La Trilogia della Lavandaia part 1: hotel e greenwashing
Mangia bio nei piatti di piombo, recita il testo di una canzone molto bella scritta da quello che, se non avesse deciso di spappolarsi il cervello, oggi sarebbe indubbiamente il cantautore più autorevole della scena musicale italiana. Suo malgrado, con questo verso è riuscito a sintetizzare perfettamente il rapporto tra la maggior parte degli hotel italiani e l'ecosostenibilità. Lo scenario è desolante, irritante e danneggia non soltanto il pianeta, ma anche quelle tante strutture per cui essere green non è soltanto una raffazzonata leva di marketing.
Intanto qualcuno mi dovrebbe spiegare il senso di utilizzare l'espressione eco-friendly. Ma perché, esistono anche hotel eco-unfriendly? Mi spiego meglio. Si parla di strutture pet-friendly, per esempio, o family-friendly. Sono definizioni che servono a distinguere una tipologia di ospitalità e a orientare il cliente nella scelta, che può anche ricadere su hotel pet-free o adults-only, per chi lo preferisce.
Ma essere eco-friendly non dovrebbe essere imprescindibile? O posso decidere di scegliere un albergo con tetto in amianto e dove tutti insieme si dà fuoco alla plastica e alle gomme delle automobili?
Ma andiamo per gradi e facciamo un breve viaggio nel mondo dell'ospitalità sedicente eco-friendly. Dove probabilmente l'unica eco è quella che risuona nelle lobby vuote in bassa stagione.
Io me li immagino questi, che vivevano tranquilli finché non è arrivato il consulente a dirgli che dovevano puntare sul grìnn, che la zeta generescion vuole il grìnn, che senza il grìnn oggi non si fattura. Le cose devono essere andate pressapoco così:
"Ma il nostro hotel non è oggettivamente ecostenibile..."
"Vabbè, la differenziata la farete, no?"
"Ovvio. La fanno tutti da mò. È obbligatorio"
"Tu scrivilo che fa sempre scena. E con la plastica? Con la plastica come siete messi?"
"La stiamo eliminando come tutti"
"Grande! Genio! Col plasticfrì mi sei E C O F R I È N D L I!"
"Ma abbiamo il tetto in eternit..."
"Che ti frega? Ci piazzi sopra un bel pannello e non se ne accorge nessuno! E il cibo? Il cibo è a km zero?"
"Mah. Pangasio cinese, fragole rumene, olio di palma e carne argentina"
"Vabbè, noi ci scriviamo che è tutto a km zero. Mica dobbiamo specificare da dove. In fondo per qualche posto nel mondo è a km 0, no? Tutto è relativo, caro mio! E ricette vegetariane, celiache, quella roba lì?"
"Ma che c'entra? E poi sono due cose diverse..."
"Vai vai, tutto fa brodo! Le biciclette ce l'hai?"
"Sì..."
"Glielo scrivi ai tuoi clienti di risparmiare l'acqua e di lasciare a terra solo la biancheria che vogliono sia sostituita?"
"Certo, è un risparmio per me!"
"Ma la carta? La carta la usi?"
"La carta igienica..."
"La carta igienica è da bùmer, che non lo sai? Via, metti in bagno un bel chiuarcòd, mi diventi peiparfrì e passa la paura!"
"..."
"E le lampadine a basso consumo ce l'hai?"
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"Ovvio. Mica voglio svenarmi con le bollette..."
"E allora amico mio chi c'è più grìnn di te? Ora lo scriviamo dappertutto. Grìnn, ecofrièndli, sostenibile e parecchio plasticfrì. E vedrai quanti ggiòvani altospendenti ti troverai in hotel!".
Eh sì, deve essere andata proprio così.
Questi si autodefiniscono green perché hanno l'orto. Wow. Mio zio allora dovrebbe essere il presidente onorario di Legambiente.
Qui alzo le mani. Raccolta differenziata e wi-fi gratuito. Cosa aspetta Al Gore a cedergli il suo Nobel?
