Look up! Ma che fare con i no-vax?
Don’t look up, il film di quel genio di Adam McKay, inscena – in metafora – lo scontro tra negazionisti e interventisti che stiamo vivendo all’epoca del Covid-19. Una delle battute più belle tra le tante di cui è disseminata la sceneggiatura corrisponde a una delle opzioni di un sondaggio, in cui semplicemente una parte degli intervistati risponde che “non vuole la cometa”. Come se potessimo piegare la realtà ai nostri desideri.
Ebbene, quante volte ci siamo chiesti che cosa dobbiamo fare con i no-vax? Purtroppo, la domanda posta così rende difficile, molto difficile, la risposta. Perché contiene già un pregiudizio, lungo il quale disponiamo due schieramenti: noi e loro. E – ovviamente – “noi” ci sentiamo migliori di “loro”. Loro vengono da mondi a noi ignoti – salvo stupirci quando un cugino o il compagno di padel dichiara con fare (a sua volta) sprezzante e di superiorità di non essersi sottoposto alla somministrazione del vaccino. Loro sono ignoranti – salvo stupirci dei loro titoli di studio o dello status professionale. Loro sono ideologizzati – anche se ci mettono in difficoltà quando ci fanno notare con puntiglio le incoerenze della comunicazione dei mesi passati. Per esempio: non è vero che i vaccinati siano immuni alla malattia (sebbene la contraggano in forma lieve, se non hanno altre patologie), così come non è vero che i vaccinati non trasmettono il contagio (sebbene lo trasmettano in misura minore dei non vaccinati), diversamente da quanto dottamente spiegato dai virologi in tv solo pochi mesi fa (eh sì, perché siamo arrivati a tre dosi in meno di un anno, e un po’ di confusione è inevitabile).
Se vogliamo capire che cosa dobbiamo fare con i no-vax allora dobbiamo smontare quel pregiudizio che ci fa sentire migliori di loro. Perché la scelta di vaccinarsi o non vaccinarsi corrisponde a un atto di fede. In altre parole, ognuno di noi decide da che parte stare “affidandosi” a qualcuno. Io sono convintamente pro-vax ma non certo perché mi sia sottoposto a un corso accelerato di virologia. Certo, ho letto qualche libro sulla materia (a partire da Spillover di David Quammen – e dal successivo instant title Perché non eravamo pronti) e qualcuno dei paper pubblicato dai ricercatori che via via hanno cercato di comprendere il Sars-Cov-2. Mi mancano soltanto una decina di anni di studio e di pratica per poter affermare di capirne qualcosa anche grazie a evidenze raccolte di prima mano. Quindi ho semplicemente deciso di “credere” nella comunità scientifica. Ho compiuto un atto di fede, intendendo con questo una scelta arbitraria.
Provo a spiegarmi meglio. Ogni mattina decido di non credere ai miei occhi. Perché i miei occhi mi mostrano il Sole che sorge a est e la sera vedo il Sole tramontare da un’altra finestra, dalla parte opposta di casa. Nonostante questa evidenza raccolta di prima mano, non credo che il Sole ruoti intorno alla Terra. Credo, invece, che la Terra ruoti sul proprio asse determinando così l’alternanza tra giorno e notte, mentre il Sole resta lì fermo (bello come il sole, appunto). Mi si dirà che basterebbe osservare il cielo di notte con metodo e senza particolare attrezzatura specifica, perché questa convinzione sia suffragata da evidenze di prima mano. Eppure io questo esercizio non l’ho fatto, né ho studiato astronomia: mi sono limitato a credere agli schemini disegnati sulla lavagna quando andavo alla scuola elementare o alle simulazioni con arance e mele fatte da qualche insegnante di buona volontà. Insomma, per me la fondatezza del sistema copernicano è un atto di fede. Tanto quanto la moderna virologia – dato che prima di sottoporre i miei tre figli a tutti i cicli vaccinali previsti dai protocolli pediatrici non ho studiato biologia, epidemiologia e affini. Semplicemente, ho fiducia nella comunità scientifica e nelle autorità sanitarie che li prescrivono.
