L'Intelligenza artificiale è come il sale.
Si, è come il sale. Se lo usi bene, il sale, esalta il gusto del cibo. Se ne metti troppo è un pastrocchio.
Andiamo con ordine: stamattina ho scritto un articolo per Namu, forse uno dei clienti più intriganti che seguo con Endurance Group.
Namu ha una visione molto interessante e sicuramente molto vicina al mio modo di pensare: la tecnologia non deve impattare negativamente sulla nostra vita, ma anzi, deve essere un esaltatore delle capacità e peculiarità dell'essere umano. Appunto tipo il sale.
Purtroppo lo spauracchio dell'AI che surclassa e sostituisce l'uomo è molto diffusa: ad esempio, secondo una ricerca di Pew Research, il 70% degli statunitensi nutre preoccupazione nei confronti dei robot (lo so perchè lo dice Wired).
Il 70% è tantissimo.
Tale preoccupazione è talmente diffusa che si parla tranquillamente di robofobia (a me un po' fa sorridere, ma comprendo tale ansia).
Perchè se da una parte è vero che la tecnologia guidata dall'AI porterà ad un cambio di gestione del lavoro pari a circa il 50%, è anche vero che contribuirà alla nascita di altri lavori e mansioni.
Anche nel mio campo, ovvero il marketing, tantissimi tool permettono di automatizzare i processi e quindi di snellire il lavoro, ma dall'altra parte mi danno più spazio per fare altro. Cose che le macchine non sono in grado di fare.
Vabbeh, la visione non è così semplice, dirai tu (e hai ragione), ma il discorso è veramente troppo lungo. Quindi torniamo al titolo.
All'inizio dicevo che stamattina ho scritto un articolo sull'AI e sull'etica dell'Intelligenza artificiale.
Dicevo anche che l'AI deve essere un esaltatore.
Che è tipo il sale, che esalta il gusto del cibo.
Che se ne metti troppo, succede un pastrocchio.
Io credo che l'AI Etica sia proprio questo: il giusto connubio fra sapidità indotta e reale.
L'articolo lo trovi qui.
Buona lettura :)