Sulla strada del decennio digitale
Fonte: Commissione europea, DESI 2024

Sulla strada del decennio digitale

Il recente rapporto della Commissione europea sullo stato di avanzamento verso gli obiettivi del decennio digitale aiuta a gettare luce sui progressi che stiamo facendo e a prendere consapevolezza dei problemi.

In passato mi è già accaduto di sostenere che l'Italia stia facendo grandi progressi nelle infrastrutture digitali - ricevendo anche critiche e obiezioni - perché agli investimenti dei privati nelle aree dove il mercato offre un ritorno si è affiancato l'investimento pubblico nelle aree a fallimento di mercato: prima con il piano per la banda ultralarga, poi con i piani "Italia 1 Giga" e "Italia 5G". Lanciati dal Governo Draghi, questi piani stanno avanzando sotto l'azione del Governo Meloni, in particolare del Sottosegretario Alessio Butti , al quale è affidato il coordinamento del comitato interministeriale per la transizione digitale (#CITD). Un compito non facile: i problemi sono numerosi e in fase di attuazione emergono sempre ostacoli non previsti durante la fase di programmazione. Tuttavia, la sensazione è che le infrastrutture nazionali stiano progredendo proprio perché è stata sviluppata una policy che oggi viene implementata con determinazione.

Se avete dubbi, consultate la dashboard con gli indicatori dell'indice economico e sociale europeo (DESI). Scoprirete che l'Italia ha una posizione migliore della media europea sul grado di copertura della rete 5G (è al 6° posto nella classifica generale, al 2° nella classifica della copertura nelle frequenze della gamma 3,4-3,6 GHz e al 12° per penetrazione delle SIM 5G tra la popolazione), nella quale sono stati già distribuiti numerosi nodi edge (su questo siamo al 4° posto). Sulla rete fissa i dati sono meno lusinghieri: siamo 14 punti percentuali sotto la media Ue per la fibra all'edificio (FTTP) e 19 p.p. sotto per le reti ad alta capacità (VHCN) in generale. Sulla rete fissa disponibile, la penetrazione degli abbonamenti fa progressi: siamo messi meglio della media Ue sia per le connessioni >100 Mbps sia per quelle >1 Gbps. Il tasso composto di crescita sulla copertura fissa in banda ultralarga e ad alta capacità e dell'11%.

Insomma, c'è ancora della strada da fare ma i motori sono avviati e si vede il traguardo. Le note dolenti sono altrove. Riguardano le competenze digitali. Qui siamo messi male. Ed è urgente che si metta mano a un piano.

Per quanto riguarda le competenze digitali di base siamo al 23° posto, al 22° per quelle necessarie ad usare Internet e al 24° per la percentuale di specialisti delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (#ICT) nel mondo del lavoro. Ma il dato più triste lo vedete nel grafico che apre questo articolo: siamo al 27° posto (l'ultimo) per la percentuale di laureati in ICT sul totale. Ci vorrà molto tempo per recuperare su questa dimensione e quindi è importante cominciare quanto prima possibile. Peraltro, orientare ragazze e ragazzi verso questo filone di studi garantisce risultati sicuri in termini occupazionali. Molto più di altri percorsi.

#transizionedigitale #skills #competenze #ICT #TLC #infrastrutture


Claudio Santoianni

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