LOVVIO ELUSIVO
Ore 8.30 sto prendendo un caffè con il mio amico Paolo
Arriva un gruppo di runner, tra loro c'è Silvia la figlia del macellaio da cui andava mia madre quando ero piccolo.
Hanno appena corso 16 km facendo cambi di ritmo, belli veloci.
Raccontano che sarebbero dovuti andare a Tokyo a correre la maratona, che però è saltata.
Li guardo.
A parte Silvia, che comunque è magrissima rispetto a quando la vedevo al liceo ma ha mantenuto un bel fisico, tutti gli altri sono maschi con un corpo che tutto comunica tranne forza o capacità di ESSERE nell'ambiente in cui sono.
Gambe fini come stuzzicadenti, petto piccolo e una pancia pronunciata. Schiena incurvata, viso scavato e occhiaie.
Mi colpisce la pancia, sinceramente: è un fisico con pochi muscoli e parecchio grasso.
Non ne capisco niente di sport e alimentazione se non quello che ho fatto.
A 25 anni ero in una squadra di triathlon, ero una pippa (tranne forse nella frazione di nuoto) ma lo facevo come passatempo e mi divertivo tanto.
E comunque a 20 anni hanni tutti un bel fisico
Quindi questa non è una crociata contro la corsa.
Però a guardare questi sportivi adulti quello che vedo sono dei fisici non funzionali. Nessuno in natura corre per 42 chilometri.
Al corpo serve più arrampicarsi, stare in equilibrio, tendersi, esplorare, alternare fasi di scatto a momenti statici.
Di certo non trasmettono l'idea di persone forti o capaci di muoversi.
E mi chiedo se loro guardandosi ed essendo nel loro corpo se ne rendono conto, o se le endorfine che l'attività aerobica prolungata genera gli impedisce di vedere l'ovvio elusivo che hanno davanti.
Questo post non è sulla preparazione fisica.
È sul vedere le cose che abbiamo davanti tutti i giorni e che non vediamo.
È su come ci facciamo delle opinioni, e dopo che le abbiamo create, smettiamo di vedere i dati oggettivi che abbiamo davanti continuamente.
Che sono quelli che, se iniziassimo a guardarli, ci farebbero prendere una nuova direzione, diversa da quella di prima.
Cosa è che non stai vedendo adesso?