Le maree stanno cambiando.
La Giornata Mondiale degli oceani, istituita nel 1992 durante il vertice mondiale sull’ambiente di Rio de Janeiro, dal 2008 è riconosciuta anche dalle Nazioni Unite con 140 Paesi impegnati nel porre l’attenzione sugli oceani, studiando opportune strategie, mirate sul medio e lungo periodo, tese alla loro tutela ma anche alla sensibilizzazione della cittadinanza globale sui rischi legati allo sfruttamento dell’ambiente marino. Tutto ciò in sintonia con l’obiettivo promosso dalla recente COP15 di Montreal di proteggere almeno il 30% delle nostre terre, acque e oceani entro il 2030 (30×30).
Il mare e gli oceani rappresentano il polmone del nostro Pianeta.
Producono il 50% dell’ossigeno presente sulla Terra e hanno contribuito ad arginare, fino a ora, i cambiamenti climatici estremi, fungendo da equilibratore naturale. Rappresentano il 96% di tutta l’acqua sulla superficie terrestre e assorbono circa il 25% delle emissioni di CO2 che le attività umane emettono in atmosfera ogni anno, riducendo notevolmente l’impatto di questo gas ad effetto serra sul clima.
Oltre 3 miliardi di individui sul pianeta dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il proprio sostentamento. A livello globale, il valore di mercato delle risorse e dell’economia del mare è stimato di 3.000 miliardi di dollari l’anno, circa il 5% del PIL mondiale. Anche l’ultimo rapporto sulla Blue Economy della Commissione Europea evidenzia che, nonostante l'impatto negativo della pandemia di COVID19 e l'invasione russa non provocata dell'Ucraina, la maggior parte dei settori blu ha aumentato le proprie prestazioni economiche.
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Dal 2010 al 2020 si è registrato un significativo aumento del Valore Aggiunto Lordo per i settori con un +25% nelle attività legate alle risorse biologiche marine, +25% le attività portuali, + 1762% energia eolica offshore e +22% la cantieristica navale. Nel complesso, i settori consolidati dell'economia blu dell'UE hanno generato un valore aggiunto lordo (VAL) di 129 miliardi di euro nel 2020, per un utile di 43,6 miliardi di euro e un fatturato totale di 523 miliardi di euro.
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Ognuno deve fare la propria parte per migliorare le condizioni dei nostri mari e degli oceani perché, oltre a svolgere un innegabile ruolo in campo ambientale, garantiscono approvvigionamento alimentare a milioni di persone nel mondo con nutrienti di fondamentale importanza come ferro, vitamina B12 e acidi grassi Omega-3. E da quest’anno ECOMONDO allarga i propri orizzonti verso la crescita blu, inserendo tematiche di interesse dei settori economici della Blue Economy nel proprio programma: dalla filiera ittica sostenibile alle Blue Skills & Jobs, dalle strategie di sviluppo delle zone costiere europee alle iniziative messe in campo dell’UE per migliorare le condizioni ambientali dei mari e degli oceani.
Massimo Bellavista - membro del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo
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