MA DAI! L’alternativa: “se” o “nonostante”
Vi propongo una nuova serie di appuntamenti che non seguono un percorso dal taglio manageriale, come la serie cha abbiamo appena concluso sul piacere di lavorare in gruppo. Stavolta il fil rouge è etereo: riflessioni su alcuni aspetti di eventi della vita di tutti i giorni, lavorativa e, perché no, personale. Raccontano il modo con cui viviamo gli eventi, con un punto di vista anomalo. Da qui il titolo: “Ma dai! “
La tristezza che ci attraversa la strada sbuca da un accadimento non voluto che ha compromesso la realizzazione delle nostre attese: Quell’incontro non ha dato risultati. Il viaggio è stato una delusione. Quella storia di sentimenti è finita nel modo peggiore: nel più buio silenzio.
Ne prendiamo atto. Non vogliamo dare spazio a una delusione premonitore di malinconia. Le energie sono di buon livello. E portano alla voglia di capire perché è andata in quel modo. Cominciamo a ragionarci su.
Ci compaiono davanti agli occhi una sfilata di “se”:
Però così non risolviamo nulla. Proviamo a rivivere quei momenti pensando a cosa avremmo potuto far accadere a seguito di quell’evento negativo adottando un atteggiamento diverso. Invece di sottometterci, avremmo potuto reagire in modo opposto: sfruttare quell’imprevisto per farlo diventare una opportunità che accompagna lungo una strada diversa. Il se diventa “nonostante”:
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È vero, sono ragionamenti con il senno del poi: ma ugualmente insegnano per la volta successiva!
C’è chi saggiamente ha detto: i “se” sono il marchio dei falliti. È soltanto una questione di atteggiamento.
Osserviamo gli eventi degli altri: spesso i successi sono stati conseguiti grazie al “nonostante” gli eventi avversi. È una filosofia di vita: di fronte all’ostacolo, non subirlo bensì cavalcarlo!
I ripensamenti servono a ben poco.
Alla prossima
Erika Leonardi
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