"Le strade di casa"
.... E le strade di casa, per Inés, erano tutte quelle che la riconducevano dritte dritte agli occhi di Luis. ....
Nell'imminenza delle Festività Natalizie, desidero condividere qui un mio racconto breve. Un testo che amo molto, intriso di poesia e sentimento. Un nuovo e diverso racconto di Natale. Il Natale del quotidiano...
Buona lettura! E auguri di "tanti buoni propositi ritrovati"...
« Finiamo domani. A casa, ora... », disse Carla, riponendo nello scaffale il registro con le adesioni al convegno cui stavano lavorando. « E’ tardi, il tuo piccolo ti aspetta! ». « Già... povera stella, starà già contando i minuti », rispose Inés, finché, abbozzando un sorriso alla collega, imboccava la tromba delle scale dell’ufficio per uscire e raggiungere il parcheggio.
Casa finalmente... Quel posto unico e speciale, dove ritrovare se stessa, dove l’atmosfera respirava di pace, calore e amore, sarebbe stato suo anche oggi. Ed era pronta una volta ancora a percorrere le strade che l’avrebbero condotta alla meta tanto desiderata.
Le strade di casa sono quelle che ci portano dritte al cuore. Sono quelle che portano con sé ricordi insostituibili, profumi e colori familiari, suoni e accenti particolari. Ma sono soprattutto quei passaggi e paesaggi che ci conducono a ciò che “casa” rappresenta, ossia il nostro mondo intimo, la nostra famiglia.
Questo lo sapeva bene Inés. Era l’unico pensiero cui rimandava la mente ogni giorno durante le tante e interminabili ore trascorse fuori da quel luogo magico e sacro, dove la sera faceva ritorno, certa e confortata di ritrovare “casa” negli occhi del suo piccolo Luis, di sei anni.
Già... Perché per Inés “casa” non era precisamente un luogo, ma piuttosto una sensazione, avvolgente e viscerale, un’idea simbolica abbinata alle parole Amore e Famiglia, e di qui ad un’immagine ancor più intima e densa di significato: suo figlio... la proiezione di sé nel mondo, la personificazione stessa dell’Amore, simbolo di scelta e responsabilità.
E le strade di casa, per Inés, erano tutte quelle che la riconducevano dritte dritte agli occhi di Luis.
Gli occhi di un figlio sanno riportare ad un mondo interiore, fatto di gesti, parole e silenzi, ricordi e insegnamenti; sono gli occhi della comprensione e dell’accudimento; gli occhi ridenti della gioia condivisa e quelli commossi del dolore che segna, a cui dare conforto. Gli occhi di casa insomma, quella casa che è tutto il nostro mondo. Un luogo che non ha bisogno di pareti, mobili e suppellettili: sono gli occhi della casa che ci portiamo appresso, come il guscio di una tartaruga. Sono la casa che abbiamo sempre con noi, ovunque siamo e ovunque andiamo, purché vicini a chi amiamo.
Le conosceva bene, Inés, le strade di casa. Erano tante e tutte diverse. Le percorreva quasi in trance lungo i tragitti trafficati e tortuosi della provincia, ogni giorno, persino il sabato e la domenica a volte, di rientro dai tanti lavori e dagli innumerevoli impegni che doveva affrontare.
Il “gigante” Inés... La fiera, combattente Inés. Esempio forte di rigore e rispetto, ma nello stesso tempo fragile creatura in cerca di equilibrio e amore.
Perché negli anni “della crisi” essere genitori soli non è facile. E lo sperimentava quotidianamente sulla sua pelle Inés, il supereroe di Luis... La chiamava supermamma, il piccolo nanerottolo gioioso e dolcissimo, cresciuto troppo in fretta, che guardava felice e fiero verso quegli occhi familiari e unici, che anche per lui erano “casa”.
Le percorreva con la mente a volte assente, Inés, quelle strade, tra le campagne della sua provincia, tanto colorate e rigogliose d’estate, quanto nude e fredde d’inverno. Le percorreva persa tra i mille pensieri cui dare risposta, intrappolata nei tanti interrogativi sul domani, sui carichi economici e di famiglia, le controversie di un matrimonio andato a rotoli, le ingiustizie e le piccole miserie umane da sopportare dentro e fuori il lavoro.
A volte, invece, le percorreva con mente lucida: contava i minuti, contava i chilometri, con quell’unico tenero pensiero... Luis. L’unico capace di farla sentire davvero a casa.
