MASSIMA ASTUZIA, MASSIMA ETICA
Articolo dal Blog "EffettoContrario"
Perdona sempre i tuoi nemici.
Nulla li fa arrabbiare di più.
(Oscar Wilde)
Il sinologo François Jullien spiega che nel pensiero cinese il saggio stratega, anziché fissare uno scopo alla propria azione, si lascia condurre dalla propensione di ciò che già sta accadendo; invece di imporre il proprio piano sul mondo, fa leva sul potenziale della situazione che è già presente. Così, se nella cultura occidentale l’uomo virtuoso è l’eroe che sa usare la forza, in quella orientale è colui che utilizza la debolezza e l’astuzia in modo da sfruttare la situazione a proprio vantaggio.
Il saggio orientale utilizza la debolezza e l’astuzia in modo tale da sfruttare al massimo il potenziale della situazione.
Se l’occidentale per spostare delle grosse pietre inventa un macchinario che con immensa forza le muova, l’orientale lascia questo lavoro a un torrente che, nel suo slancio, è in grado di trascinarle per molti chilometri. Per il saggio orientale conta meno il proprio investimento personale, da imporre al mondo grazie al suo sforzo, rispetto al condizionamento oggettivo risultante dalla situazione: è quest’ultimo su cui si deve contare per determinare il proprio successo.
Il proprio successo dipende non tanto dallo sforzo personale ma dalla capacità di gestire ciò che già c’è.
Un visione del genere - all’orientale, diciamo - porta sorprendentemente verso una forte posizione etica. Adesso ti dico il perché.
Pensa all’atteggiamento nei confronti della guerra. Mettendo a confronto i due principali trattati sulla guerra troviamo, da una parte, quello occidentale (Della guerra di Carl von Clausewitz) in cui si afferma che l’unico obiettivo è l’annientamento del nemico; dall’altra parte, quello orientale (L’arte della guerra di Sun Tzu), in cui si sostiene che “in termini generali, il miglior modo di procedere, in guerra, è conservare intatto il paese nemico”. Per Sun-Tzu conservare intatto l’esercito nemico è meglio che distruggerlo. Questo viene detto, è bene sottolinearlo, non per bontà d’animo, ma per scrupolo d’efficacia, perché il paese nemico e l’esercito nemico sono risorse utili che possono essere utilizzate… e proprio questo mero scrupolo di efficacia conduce verso un comportamento etico (ovvero la preservazione del paese del nemico); un’etica a cui si arriva facendosi condurre da un senso pragmatico.
Propongo un ulteriore esempio di come ci possa essere un’etica basata sullo sforzo e l’investimento personale (più in stile occidentale) e un’etica invece che arriva come effetto finale, che è data dal lasciar agire l“inclinazione naturale” di ciò che sta accadendo.
Come esempio di etica-basata-sullo-sforzo ti propongo un’esortazione di san Bernardo di Chiaravalle: “La lingua maldicente ferisce la carità in tutti quelli che l’ascoltano; non solo, porta danno anche a tutti quelli ai quali arriveranno quelle parole malefiche attraverso coloro che le hanno udite. Vedi con quanta facilità e in breve tempo può venire infettata, da una parola maliziosa, una grande moltitudine di anime”. In sostanza san Bernardo dice: non parlate male di nessuno perché questo porta molto danno. Ovvero: anche se ti viene naturale di parlar male degli altri, sforzati di non farlo perché questo nuoce grandemente.
Per una via alternativa, secondo un’etica “pragmatica” all’orientale, Emil Cioran suggerisce: sapete qual è il miglior mezzo per sbarazzarsi di un nemico? "Dirne bene ovunque. Glielo riferiranno, e lui non avrà più la forza di nuocervi".
Il miglior modo per sbarazzarsi di un nemico è dirne bene ovunque (E. Cioran)
Notate com’è più semplice seguire quest’ultima esortazione che non la prima? L’effetto finale sarà il medesimo (non usare la maldicenza) ma la seconda via è decisamente più semplice, più agile, più persuasiva.
AUTOSTIMA
Come già detto nell’articolo precedente l’autostima può essere intesa come la percezione di essere in grado di raggiungere con successo le proprie aspettative.
Ti faccio allora una domanda: se stai impiegando troppo tempo, troppi sforzi, troppe energie, troppi mal di pancia per raggiungere un tuo obiettivo, sei sicuro che stai usando la via migliore? Pensaci bene.
Alessandro Magno, quando decise di conquistare Kandahar, fortezza inserita tra due altissime montagne, capì che non poteva prendere la via principale perché era molto stretta: avrebbe portato così i suoi uomini a uno scontro frontale costringendoli a morte sicura. Condusse invece i suoi uomini a scalare quelle montagne – inventando in quell’occasione la prima arrampicata con corda della storia – e, sfruttando la posizione favorevole che le montagne davano, fece piovere dell’alto centinaia di frecce fino a portare Kandahar alla resa.
Il messaggio che ti lascio è quindi il seguente: lascia che la situazione già presente sia il principale alleato nel raggiungimento dei tuoi obiettivi; agisci in modo tale da non intralciare l’effetto verso cui la realtà è già inclinata.
Agisci in modo tale da non intralciare l’effetto verso cui la realtà è già inclinata.