola Benincasa

4 mesi

Ottimo spunto di riflessione, grazie per questa sua condivisione!

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