Ora, io non ho ricevuto la grazia della fede, con riferimento alla religione. Non sono neanche ateo. Mi definirei agnostico. Perché non mi basta sostenere che la teoria dell’evoluzione ha invalidato la Genesi per buttare a mare l’ipotesi metafisica di esistenza a livelli altri da ciò che noi definiamo biosfera. Di conseguenza provo un certo rispetto per i seguaci (non bigotti) di qualsiasi religione: trovano conforto nell’idea che esista un aldilà, magari sono scettici su alcune spiegazioni della tradizione e sanno distinguere tra un racconto metaforico e la pretesa di veridicità delle sacre scritture. Nella maggior parte, i credenti si sono formati nelle proprie convinzioni a partire dal luogo di nascita e dalla cultura religiosa della propria famiglia. E un fedele intelligente, relativista, prova rispetto per i credenti di altre religioni, perché intuisce che sarebbe un po’ ingiusto se la verità fosse rivelata soltanto a chi nasce in una famiglia di una certa area del mondo mentre tutti gli altri sarebbero condannati a vivere nell’inganno. Così non reputo un cattolico (o un evangelista o un musulmano ecc.) un essere inferiore, ignorante, vittima di convinzioni infantili. Lo rispetto perché ha scelto di vivere nella tensione tra la consapevolezza della scienza contemporanea e una dimensione metafisica.
Consigliati da LinkedIn
Ecco, per me i no-vax hanno un sistema di credenze diverso dal mio perché gli è capitato così. Poteva capitare a me. Non sono d’accordo con loro e ne contrasto pensiero e azioni ma non mi sento superiore a loro. Ma non li considero stupidi. Perché in certe condizioni – determinate in modo del tutto casuale – avrei potuto essere uno di loro. (Magari non uno di quelli violenti, che imputa l'accanimento di noialtri al complotto globale della plutocrazia farmacologica, quello no - spero).
Questo relativismo significa che i no-vax hanno ragione tanto quanto “noi”? No, perché i dati oggi disponibili danno ragione a noi pro-vax: non tutto ciò che è stato detto da scienziati e politici è risultato vero, certo. Ma questo lo sapevamo già, perché il metodo scientifico esclude che esista una “verità” e gli scienziati si muovono tra dubbi e probabilità, non camminano mai su certezze granitiche (nel metodo scientifico è valida una teoria che non è stato possibile invalidare con tutti i mezzi sperimentali noti, fintanto che non sarà invalidata da nuove prove ottenute con nuovi esperimenti).
Allora, tornando all’inizio, non dobbiamo chiederci che cosa fare con i no-vax ma piuttosto come fare progredire il consenso per i vaccini. E la risposta è: costruendo con pazienza la comunicazione sui risultati raccolti con la campagna vaccinale, che ogni giorno offre nuove prove sulla validità dei vaccini nel proteggere la vita umana. Inutile negare reazioni avverse o il rischio di conseguenze nel lungo termine: in merito alle prime, dobbiamo mettere in relazione la probabilità di reazioni avverse con la probabilità di morire di Covid-19 senza vaccinazione; in merito alle seconde, proprio in ossequio al metodo scientifico non possiamo negare che soltanto il tempo (e i dati raccolti) ci diranno se scienziati e ricercatori siano riusciti ad escludere effetti inattesi. Dobbiamo confrontarci con pazienza e con rispetto - e magari reprimere violenti e fuori di testa.
Vogliamo andare più a fondo sulla questione no-vax? Allora chiediamoci perché abbia preso piede lo scetticismo nei confronti dell’autorità scientifica e politica. Ma questa è un’altra storia.
#dontlookup #novax #provax #sivax #vaccini #covid19
Managing Brand relationships in Entertainment industry for kids, teens, youth and family | Private Advisor for marine leisure resorts
2 anniOttima analisi Roberto
architetto supervisore cantiere, automotive
2 anni...come dice un collega: sono da prendere a calci nel sedere in modo continuativo ! 🤘
Responsabile Agenzia Flussi Contributivi presso INPS_official
3 anniAnalisi molto interessante. Continuando a ragionare sugli spunti offerti dal film, oltre agli aspetti tragicomici legati alla comunicazione, il finale offre un pericoloso connubio tra decisore politico inadeguato e grande attore (non chiamiamolo businessman!) privato armato (di mezzi e conoscenza, di big data e tecnologia). La salvezza è solo per loro. La negata cometa per tutti gli altri.
Political Journalist Rainews24
3 anniSottoscrivo! Il film con i toni della commedia ci conduce alla tragedia futura e riesce a far esplodere le contraddizioni del presente. Politica, media, scienziati e cittadini: nessuno si salva.