A me Chiara Ferragni piace

A me Chiara Ferragni piace

Sarà perché condividiamo lo stesso amore per le pizze autorigeneranti, sta di fatto che a me Chiara Ferragni piace. La seguo da quando ci siamo trovate insieme a organizzare i nostri matrimoni, io la seguivo passo passo su Instagram, lei se ne andava a dire addio al suo nubilato a Ibiza totalmente ignara della mia esistenza; ho ammirato la sua determinazione nell’affrontare le sue gravidanze, un documentario e due lanci in Borsa, l’ultimo qualche giorno fa con TOD’S; e ho iniziato a guardare con interesse emergere, tra i suoi contenuti dell’ultimo anno, opinioni e prese di posizione riguardanti la politica, l’economia, la pandemia, la disabilità e le discriminazioni tra i generi. 

Da quando si è mostrata per la prima volta con gli appunti scritti a mano su un foglio a quadretti per parlare di parità tra i generi ed empowerment femminile, oggi Ferragni è più consapevole dei temi di cui si fa portatrice. E anche del suo potere

Come scrive Domitilla Ferrari su La Stampa, parlando proprio di Chiara Ferragni, "oggi serve tutti fare la propria parte, come dice lo zio di Peter Parker: «Da un grande potere derivano grandi responsabilità»".


E il potere di Chiara Ferragni lo conosciamo. Non è riuscita a far vincere Fedez a Sanremo, ma dopo le sue storie agli Uffizi della scorsa estate, i dati resi pubblici a mezzo stampa indicavano un aumento del 27% di giovani in visita al complesso museale nei giorni immediatamente successivi alla condivisione dei contenuti. Dopo una carriera imprenditoriale di tutto rispetto, oggi la seguono 23 milioni di persone in tutto il mondo e la notizia del suo ingresso nel CdA di Tod’s è stata così ben accolta dalla borsa che si è parlato di effetto Ferragni.

Quella della parità tra i generi è solo una delle cause di cui si è fatta portatrice. Lei e Fedez stanno portando avanti attivamente la campagna di sensibilizzazione sull’approvazione del DDL Zan contro la omolesbotransfobia e in favore dei centri antiviolenza; hanno partecipato alla manifestazione di solidarietà al movimento Black Lives Matter dello scorso ottobre a Milano; Ferragni si è espressa sul caso della riduzione di pena da parte della Corte d’Appello di Milano nei confronti di un uomo condannato per stupro; e, come scrive sempre Domitilla Ferrari, “ogni volta studia, fa propri messaggi e concetti e li condivide. Non ha bisogno di andare in televisione per animare il dibattito pubblico: ha persino parlato del suo percorso terapeutico su Instagram per abbattere lo stigma del ricorso alla psicoterapia. Grazie al successo della raccolta fondi che ha permesso di realizzare una terapia intensiva nuova all’ospedale San Raffaele Chiara Ferragni e Fedez sono stati premiati con l’Ambrogino d’oro”. 

Chi segue lo star system americano non si stupisce più di tanto dell’impegno di un personaggio pubblico per le cause sociali e politiche. Negli USA sono moltissimi gli artisti, le attrici, gli atleti e le atlete che si impegnano attivamente sostenendo campagne di adesione al voto, i movimenti del MeToo e del Black Lives Matter, prendendo posizione anche quando quello cui andar contro è il Presidente, come fece Lebron James con l’associazione Uninterrupted

Per questo mi piace Chiara Ferragni, non solo per la pizza. Ma siamo in Italia e c’è ancora forse troppo l’abitudine di considerare gli e le influencer solo come persone che hanno una buona capacità di comunicazione e riescono a indirizzare persone verso prodotti e servizi. Invece, nelle ultime settimane Chiara Ferragni, come anche Cristina Fogazzi, l’Estetista Cinica per il cui impegno come role model Mattel ha dedicato una Barbie, e Fedez, ci stanno dimostrando che è possibile utilizzare la propria visibilità, e il proprio potere, per far emergere, anche sui social, temi, istanze, opinioni e impegno sociale e politico, accompagnandoci a riflettere e a prendere, a nostra volta, posizione.


Giulia Castellucci

Sustainability - Stakeholders' engagement - Agri Food Chain - Government & Institutional Affairs

3 anni

Condivido e volevo sottolineare che finalmente sui giornali si comincia a leggere, negli articoli che la riguardano: " l'imprenditrice" Chiara Ferragni

Marco Cavicchioli

Divulgatore giornalistico in ambito economico-finanziario

3 anni

A me il suo modo di lavorare piaceva anche quando aveva solamente The Blond Salad insieme a Pozzoli 👱♀️

Anna Famanelli

Lavoro presso ufficio digital marketing di Dolciaria Loison

3 anni

Negli ultimi anni l'ho rivalutata molto, prima non mi piaceva. Però condivido il tuo pensiero: è molto bello (e molto importante) che figure di questo tipo utilizzino i social anche per fare campagne di sensibilizzazione o raccolte fondi come hanno fatto loro per la terapia intensiva dell'ospedale-fiera di Milano. Questo da una parte aiuta le cause sociali e dall'altra permette di apprezzare meglio la figura dell'influencer, oggi visto ancora da molti solo come un qualcuno che "pubblicizza prodotti che non usa". 

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