Marzotto, un super team per lanciare la sfida al beverage d’alta gamma
La famiglia, tramite la società ignotus di dominique, la figlia di paolo, rileva holy industries e la sua bevanda finora nota solo in circoli esclusivi con l’obiettivo di entrare nel mass market. i top manager al vertice
Giorgio Lonardi
Milano
La famiglia Marzotto mette un chip di 5 milioni e entra nel mercato delle bibite gassate. La cifra, relativamente piccola, non deve ingannare. Perché le ambizioni riposte in Ignotus srl, la società veicolo creata dal ramo famigliare rappresentato da Guillaume Desforges nipote di Paolo Marzotto e figlio di Dominique Marzotto sono grandi. Grazie a questa investimento, infatti, Ignotus da una parte acquista il 50% di Holy Industries, società italiana fondata dai due fratelli Jacopo e Leonardo Signani con il socio Leonardo Presti valutandola quindi 10 milioni. Mentre dall’altra si pongono le basi per una crescita robusta della nuovo drink Holy: solo tre calorie, niente zuccheri, niente grassi, ma tante vitamine, sali minerali e erbe fra cui tarassaco, finocchio e ginseng. Un’operazione che sembra prefigurare un ritorno alla grande dei Marzotto nel settore alimentare e del beverage dove diversi rami della famiglia, pur divisi fra loro, sono già presenti da anni. Come quello del prozio Pietro Marzotto alla guida di Peck, il più famoso marchio milanese nel settore delle delikatessen.
«I fratelli Signani hanno fatto un ottimo lavoro - spiega Desforges - creando un drink ideato e prodotto in Italia, privo di zucchero, leggermente gassato, con delle proprietà corroboranti e depurative totalmente in linea con le richieste attuali del mercato globale. Fino ad oggi Holy è stato un prodotto di nicchia, acquistabile online, oppure consumabile nei resort di lusso, in alcuni locali di Milano, Parigi, Firenze, in Costa Smeralda e a Londra da Harrod’s e al Queen’s Club. D’ora in poi, invece, il nostro obiettivo sarà il mass market».
La tabella di marcia della società prevede un forte impegno sul mercato italiano nel corso del 2018 per entrare nel circuito della grande distribuzione. Fra la fine del prossimo anno e il 2019, invece, Holy Industries vuole sbarcare a Parigi e in Francia. «Se troviamo i partner giusti - osserva ancora Desforges - potremmo optare per il mercato mondiale dove si registra il maggior consumo pro capite di soft drink e dove l’attenzione per la salute e il benessere è maggiore ovvero l’Australia».
Di una cosa Desforges è certo: «Noi non vogliamo fare la nuova Gatorade, non puntiamo al settore dietetico. Holy, invece, vuole essere il soft drink del mondo di oggi e di quello di domani. E in questo ci aiuta l’immagine dell’Italia come Paese del buon cibo genuino e del buon gusto. Se proprio volessimo indicare un concorrente, o meglio un segmento di mercato parzialmente sovrapponibile è quello della Coca Zero. Ma c’è un però».
A questo punto il trentaduenne Guillaume fa un pausa: «Abbiamo svolto una serie di ricerche che ci hanno rivelato la difficoltà dei grandi brand tradizionali ad imporre sul mercato i prodotti legati al concetto di wellness. E’ un po’ come se l’immagine del drink super-zuccherato tradizionale si sovrapponesse a quella del prodotto salutistico. Un elemento che schiude ad Holy prospettive molto interessanti».
Siamo di fronte ad una sfida lanciata alla Coca Cola? Desforges sorride e racconta che la sua scelta e quello del ramo di famiglia rappresentato dalla madre Dominique Marzotto è stata ponderata. «Abbiamo sottoposto i nostri piani ad Angelo Catapano, consulente storico di mio nonno Paolo Marzotto, e Marco Costaguti, ambedue soci di LTP, (Long Term Partners) che li hanno approvati aiutandoci a metterli a punto. Ma non è tutto perché sono in corso dei negoziati con i family office di altri imprenditori per costruire una cordata in grado di supportare piani di investimento ambiziosi».
In questo quadro Desforges, assieme ai fratelli Signani che manterranno un ruolo in azienda e nel cda, si è dato da fare per mettere in piedi una squadra “di numeri uno”. A cominciare dall’amministratore delegato Francesco Raganelli, un passato come manager di aziende del calibro di Ferrero, Indesit, e Lavazza oltre ad aver curato per il gruppo Danone il lancio in Italia del marchio Actimel. Mentre Gianfranco Marin, il nuovo responsabile delle vendite è stato ad di Gatorade e di Red Bull. Puntando la lente sull’advisory board incontriamo Vinay Kapoor manager di lungo corso del gruppo Coca Cola, in passato Ceo di Illyssimo joint-venture fra Illy e la stessa Coca Cola.
Insomma, sembra proprio che i Marzotto stiano tornando alla grande nel comparto alimentare e del beverage. «Noi abbiamo una lunga storia nel settore alimentare. In passato, ad esempio, mio nonno ha avuto un ruolo importante in Zignago. Ma abbiamo anche una storia recente». Guillaume infatti è vicepresidente di Veninvest, la holding industriale del ramo famigliare che fa capo al nonno Paolo Marzotto, alle sue due figlie Veronica Marzotto Notarbartolo di Villarosa e Dominique Marzotto Desforges, ognuna delle quali a sua volta ha tre figli. E se è vero che l’operazione Ignotus-Holy Industries non è stata condotta da Veninvest coinvolgendo solo i Desforges Marzotto lo stesso Guillame osserva che «i rapporti fra noi cugini sono sempre stati ottimi». Insomma, non si può escludere a priori un coinvolgimento futuro. In ogni caso Veninvest è già presente nel settore dei vini con il 100% di Baglio di Pianetto, azienda vitivinicola siciliana oltre a vantare una partecipazione di oltre il 95% nel tessile abbigliamento con Forint e circa il 5% in Zignago Vetro. Mentre Pfc, la holding finanziaria dei discendenti di Paolo Marzotto ha nei suoi forzieri il 5% di Hugo Boss oltre a svariate quote minori di aziende quotate.