Dai su, lo sanno tutti che hai messo i dispenser per non farti rubare i kit di cortesia. E poi magari li ricarichi con saponi low cost a base di petrolati, emulsionanti e tensioattivi.
Questi sono soltanto alcuni dei migliaia di esempi che si possono trovare online. Ah, poi ci sono quelli che si vantano di essere ecosostenibili perché hanno piantato qualche albero. Bello, per carità. Hai piantato qualche albero, ok. Ma in che modo questo influirebbe sull'impatto ambientale del tuo hotel? Che poi magari disboscano una foresta per comunicare che hanno piantato alberi con fogli e foglietti sparsi in albergo.
Il fatto poi che la raccolta differenziata venga considerata un valore aggiunto e che possa conferire a una struttura l'altisonante epiteto di ecosostenibile ci dà veramente la misura del livello del dibattito. Se un albergatore facesse una cosa del genere, per esempio, in Trentino e in Sudtirol, verrebbe bullizzato a vita. Invece in altre regioni è considerato normale.
In sostanza, tutto quello che avete letto in quelle che avrebbero dovuto essere descrizioni delle caratteristiche green degli hotel, di green non hanno proprio niente.
Sono normalissime attività travestite da impegno e sciacquate nelle verdi acque di una finta attenzione all'ambiente.
Vi svelo un segreto: queste piccole attenzioni sono imprescindibili. Sono semplicemente la normalità. Evitiamo quindi di blaterare di ecosostenibilità, di green e altre amenità. Lo dico anche dal più cinico punto di vista del marketing: nessun ospite sensibile a queste tematiche [aggiungo: forse nessun ospite sano di mente] prenderebbe mai in considerazione un hotel che si autodefinisca eco per il fatto di mettere in pratica l'obbligatoria raccolta differenziata. Non dimentichiamo poi che la generazione di false aspettative è l'anticamera della recensione negativa.
Posto che lavorare in maniera ecosostenibile dovrebbe essere la normalità e non qualcosa da pubblicizzare come eccezionale, il mio consiglio è quello di tenere un profilo molto basso se non si è davvero in regola con le questioni che contano davvero: emissioni, impatto ambientale, materiali, sprechi e certificazioni [quelle vere, non i bollini verdi che avete trovato nei sacchetti delle patatine]. Sia per non banalizzare generando una comunicazione deviante che deluderà i clienti, sia per non danneggiare chi si impegna sul serio per limitare le problematiche di tipo ambientale. Soprattutto sarebbe importante sviluppare e diffondere una reale sensibilità in questo senso, invece di spendere energie a manipolare la realtà.
Che qui la maggior parte delle strutture ricettive di green ha soltanto il muschio sotto le grondaie e la facciata verde-acquitrino mai ridipinta dai tempi dell'Avellino in serie A.
Per approfondire queste tematiche e saperne molto di più sul mondo dell'ecosostenibilità in hotel, secondo me non dovreste perdervi il workshop itinerante Hotel Green Lab, per esempio.
Imprenditore, consulente, speaker e docente. Aiuto alberghi e destinazioni a navigare nel complesso mondo del digital marketing. Founder di Guestup e Onspitality, ho solo 30 anni di esperienze da condividere con te.
1 annoIo uso i pannoloni eco-friendly, che dici posso definirmi il primo consulente ecosostenibile? A parte le mie stupidate insostenibili, sei troppo forte. Leggerti è terapeutico ☺️
Certified Hatha Yoga Teacher | Therapeutic Massage Therapist | Corporate Wellness Consultant | Enhancing Employee Wellbeing alongside Chief Happiness Officers
1 annoGrazie Martina uno spunto di riflessione per me🙏🏻
Hotel Management - Revenue - Marketing - Sales - Destination Management - Organizzazione Eventi Formativi - Orientamento
1 annoMi verrebbe da dire: ... sono tutti "green" con gli investimenti che devono fare gli altri ...
University of Trento / LION (Learning and Intelligent OptimizatioN), trustable special-purpose AI with measurable goals (no AGI)
1 annoL'impatto sulla sostenibilita' e' inversamente proporzionale all'uso di termini inglesi trendy? 😀