LIFE
Guardate questa immagine.
È il calendario di una vita diviso in settimane, immaginando la vita di una persona sino all’età di 90 anni (il progresso scientifico ci consente quest’ottimismo e io ci voglio credere).
A colpo d’occhio ci sono tanti piccoli quadratini, indistinti, bianchi, perfettamente ordinati, uno di fianco all’altro.
Quanto più allontani l’occhio dall’immagine, tanto questa sembrerà sfocata e compatta…un unico grande rettangolo.
Ci svegliamo, andiamo a lavorare, ci occupiamo della famiglia, andiamo a fare la spesa, le vacanze, gli amici e le cene…una vita di tanti quadratini tutti uguali?
Non proprio, più ci si avvicina, più si vedono i piccoli quadratini, i bordi delle figure diventano sempre più nitide.
4770 minuscole finestre
Non faremo fatica ad individuare all’interno di queste 4770 minuscole finestre, la vita di ciascuno di noi.
Riesco a vedere il giorno in cui ho preso il diploma, quel giorno in cui ho detto a mio padre che volevo fare il consulente finanziario, quel momento in cui ho guidato la macchina per la prima volta da solo e sono uscito con gli amici a festeggiare.
Non faccio fatica a rivedere quel giorno in cui è nato mio figlio, quando ho firmato il mio primo rogito per l’acquisto della casa, ricordo il 2 settembre del 1998 giorno dell’orale per l’esame da consulente finanziario, quando è venuto a mancare mio padre o quando ho mandato il primo messaggio alla persona speciale…e potrei continuare.
Provaci anche tu…soffermati su quel giorno in cui hai cominciato a lavorare: com’eri? Che cosa sentivi? Grazie a chi e a cosa sei arrivato ad occupare quella posizione?
E quel giorno in cui ha comprato la casa in montagna? Che emozione hai percepito? Che cosa volevi ottenere con quell’acquisto?
I quadratini cominciano a prendere colore, un colore diverso per ciascuno di noi, il colore degli obiettivi che ci siamo posti e che ci porremo.
Gli obiettivi
Ed è di questo che voglio parlare con voi: gli obiettivi.
Perché sono importanti e quanto incidono sul nostro essere felici?
L’obiettivo ci fornisce la direzione, ci orienta, è il filo che guida le nostre azioni e anche se ci troviamo in un labirinto, ci aiuta a non perdere la strada.
L’obiettivo ci mette in contatto con le nostre emozioni e ci da la spinta per migliorarci.
Spesso li confondiamo con il risultato delle nostre azioni ma non lo sono e per questo vi faccio un esempio.
Poniamoci l’obiettivo dell’acquisto della casa al mare.
Che cosa c’è dietro questo immobile?
Il desiderio di vivere dei momenti di serenità con la nostra famiglia? Un desiderio di libertà e spensieratezza che accompagna la visione del mare?
Proviamoci a riflettere.
L’obiettivo è la realizzazione materiale di valori, di desideri, di emozioni che ciascuno di noi vive e sono questi i nostri perché, sono questi la vera spinta per andare avanti.
Il mio metodo
Ecco di cosa parlo con i miei clienti, li ascolto e insieme poi condividiamo la strategia per raggiungerli.
Il resto, come la gestione del portafoglio, gli andamenti dei mercati, l’asset allocation eccetera eccetera, vengono dopo.
Consigliati da LinkedIn
La pianificazione degli obiettivi va di pari passo poi la con quella patrimoniale: le due cose sono strettamente correlate e, quando realizzate, regalano emozioni positive di cui la firma sul contratto di compravendita ne rappresenta il mero atto materiale.
Per pianificare i propri obiettivi occorre pratica e riflessione.
Io mi affido alla penna e alle domande; mi sono esercitato con me stesso prima che con i clienti.
Anni fa ho cominciato a stilare la lista dei miei desideri, un po’ come racconta Igor Sibaldi con la lista dei 101 desideri.
L’esercizio si basa su 10 regole; bisogna scrivere a penna oltre 100 desideri ma:
1) Ogni desiderio inizia con “voglio” (e non con vorrei)
2) Non si usano negazioni.
3) Non si chiedono soldi
4) I desideri devono essere espressi con non più di 14 parole
5) Formula il desiderio senza paragonarti a qualcuno
6) Non si formulano desideri “in serie”
7) Chiedi per te stesso e non per altre persone
8) Non chiedere di vivere relazioni sentimentali con persone specifiche
9) I desideri devono essere espressi in forma chiara e non vaga
10) Non usare vezzeggiativi o diminuitivi
Il coraggio della consapevolezza
All’inizio sarà semplice; poi dal 10mo desiderio le cose si faranno sempre più difficili; per quanto ciascuno di noi abbia sognato la lampada di Aladino, quando poi ci si trova nella condizione di poter e dover desiderare, si genera un blocco.
Da questo esercizio traggo la considerazione che far emergere i desideri è un atto complesso, di ricerca e riflessione, che richiede coraggio e impegno; perché se ho messo nero su bianco VOGLIO CHE LA MIA FAMIGLIA VIVA IN PROSPERITA’ poi dopo devo mettere in atto tutte quelle azioni che mi consentono di raggiungere quel determinato obiettivo.
Questo fa sì che il desiderio diventi poi realtà.
Averlo scritto significa anche poter rileggere la lista e ripercorrere le motivazioni che mi hanno spinto a individuare quei precisi desideri.
Fatto insieme con il cliente significa anche gestire i momenti di stress e di tensione perché riportiamo alla memoria il desiderio e l’emozione che lo anima.
Avere ben chiari i propri desideri e obiettivi determina sicurezza e consapevolezza ed è questo ciò che faccio per i miei clienti.
Il mio metodo parte proprio da qui; dal coraggio di desiderare e dalla consapevolezza di agire.
Mi piace lasciarvi con un brano dei Depeche Mode: Walking in my shoes
Asteniamoci dal giudicare i desideri altrui, ognuno ha il proprio percorso e la propria strada!