Le sue strade erano fatte di innumerevoli piccoli tratti, collegati assieme da altrettante mete, località e angoli semplici che le rammentavano i tanti momenti trascorsi con il suo bambino. Una gita o una visita domenicale; il centro commerciale dove si era rovesciata il caffè sui pantaloni, distratta dalle smorfie di Luis; una veloce sosta tra i campi di grano, dove gli aveva insegnato i segreti del mais, mentre minaccioso arrivava il contadino, alla vista dei due estranei intrufolatisi nella sua proprietà.
E poi c’era quel murales che ritraeva una rana a zampe all’aria, che aveva fatto ridere a crepapelle il piccoletto, o il capitello dove Luis aveva voluto posare un fiore per il nonno. La campagna delle vendemmie con l’amico Giorgio, o la pista ciclabile che costeggiava la statale dove aveva portato Luis per il suo primo giro in bicicletta “in notturna”...
Le strade di casa sono piene di insidie a volte, ma sono anche dolci e profumate. Quello che conta è ritrovarle sempre e saperle percorrere con desiderio e coraggio, in qualsiasi condizione, anche la più avversa... Ritrovarle, non perderle mai. MAI abbandonarle.
Perché c’è chi le abbandona, alla ricerca di qualcosa di più facile, a volte. E c’è chi le lascia per paura di affrontare responsabilità e problemi più grandi di sé. C’è, poi, chi le percorre con egoistica rincorsa, verso soddisfazioni unicamente personali. Ma queste non sono le strade di casa... No, non lo sono.
Inés aveva sempre avuto ben chiaro cos’era casa, e aveva ripercorso milioni di volte nella sua mente le strade di casa. Aveva visto centinaia di volte la luce di quegli occhi, l’espressione incantevole e carica di significato che arrivava da quello sguardo. Aveva visto e amato migliaia di volte tutto questo ancor prima che quegli occhi prendessero vita, ancor prima che ci fosse anche solo il pensiero di lui... Luis, il suo piccolo, grande amore, l’unica casa che potesse mai desiderare.
« Accidenti, anche stasera ho fatto le otto... Povero amore, mi starà già aspettando con le manine sul vetro e il naso appiccicato alla finestra della cucina...», pensò, finché percorreva l’ultimo chilometro verso casa. Poi prese a sinistra, sulla rotatoria che portava all’ingresso della città, e fece strade, stradine e vicoletti in soli cinque minuti, fino a Via della Riviera, n° 20.
Parcheggiò l’auto in gran velocità, nel sottoscala, dove si trovava l’autorimessa comune del suo condominio; prese la borsetta, le due borse della spesa, una per ogni mano, dopo aver caricato in spalla il portatile e una sacca di libri e documenti, dove aveva infilato anche una bustina con una dolce sorpresa per il suo cucciolo. Imboccò in fretta e furia il vano scale, calcando rapidamente le sei rampe che portavano al terzo piano, dove abitavano lei e Luis e dove si trovava anche l’appartamento di Victoria, l’amica, vicina di casa, che ogni giorno le teneva il piccolo fino al suo ritorno.
Suonò il campanello, con il fiato corto e i capelli spettinati, davanti agli occhi; il borsone cominciava a scivolarle giù dalla spalla sinistra e la pesante borsa della spesa iniziava a bloccarle la circolazione delle dita nella mano destra. Dall’altra parte della porta si sentì uno scalpiccìo di passetti veloci, misto a risatine: era Luis che faceva a gara con Massimo, il figlio dei vicini, per precipitarsi ad aprire la porta. « E’ la mamma, è la mamma! » gridava. E finalmente la porta si aprì e, come ogni sera, i loro occhi si incrociarono, pieni di gioia, una volta ancora. « Mamma! », gridò forte Luis, gettandole le braccia attorno ai fianchi morbidi, « Sei arrivata finalmente! ». « Amore mio, ciao », rispose dolcissima e materna Inés. « Vieni, ti preparo la cena, tesoro ».
Ecco, era di nuovo a casa. Il rituale si ripeteva. Le sue strade l’avevano ricondotta verso il confortevole e prezioso universo domestico che albergava dentro e fuori gli occhi di Luis.
La casa di Inés.
Journalist and interpreter. Contents & Communications manager. Skilled in languages & public speaking. Coordination and management of concerts and music events
5 anniGrazie Tanina