L'ALGORETICA PER I FEDELI CRISTIANO CATTOLICI " Deus in Machina" ?
L'algoretica è una nuova discipina che ipsira ogni processo commerciale del nostro ecosistema dell'innovazione ITALIA2030 MADEINITALY.TECH RENET0 EDILIZIAROBOTICA™ perché fa riferimento all'insieme di algoritmi e tecniche per risolvere problemi in un mondo sempre più dominato dall'intelligenza artificiale (IA) per diversi motivi che qui andiamo ad elencare:
1. Ottimizzazione perché algoritmi possono ottimizzare processi complessi, migliorando l'efficienza in vari settori, dalla logistica alla produzione.
2. Decision Making: l'algoretica fornisce le basi per la costruzione di modelli di IA che aiutano nelle decisioni, analizzando grandi quantità di dati per identificare schemi e tendenze.
3. Adattamento e Apprendimento: le tecniche come il machine learning si basano su algoritmi che permettono ai sistemi di apprendere dai dati e di adattarsi nel tempo, migliorando le loro prestazioni.
4. Automazione: con l'algoretica è possibile automatizzare compiti ripetitivi e complessi, liberando risorse umane per attività più creative e strategiche.
5. Innovazione: nuovi algoritmi possono portare a scoperte e innovazioni, creando opportunità in campi come la medicina, l'energia e la tecnologia. In sintesi, l'algoretica è fondamentale per sfruttare appieno il potenziale dell'intelligenza artificiale, rendendo i sistemi più intelligenti, efficienti e capaci di affrontare sfide complesse come quella della ROBOTICA EDUCATIVA EUROPEA.
Da tempo si parla di una crisi delle vocazioni e rispetto di quell'etica che si respirava negli ambienti di lavoro creati da visionari come #Olivetti e #Mattei che non usavano l'intelligenza artificiale ma l'intelligenza collettiva di consulenti ed esperti di inforamtica e nuovi modelli di fare economia all'italiana copiata da tutte le economie del globo.
Oggi all'alba dell'era dell'AI GEN siamo già arrivati a trattare di "preti virtuali con sembianze robotiche o in forma di ologramma, che potranno officiare messa, ascoltare confessioni e offrire momenti di riflessione spirituale. Un'idea dal sapore fantascientifico, ma che in Svizzera ha già preso forma con un esperimento singolare nella suggestiva Peter’s Chapel di Lucerna un’installazione artistica permette ai fedeli di interagire in linguaggio naturale con una rappresentazione digitale di Gesù. In un confessionale, dietro la lastra di metallo traforata risponde una voce che saluta e ripete la stessa formula: «La pace sia con te, fratello. Nei momenti di incertezza e dubbio, ricorda che la fede può spostare le montagne. Cosa ti turba il cuore oggi?». L’installazione, battezzata Deus in Machina, invita i visitatori a condividere pensieri e domande, offrendo un momento di riflessione "sacro" attraverso l’intelligenza artificiale.
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Sviluppata da un team dell'Immersive Realities Research Lab presso la Lucerne University of Applied Sciences and Arts, l'IA può rispondere in modo personalizzato a dubbi e domande dei fedeli, grazie all'addestramento avuto con i testi sacri e con il Nuovo Testamento: obiettivo è far sperimentare alle persone un’interazione con l’IA e aprire un dibattito sull’uso di questa tecnologia nella religione
Tra i vantaggi pratici, è accessibile 24 ore su 24 e parla più di 100 lingue personalizzando le risposte, spesso con una velocità e una precisione fuori dal comune. Come si legge nel comunicato stampa della Pete's Chapel, «l'IA potrebbe essere in grado di rispondere a domande individuali e affrontare preoccupazioni in modo molto specifico personalizzando i riferimenti biblici, spirituali o teologici, spesso in modo più veloci e più completo di un pastore umano».
Dopo aver provato l'esperienza non sono mancati gli scettici molti fedeli - noi compresi -hanno sottolineato il rischio per la privacy: condividere segreti o peccati con una macchina potrebbe esporre dati sensibili a potenziali abusi. Tuttavia, c’è anche chi è rimasto colpito positivamente. «È stato in grado di darmi consigli utili per aiutare gli altri e avvicinarmi a Dio», ha raccontato una fedele. Un altro ha dichiarato di essersi sentito accudito e consolato, con l'AI che ha fornito consigli di chiara ispirazione cristiana, proprio come farebbe un qualunque parroco.
L’uso dell’intelligenza artificiale come guida spirituale solleva questioni etiche profonde. Se da un lato Deus in Machina offre praticità e accessibilità, dall’altro rischia di spersonalizzare un ambito profondamente umano, trasformando il dialogo con il sacro in un’interazione algoritmica. Sicuramente, l’idea che l’IA possa “sostituire” l’ascolto empatico di un prete o di una guida spirituale pone una questione fondamentale: può davvero una macchina, addestrata su testi sacri, comprendere la complessità dell’anima umana? Dovremmo fare attenzione quando si tratta di fede, di cura pastorale, di trovare un senso alla religione, è un'area in cui noi esseri umani siamo enormemente superiori alle macchine considerate intelligenti: ma sino a quando?
Se continueremo ad addestrare macchine che useranno i nostri intimi pensieri e azioni impure da confessare, quale sarà il risultato di questo addestramento?
Ai posteri l'ardua sentenza?
No è oggi che dobbiamo trasmettere questa necessità ai teologi e agli esperti di questa materia in Italia per evidenziare il bisogno di una nuova semantica e l'uso di un protocollo algoritmico che rispetti anche quella che oggi non si apprende nelle aule delle università italiane: l'ALGORETICA RELIGIOSA.
Seguite sono in arrivo novità sulla piattaforma di robotic virtual learning del nostro ecosistema
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