La tecnica della pergamena maledetta

La tecnica della pergamena maledetta

Sommario

  • Una tecnica narrativa efficace

  • Le premesse necessarie
  • Gli elementi della tecnica

Una tecnica narrativa efficace

Sai qual è una delle più ampie e profonde fonti di ispirazione per i nostri contenuti? La narrativa. Non c'è dubbio. La narrativa (il patrimonio letterario mondiale) e la comunicazione che tessiamo ogni giorno, sulle nostre piattaforme, sono (o potrebbero essere) strettamente legate. Cerchi ispirazione? Ne troverai così tanta da non riuscire a utilizzarla tutta. Mi sento di dire che si tratta di un patrimonio inesauribile.

Dalla narrativa possiamo esportare anche tecniche di scrittura davvero valide.

Sai qual è una delle tecniche narrative tra le più efficaci? Possiamo chiamarla la tecnica de “La pergamena maledetta”, libro di Heike Koschyk edito da Newton Compton Editori; in effetti, in queste pagine, viene applicata in modo perfetto. Noi la possiamo esportare o, almeno, conoscerne l'esistenza.



Le premesse necessarie

In questa tecnica è fondamentale il gancio, cioè la modalità con cui si inizia la storia: deve essere davvero forte, coinvolgente, anche un po' calcato se vogliamo, ma giustifica l'effetto che intendiamo ottenere.

Allora, siamo nel 1188, monastero benedettino di Eibingen, notte di tempesta. Luoghi comuni? Un attimo, andiamo avanti. C’è una monaca che sente bussare al portone, è titubante se aprire a quell’ora di notte, poi si decide, prende la fiaccola (oggetto evocativo) e apre. Si trova di fronte un uomo: i suoi capelli sono bianchi come la neve e ha il volto deturpato da una smorfia raccapricciante. Quando lo vedono, le suore del convento pensano all'avvento dell'Anticristo, ma in realtà si tratta di Fratello Adalbert dell'abbazia di Zweifalten, amico e confidente della defunta mistica Ildegarda di Bingen. La mattina dopo, il cadavere del monaco viene scoperto nella biblioteca, con un'enigmatica pergamena tra le mani...

Il fulcro della tecnica sono queste parole dell'autrice riferendosi alla monaca che si era risolta ad aprire: “In seguito si sarebbe ritrovata a pensare che se non avesse udito niente forse il maligno sarebbe rimasto fuori. Ma in quell’istante, ancora ignara di ciò che era in agguato nelle ombre della notte, accorse ad aprire il portone”.

Gli elementi della tecnica

Quali sono gli elementi della tecnica che possiamo esportare, se non tutti, almeno in parte?

✍️ Ambientazione: un anno (1188) che ci riporta a un tempo particolare della storia; il luogo: siamo nell'abbazia benedettina di Santa Ildegarda a Eibingen nel comune di Rüdesheim in Assia (Germania): volete mettere il potere evocativo di un monastero, di notte, con l'infuriare della tempesta? L'ambientazione deve sempre corrispondere a quello che narriamo. L'ambiente è di per sé "personaggio".

✍️ Gancio super forte: bussano e l'autrice scrive quella fatidica frase che vi ho riportato sopra. Tale da generare aspettativa e inquietudine. Si chiama anche "tecnica della semina": si seminano situazioni che poi saranno riprese in seguito ma, intanto, coinvolgono chi legge.

✍️ Si crea nel lettore una forte aspettativa di quello che sta per accadere (che non dovrà essere delusa).

✍️ Chi scrive è a conoscenza dell’accaduto ma il lettore no (elemento rafforzativo).

✍️ Ineluttabilità (oh, se non l’avesse fatto, ma l'ha fatto).

✍️ Presenza di elementi evocativi (abbiamo detto: è notte, il convento è isolato, la presenza di una fiaccola che viene citata nelle prime righe è oggetto evocativo di un tempo lontano).


Per approfondire

Heike Koschyk, l'autrice di questo thriller storico, è nata a New York nel 1967 e vive ad Amburgo. Viaggia molto per documentarsi, visitare i luoghi nei quali sono ambientati i suoi romanzi e per fare ricerche d’archivio. Sotto lo pseudonimo di Sophie Bonnet ha pubblicato una serie di bestseller ambientati in Provenza. Nel 2008 ha ricevuto l’Agatha Christie Krimipreis.

La lettura è davvero una delle prime, dopo la vita, fonti di ispirazione con cui nutrire la nostra scrittura.

Vi saluto con una frase della grande Wislawa Szymborska.

Leggere libri è il gioco più bello che l'umanità abbia inventato.

Buona scrittura e buona lettura.

Valentina Ligas

Libero professionista Legale

2 mesi

Grazie Alessandra!!!I tuoi consigli sono sempre tanto preziosi! 😘

claudio gattini

SCRITTORE /Responsabile impianti ,Esperto comportamentale in ambito sicurezza

3 mesi

Grazie Alessandra.

Aldo aloe

Funzionario di laboratorio per la ricerca presso laboratori di Fisica Là Sapienza. Collaborazione a tesi di Laurea

3 mesi

Molto istruttivo ed interessante. Ottime indicazioni per quello che sto cercando di scrivere se mi riesce. Grazie e buona settimana Alessandra.

Emanuela Corvatta

Business coach - sport coach

3 mesi

Spunti molto interessanti ed utili! Grazie 🙏

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