L’autarchia è una bugia
Davanti al dramma della guerra in Ucraina, alla sfiducia generata dall’inflazione o alla paura per la pandemia, spuntano come funghi dopo l’acquazzone profeti di teorie che ragionano solo sul bianco e sul nero, su semplificazioni grossolane che però, purtroppo, ogni tanto fanno presa. Una delle teorie che ciclicamente torna è quella dell’autarchia. “Se ce la caviamo da soli siamo meno soggetti ai grandi drammi mondiali”. Ma siamo davvero sicuri che sia così? Io no. Nessun uomo è un’isola, e neppure le filiere lo sono. Ma vado con ordine.
Da una parte, concordo sul fatto che l’estrema apertura dei mercati possa finire per creare diseguaglianze - d’altro canto basta aprire gli occhi per vederle - ma non penso che il problema siano il libero scambio o il libero mercato. Penso che il problema siano certe logiche che li governano. Ma questo, purtroppo, vale anche per chi le avversa senza soffermarsi troppo sulle conseguenze.
La tesi degli autarchici è sbagliata per tante ragioni, soprattutto se applicata al settore dell’agroalimentare. Pensiamoci bene. L’Italia è un Paese autonomo solo quando si parla di pomodori, polli e uova. E basta. Pensiamo anche al Made in Italy, il nostro grande orgoglio nazionale, che però si basa in primis su prodotti di importazione. Perché noi, per vocazione, siamo dei grandi trasformatori, che prendono materia prima e la fanno diventare un prodotto magnifico, come solo noi sappiamo. Un prodotto che consumiamo, ma che esportiamo anche, generando ricchezza.
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Poi, una delle promesse del modello autarchico è calmierare l’inflazione. Anche questa è una balla, perché a spingere la crescita dei prezzi al consumo è il costo dell’energia che si riflette su tutti gli altri listini. In questo articolo il prof. Andrea Segré lo spiega in maniera efficace. Oggi il problema non è quello degli approvvigionamenti o del riempire gli scaffali, ma contenere l’aumento dei prezzi.
Noi di Conad su questo abbiamo una posizione chiara e netta, sia per quanto riguarda i nostri fornitori sia i nostri clienti. Da un lato, siamo convinti che gli attori economici debbano farsi garanti di un equo trattamento a tutti i livelli delle filiere che attivano, ed è per questo che ai nostri fornitori imponiamo precise condizioni. Dall’altro, ci occupiamo di sostenere i nostri Clienti con prodotti convenienti per la spesa di tutti i giorni, guardando oltre l’orizzonte di campagne di marketing più o meno aggressive sui prezzi e nei messaggi.
Bassi e Fissi da anni aiuta le famiglie italiane a risparmiare in media 1500 euro all’anno. Abbiamo distributori di benzina, petstore e parafarmacie con prezzi al di sotto delle medie di categoria. Abbiamo prodotti a marchio Conad che, a prescindere dal posizionamento, sono di qualità e convenienti. Mica è poco fare tutto questo, e farlo tutti i giorni, ovunque e indistintamente. Ma ci crediamo davvero, quando diciamo che nessun uomo è un’isola. Perché sappiamo che il bene delle Comunità si fa costruendo modelli equi, e chiudersi non serve a nessuno.