Lensa, ChatGPT e DNA: cosa possiamo apprendere dall'Intelligenza Artificiale?
Ad oggi sono circa 120 i geni noti coinvolti nelle sindromi genetiche che si manifestano anche attraverso la sordità congenita. Un laboratorio di analisi ci impiega dagli 8 ai 12 mesi prima di elaborare un referto completo e non per particolari lungaggini o inefficienze, ma proprio perché per verificare qualsiasi match è necessario confrontare i campioni di sangue (o saliva) prelevati, con una massa critica sufficiente tale da permettere il corretto svolgimento dell’analisi genetica.
Ad oggi l’unico screening del DNA fetale che la comunità di genetisti ritiene affidabile è il semplice NIPT di base, un test non invasivo, la cui sensibilità è stata validata esclusivamente per le trisomie dei cromosomi 13, 18 e 21. Esistono però ulteriori indagini genetiche di screening del DNA fetale che estendono il loro campo di ricerca ad altre sindromi o anomalie genetiche, ma attualmente il loro grado di accuratezza non è abbastanza rassicurante, perché per questi test non è sufficiente la mole di dati da confrontare.
Da circa una decina di giorni la mia timeline di Facebook e il mio feed di LinkedIn sono popolati di avatar molto pop e colorati, alcuni, ammetto, sono davvero stupefacenti. Queste immagini le genera una Intelligenza Artificiale che si chiama Lensa. Oltre a questi, anche post scritti attraverso ChatGPT, l'Intelligenza Artificiale che scrive contenuti.
Più utenti usano queste intelligenze artificiali, più le loro informazioni alimentano gli algoritmi. Per questo gli algoritmi apprendono (gratuitamente). Maggiore è la mole di dati con cui l’algoritmo si deve confrontare, minore è la probabilità che la precisione dell'output sia bassa.
Consigliati da LinkedIn
Cosa hanno in comune le indagini genetiche con gli algoritmi? Semplice da intuire: la loro accuratezza si avvicina al 100%, se la massa critica di dati raccolti è sufficiente.
Che cosa non hanno in comune (purtroppo)? L’inaccessibilità economica, soprattutto per i primi esami di screening del DNA Fetale (circa 400-600 euro per un NIPT di base, fatta eccezione per le regioni Emilia Romagna e Veneto che coprono il costo intero, fino ai 1300 euro per quelli più completi) e la totale accessibilità dei secondi (scaricare Lensa ad esempio è gratuito, così come il trial di 7 giorni).
Con queste premesse avrei potuto chiudere il post con una chiosa che avrebbe potuto stimolare una riflessione che avrebbe sconfinato probabilmente i confini etici e le motivazioni personali e più intime, ma c’è un ma. Proprio oggi mi è arrivata una newsletter del MIT intitolata “How it feels to be sexually objectified by an AI”. Incuriosita sono andata a leggere e, in sintesi, Melissa Heikkilä, autrice dell'articolo e Senior Reporter for AI al MIT Technology Review racconta la sua esperienza, decisamente insolita, con Lensa. L’app, spiega la Heikkilä, crea i suoi avatar attraverso un modello open-source di Intelligenza Artificiale che si chiama Stable Diffusion, che genera immagini basate su prompt di testo (quindi descrizioni testuali). A sua volta Stable Diffusion apprende grazie a LAION-5B, un sistema di dati open-source e su larga scala che estrapola le immagini da internet. Vengo al punto. La reporter del MIT, di origini asiatiche, rispetto ai suoi colleghi a cui Lensa ha restituito avatar molto somiglianti, afferma che dopo aver caricato le sue immagini, la app le ha proposto esclusivamente delle immagini in cui lei è fisicamente poco riconoscibile, atteggiata da eroina di video games erotici in pose molto sensuali e vestita con abiti succinti e provocanti. Perché? Presto detto: “E poiché internet è pieno di immagini di donne nude o poco vestite, queste stereotipi sessisti e razzisti ce li ritroviamo anche nel data set da cui impara l’Intelligenza Artificiale”. Non finisce qui. Sapete cosa succede quando Melissa Heikkilä ripete il test, dichiarando di essere un maschio? Lensa le propina immagini in cui indossa abiti e appare seria e soprattutto sono immagini in cui lei si riconosce.
Mi fermo qui. E voglio lasciare appositamente il finale aperto per dare a ognuno di noi la possibilità di trarre le proprie conclusioni.
Portfolio Administration @ Banca Cesare Ponti S.p.A.
2 anniDevo dissentire sul fatto che l'Emilia le copra per intero, solo se ci si affida totalmente alla sanità pubblica per il follow up, ovvero consultori. Mia moglie ne ha fatte 11. Per il resto, strumento fenomenale.
Giornalista. Scrittrice. Promozione Made in Italy. Consulente comunicazione e branding-Ufficio stampa 💻 the-post.it - United States of italy -Genialitaly -Atlantico di Nicola Porro
2 anniGrazie mille Emanuela, a dir poco sconcertante.