Prima della pandemia: alcune possibili cause ambientali e sistemiche del coronavirus

Prima della pandemia: alcune possibili cause ambientali e sistemiche del coronavirus

Dopo la smania complottistica che ci ha deliziato con commenti sull'esercitazione militare USA, le dietrologie su Stato di Polizia, presunte invasioni e controllo del globo terraqueo; dopo la confusione e l'incapacità di alcuni attori istituzionali (si veda l'incertezza sui protocolli di emergenza in Lombardia e le difficoltà di gestione a livello Nazionale); dopo anni e anni di tagli alla Sanità, che stanno mettendo in ginocchio i nostri medici e il personale sanitario, costretti a fare letteralmente i soldati, con ovvie ripercussioni su tutta la popolazione; dopo aver visto sminuire l'epidemia da una marmaglia di entusiasti animati da un ottimismo tossico e irrispettoso delle fragilità altrui; dopo aver assistito ai rincari folli sui dispositivi di protezione come mascherine e disinfettanti, nonché alle insopportabili battutine da real-time marketing della prima ora; nel mentre c'è ancora chi crea delirio allarmistico con un'informazione trofica, superficiale e ossessiva... si cominciano a leggere focus sugli aspetti tra i più seri e, ahinoi, preoccupanti – oltre quelli, ovviamente prioritari e attualmente stringenti, dell'emergenza sanitaria – di questa pandemia.

Ieri è uscito un articolo su Il Sole 24 ore che parla di uno studio dell'Arpa sull'inquinamento da polveri sottili come "diffusore" del #coronavirus.

Vi invito a leggerlo qui: https://bit.ly/390gyiW

Ma c'è anche un ulteriore aspetto legato all'#ambiente, che forse è quello principale, ed è una cosa che vado dicendo da anni e sulla quale mi permetto di segnalare la prima #pubblicitàprogresso di Officina Mirabilis, la foto del gabbiano che mangia la pizza fritta. Un'immagine che suscita ironia in prima battuta... poi, attiva riflessioni per niente ilari e che oggi servono più che mai, per ripensare radicalmente la nostra esistenza in rapporto all'altro e al mondo...

Dunque, qual è l'aspetto ambientale forse più importante legato al coronavirus?

È quello del cd. "salto di specie". Ma come è avvenuto?

Alla storia della zuppa di pipistrello, onestamente, non ci ho mai dato peso. Il salto di specie è più probabile sia avvenuto per un'altra ipotesi. Quando si violano gli spazi e le abitudini di intere specie animali, questi sono costretti a mutare e a trovare altre soluzioni, non sempre favorevoli. E non sempre favorevoli per noi.

È facile immaginare che, a catena, succeda anche per gli esseri ospiti delle specie da noi costrette a cambiare abitudini, come i virus, costretti anch'essi a mutare, con tutto ciò che comporta.

Sempre ieri, è uscito un articolo su Le Monde diplomatiche, dal quale cito: La destruction des habitats menace d’extinction quantité d’espèces. parmi lesquelles des plantes médicinales et des animaux sur lesquels notre pharmacopée a toujours reposé. Quant à celles qui survivent, elles n’ont d’autre choix que de se rabattre sur les portions d’habitat réduites que leur laissent les implantations humaines.

Qui, intanto, gli esperti parlano delle abitudini alimentari cinesi e non una parola sulla deforestazione e gli allevamenti intensivi, parlano di come lavarsi le mani ma non di quanto è in quanti infiniti modi le polveri sottili ci uccidono.

Ricordo solo un dato: in Italia, muoiono circa 485 persone al giorno di cancro. E non aggiungono altro...

Anzi, una sola cosa ancora: se dovessi fare una scala della paura, oggi, del virus ho paura 8/10, della grave situazione della Sanità italiana ho paura 28/10 – sebbene abbia grandi speranze sulle nostre eccellenze mediche (si veda la recente approvazione dell'AIFA alla sperimentazione lanciata dal Pascale e dal Cotugno di Napoli > https://bit.ly/2WjstWq).

Ma c'è una cosa che mi fa tremare più di tutte, ed è la distruttività del liberismo, per i seguenti motivi: A) lo stile di vita tutt'altro che salubre che comporta e che, va da sé, contribuisce ad ammalarci; B) gli effetti incontrollabili della globalizzazione; C) l'inquinamento ambientale e la distruzione degli habitat di intere specie viventi; D) l'ottimismo tossico che ha come ombre sia l'incapacità gestionale dell'emergenza e sia un'informazione isterica; E) le privatizzazioni di comparti di interesse statale e i mercati totalmente deregolamentati.

Ecco, il liberismo è la causa di tutti i nostri mali. E di questo ho paura 1000/10.

maria elena A.

Designer e creatrice di gioielli (Autonomo)

4 anni

Puntuale e ineccepibile

Gianluca Bozzelli

Fondatore Studio Legale BG&P - ufficiolegale.com (Bozzelli, Galateri di Genola & Partners)

4 anni

Sempre molto interessanti i tuoi spunti

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Vincenzo Notaro

  • La Molisana / cancel culture vs. pop culture

    La Molisana / cancel culture vs. pop culture

    #pasta #LaMolisana p. III Dopo la baruffa – tra indignati e contro-indignati – causata dal discutibile copy delle…

    22 commenti
  • Terra e Mare (Carl Schmitt)

    Terra e Mare (Carl Schmitt)

    «L'uomo è un essere di terra che calca il suolo. Staziona, cammina e si muove sulla terra dal solido fondamento.

    4 commenti
  • Per un'etica della pubblicità

    Per un'etica della pubblicità

    Quello che sta succedendo nel mercato è questo: l'approccio volto all'utile sta inghiottendo aziende e professionisti…

  • Mistero o inganno?

    Mistero o inganno?

    Il mistero è uno dei motori indispensabili della curiosità. Il termine deriva dal greco mystḗrion, der.

  • Vivere in comunità [Z. Bauman]

    Vivere in comunità [Z. Bauman]

    Vivere in comunità è qualcosa di estremamente vitale, ma c’è un prezzo da pagare. Ciò che negli ultimi tempi manca…

  • Sul caso Gibson e i giovani che non suonano più chitarre elettriche

    Sul caso Gibson e i giovani che non suonano più chitarre elettriche

    Ieri la Gibson, storico marchio americano di chitarre e bassi di grande qualità, ha dichiarato bancarotta. Una notizia…

Altre pagine consultate