LinkedIn Ads: 2 miti da sfatare
Mito #1: le campagne su LinkedIn sono costose.
Si, ma solo se ci si ferma alle metriche di base come CPC (Costo per Click) e CPL (Costo per Lead). Per misurare il ROI va considerata la qualità dei lead generati, ovvero il tasso di conversione, che è superiore a quello che ottieni sugli altri social network.
LinkedIn richiede un investimento iniziale alto e il modello di tariffazione in uso comporta CPC e CPM (Costo per Mille) in alcuni casi anche dieci volte più alti rispetto a Facebook. E’ anche vero però che se si scegle di raggiungere un cliente tramite LinkedIn è perché gli si attribuisce un valore molto alto e una capacità di generare revenue elevate.
Inoltre, chi investe su LinkedIn vuole targettizzare persone o aziende molto specifiche – per esempio filtrando per status professionale delle persone – e questo tipo di profilazione è difficilmente o per nulla ottenibile con campagne su Facebook o su altri social network, nemmeno con Google ADS stessa.
Quindi il motivo per cui LinkedIn Ads, guardando a CPM e CPC, risulta più costosa rispetto a Facebook Ads è la sua natura e la qualità.
Su LinkedIn lo ‘spreco’ è nullo, si può decidere a chi mostrare gli annunci utilizzando la giusta targettizzazione. Se il business generato può valere qualche decina di migliaia di euro, non credi che non sia un problema spendere dai 6 agli 8 euro per click?
E’ solo importante ricordare che i risultati dell’advertising su LinkedIn si vedono nel tempo, quindi NON è consigliabile investire su questa piattaforma se si offrono prodotti con un un valore del ciclo del cliente basso (Lifetime customer value).
Mito #2: : l’interfaccia è rigida e tecnologicamente poco evoluta.
In passato poteva essere così, ma il nuovo Campaign Manager è migliorato e va incontro alle esigenze espresse dagli utenti.
L’interfaccia riflette una nuova impostazione basata su obiettivi, analoga alla struttura dell’advertising su Facebook. L’advertising basato su obiettivi facilita l’approccio allo strumento da parte degli utenti.
Anche in questo caso un piccolo monito: non lasciarsi prendere dall’entusiasmo per la semplicità dell’interfaccia e non trascurare la parte di studio e pianificazione passo-passo della campagna
E’ vero comunque che le campagne a pagamento su LinkedIn non sono adatte a tutte le situazioni e realtà aziendali. Ho dedicato l'ultimo articolo a spiegare come scoprire se LinkedIn Adv. è uno strumento adeguato per il vostro business; basta rispondere alle 5 domande che trovate in fondo all'articolo che trovate qui >>.
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L'autore
- Leonardo Bellini, Fondatore di LinkedInForBusiness e di AffinityMatters, Consulente e LinkedIn Trainer.
- Autore di 4 libri su LinkedIn: "Come usare LinkedIn per il tuo Business", "Social Selling", "LinkedIn Tips" e "la Pubblicità su LinkedIn".
- Professore a contratto presso Università Cattolica del Sacro Cuore
- Docente presso Ex. Master di Social Media marketing e comunicazione presso IULM, LUISS, Università di Udine, UPA
- Tiene Workshop e Webinar dal 2015 presso Osservatorio Internet Media, ECommerce ed HR Innovation presso Osservatori.net
- Innovation Manager accreditato dal Ministero Italiano dello Sviluppo Economico
- Tra i clienti di LinkedinForBusiness: 3M Italia, ESKER Italia, UNIPOL Sai Assicurazioni, Aggreko Italia, The Nielsen Company,
SEO Manager @ Facile.it (We're a UNICORN! 🦄) - Insurance, Loans, Mortgages, Trading, Bank Accounts and Automotive
4 anniCredo che molto possa dipendere anche dall'uso o meno di un "canale proprietario" di LinkedIn, ovvero le Ads InMail. Mentre i CPC e i CPL del feed sono sensibilmente più alti, le InMail che ho provato hanno avuto CPL che, in certi casi, sono state sui 0,50€ al lead. Che riscontri hai tu Leonardo?
SEO manager | Aiuto le aziende ad emergere nell'ecosistema di Google e dell'IA
4 anniHo sempre pensato che le campagne adv su Linkedin hanno un costo proporzionato al valore del risultato ottenibile. Comunque fai bene a dirlo e a ricordarlo a chi magari pensa il contrario... Ottimo Leonardo! ;)