Le riflessioni (imperdibili) di Harari su Covid-19

Molti pensano che l'epidemia abbia dimostrato che l'umanità è impotente di fronte al potere della natura. Il 2020 ha invece sancito che le epidemie non sono più forze incontrollabili della natura, la scienza le ha trasformate in sfide che si possono gestire. Perchè allora così tante morti e sofferenze? Per cattive decisioni politiche.

Contro le epidemie del passato, dalla Peste del Trecento alla Spagnola del 1918, non c'erano contromisure adeguate. A gennaio 2020 gli scienziati avevano già isolato il virus, definito il suo genoma diffondendo i dati online. In pochi mesi è stato chiaro cosa avrebbe rallentato i contagi. Progressi senza precedenti non solo delle biotecnologie ma pure dell'informatica, nel controllare in tempo reale la catena dell'infezione.

Contemporaneamente, digitalizzazione e automazione hanno permesso di non paralizzare settori cruciali (agricoltura, trasporti, logistica). Abbiamo capito l'importanza della scienza e del controllo dei dati. Ma le scelte deve farle la politica non la scienza. Primo: i dati vanno usati per aiutare, non per manipolare la gente. Secondo: il controllo dei dati NON può essere solo dall'alto in basso, pena il rischio di dittatura invasiva: anche chi governa deve essere trasparente e controllabile, nelle decisioni, nell'uso dei soldi. Terzo: questi dati NON devono essere concentrati (nelle mani di pochi).

Di cosa ci sarà bisogno? Di sicurezza informatica, perchè la struttura digitale che ci ha aiutati è vulnerabile, di maggiori investimenti nella sanità e di un potente sistema globale per prevenire epidemie. Se la sanità ha avuto successo a differenza della politica è perchè ha saputo collaborare a livello globale...

Mia personale sintesi, imperdibile la riflessione su #Covid-19 di @Yuval Noah Harari su #Financial Times.