L’Europa può essere riformata. La Grecia lo dimostra
di Gianni Bottalico, Presidente ACLI
L’esito del referendum greco ha due grandi sconfitti. Il primo sconfitto è l’establishment tecnocratico e politico che ha reso irriconoscibile il progetto europeo delle origini, dando una priorità assoluta e insensata agli interessi della finanza internazionale, a scapito della dignità del lavoro e della democrazia.
L’altro grande sconfitto è il blocco delle forze populiste e nazionaliste che cavalcando lo scontento diffuso per la crisi, rischiano di sfasciare l’Europa. Il voto greco dimostra invece che l’Europa è riformabile quando la sovranità torna al popolo sia a livello nazionale che a quello comunitario.
La Grecia non avrà risolto i suoi problemi ma l’esito della consultazione referendaria le conferisce adesso maggior forza contrattuale, ottenuta nonostante l’ignobile tentativo di condizionamento del voto messo in atto dalle istituzioni finanziarie europee con la riduzione della liquidità di emergenza delle banche greche, che costituisce un accanimento su pensionati e famiglie, fatto da chi nel contempo pompa senza interruzione quantità incomparabilmente superiori di liquidità nei bilanci degli istituti di credito europei.
Il voto di oggi potrebbe essere ricordato come l’inizio del crollo dell’ultima dittatura rimasta in Europa, quella dell’attività finanziaria speculativa.
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