Le strategie per emergere sul web

Le strategie per emergere sul web

Facebook, ed in generale i social media, stanno perdendo appeal. Il tempo medio di utilizzo quotidiano è sceso sotto le due ore e l’engagement sta progressivamente calando, arrivando ad una media di soli 13 like mensili.

Il Social BLU, ma non solo lui, sta perdendo popolarità, e un numero sempre maggiore di profili sopravvive, senza che i proprietari siano veramente attivi nel postare o nel leggere i post altrui.

Dopo un momento di grandissima popolarità, un po’ le fake news, un po’ gli heaters, stanno allontanato la gente dai social.

Cosa succede su Facebook?

Facebook in particolare è diventato un campo di battaglia nel quale le fazioni ideologiche opposte riescono a scontrarsi su tutto in un modo che nemmeno nei bar degli anni settanta si vedeva. A dare poi un ulteriore colpo, il caso Snowden, che ha rivelato scenari di spionaggio un po’ inquietanti sul modo con il quale vengono trattati i dati personali, ed ha aperto gli occhi sulla gratuità apparente delle piattaforme.

Cercare di dimensionare la perdita di interesse nei confronti dei social comunque non è semplice.

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Google trend, ovvero le tendenze dell’utilizzo delle stringhe nelle ricerche Mostrano come la parola Facebook sia in calo pressoché costante dal 2012.

Altri report, ed in particolare quello pubblicato da HOOTSUITE, disegnano un’Italia molto più social di quanto non induca a pensare il trend di Google. Da tenere presente, a parziale giustificazione di ciò, che dal 2012 ad oggi la gran parte degli utenti attivi sui social ha imparato ad utilizzarli da applicazioni mobile, smettendo di fatto di transitare da Google.

Ad ogni buon conto, gli italiani in possesso di almeno un profilo social sono cresciuti di un milione nell’ultimo anno, mentre di ben 11 milioni è cresciuto il numero degli utilizzatori di internet, il che è indice di come gli italiani abbiano maturato una certa diffidenza nei confronti dei social media.

Facebook in particolare ha 31 milioni di utenti attivi in Italia, che è un numero molto rilevante, con però una bassissima frequenza media di attività (mensilmente, 13 Like, 5 commenti, 2 condivisioni e 14 click su inserzioni pubblicitarie).

Gli italiani attivi sui social network sarebbero 35 milioni, dei quali 31 milioni (quindi una schiacciante maggioranza) da mobile.

Come affrontare la perdita di appeal dei social?

I principali analisti concordano nel constatare una perdita di appeal dell’universo social, indicando come ricetta per far fronte alla perdita di audience, l’investimento in azioni di marketing destinate a far crescere il traffico e la visibilità del proprio sito internet.

In questo i Social possono ancora aiutare, ma devono essere un ponte tra gli utenti ed il sito aziendale e non, come sono nella gran parte dei casi, l’atterraggio finale della attività di marketing.

Su Facebook si stima che il costo medio del LIKE alle pagine aziendali sia di un euro (se facciamo i conti, tra tempo speso per fare i post, costi pubblicitari, e magari il costo di un fotografo o di un video maker, ci accorgiamo che un euro a like è forse poco).

Se la stessa cifra fosse investita sul sito aziendale, costruito per prevedere la registrazione degli utenti o la iscrizione ad una newsletter, probabilmente il costo a registrazione sarebbe inferiore.

Inoltre un simile sistema produrrebbe liste di utenti molto più in target rispetto a ciò che vendiamo, di quanto riesca a generare Facebook o qualunque altro social.

Quale strategia adottare?

Pur rimanendo i social un canale di comunicazione importante, soprattutto per le aziende che svolgono una attività sul territorio, la strategia corretta, oggi più che mai, è quella riservare la gran parte delle risorse disponibili sul sito web.

Si tratta di investire in SEO, linkbuilding, e nella creazione di contenuti, lasciando ai social il compito di ponte tra gli utenti ed il sito.

Quindi, soprattutto per le piccole aziende, di minimizzare l’attività social sulle pagine aziendali, lasciando la gran parte della propria comunicazione ai profili personali.

Il sito andrà congeniato in modo da far registrare gli utenti, garantendo loro la migliore user expeience possibile, assecondando il modo con il quale Google classifica i siti.

Oggi, confermando la tendenza in atto ormai da diversi anni, il fattore di ranking più importante è rappresentato dal modo con il quale i visitatori del nostro sito si comportano, dal tempo che dedicano alla navigazione del nostro sito, dal numero di interazioni che compiono e molto altro.

Quindi il nostro faro, nel momento in cui pensiamo ai contenuti del nostro sito, deve essere il dare risposte a bisogni e a domande che il nostro target di clientela normalmente si pone, in modo da coinvolgerlo e suscitare il suo interesse.

il grafico mostra l'utilizzo odierno dei social network in Italia. FB ha perduto il primato a favore di due piattaforme completamente differenti come you tube e whatsapp


Stefano Torre

Infonet Piacenza

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