Ma come abbiamo allevato i nostri discendenti?

Copiato da "Repubblica.it"

La studentessa davanti a Mattarella: "Le borse di studio sono un ricatto, il mito della competizione ci distrugge: basta suicidi"

La presidente degli studenti universitari: "Bombardati continuamente dalla performatività che ci fa gioire degli insuccessi altrui"

FERRARA "'Sono un fallimento non merito di vivere. Queste parole sono uscite dalla stessa bocca della persona che oggi sta parlando di fronte a voi, le ha dovute sentire e subire mia madre quando dopo il test di medicina ho percepito di non avercela fatta, per la seconda volta. Che esagerazione per un test che si può riprovare l'anno successivo... Ma come possiamo pensare che un percorso universitario debba essere dettato dai nostri tempi, sia di nostra proprietà, mentre siamo bombardati continuamente dal mito della performatività e da una competizione illogica che ci sbatte in faccia i successi degli altri e ci fa tirare un sospiro di sollievo quando qualcuno fallisce al posto nostro?".

Lo ha detto Alessandra De Fazio, presidente del consiglio degli studenti di Unife e rappresentante del coordinamento Link, intervenendo all'apertura dell'anno accademico alla presenza del presidente Sergio Mattarella e del ministro Anna Maria Bernini.

Nel suo intervento ha chiesto "che il nostro Paese consideri il benessere psicologico diritto fondamentale dell'individuo al pari della salute fisica sia con l'introduzione della figura dello psicologo di base, ma soprattutto con una riforma sistemica che decostruisca i pilastri meritocratici".

La giovane non ha usato perifrasi: "Non siamo più disposti ad accettare senso di inadeguatezza, depressione o perfino suicidi a causa delle condizioni imposte da un sistema malato che baratta la persona per la performance".

L'attacco ricorda quello di Emma Ruzzon, che a febbraio, a Venezia, aveva ricordato casi di studenti che si erano tolti la vita e aveva detto: "Siamo stanchi di piangere i nostri coetanei e vogliamo che tutte le forze politiche presenti si mettano a disposizione per capire, insieme a noi, come attivarsi per rispondere a questa emergenza, ma serve il coraggio di mettere in discussione l'intero sistema merito-centrico e competitivo".

 "Citando Alessandro Barbero: in altre epoche credevano nelle streghe e noi crediamo nella meritocrazia", ha detto De Fazio. "Le borse di studio sono un ricatto, se tutti abbiamo lo stesso diritto perché qualcuna dovrebbe essere costretta a tenere tempi più serrati solo perché più povera?".

E "nel sistema attuale le università promuovono l'illusione di garantirci pari strumenti, attraverso corsi di studio e studentati. Nella realtà accedere a questi servizi è molto complesso a causa di sbarramenti burocratici, economici e soprattutto meritocratici. Ma badate bene, ci viene data la possibilità di redimerci da condizione di povertà, come fosse una colpa, a patto di essere meritevole".

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Così, all'impronta, sono rimasto basito. Poi mi è venuto in mente il giovane che abita al piano sotto al mio. Alle 10,00 del mattino, con gli occhi quasi completamente da un sonno troppo recente, si affaccia al balcone e con fare aggressivo comincia a sbraitare: "basta co 'sti rumori. nun se ne pò più".

Tra un po' ci chiederanno di suicidarci per non recare più disturbo ai loro pisolini e alle fantasticherie di un mondo che vive di reddito di cittadinanza.

Forse sto davvero diventando vecchio perché mi trovo in parte d'accordo con il ministro Lollobrigida (ma anche con MaoTseTung): "a zappare, dovete andare a zappare per capire il privilegio che avete"

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