"MEDITERRANEO DA SOFFRIRE"
Se il Mar Mediterraneo ospita solo l'1% della superficie oceanica globale, allora perché è così importante?
Uno dei motivi principali è che è un enorme hotspot di biodiversità globale, ospitando circa il 7% delle specie marine mondiali ed essendo crocevia per molti animali migratori. Tuttavia, questa sua caratteristica peculiare lo rende anche più “sensibile” agli effetti del cambiamento climatico. Se aggiungiamo il fatto che lo stiamo inquinando e sfruttando da secoli, ecco che tutto si complica ulteriormente.
Il Mediterraneo bolle
Sentiamo spesso dire che il Mediterraneo si sta scaldando, ma cosa significa esattamente?
Stando ai risultati del progetto "Care Heat" dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea), pubblicati su Environmental Research Letters:
dal maggio 2022 al maggio 2023, il Mediterraneo ha subito l'ondata di calore marina più lunga mai registrata negli ultimi 40 anni. La temperatura del mare è aumentata fino a 4 gradi centigradi, con picchi di 23 gradi, soprattutto nel bacino occidentale.
Le principali cause:
Quali sono invece le conseguenze?
- Impatto sulla biodiversità marina, le specie marine sensibili alla temperatura possono soffrire o migrare, alterando l'ecosistema.
- Eventi meteorologici estremi, le ondate di calore possono intensificare tempeste e fenomeni meteorologici estremi.
- Acidificazione delle acque, le temperature più alte, il mare assorbe più CO2, diventando più acido e danneggiando la vita marina.
- Perdita di habitat, alcuni esempi sono le praterie di posidonia e le barriere coralline, cruciali per la biodiversità e attualmente a rischio.
Mediterraneo di plastica
Un altro grande problema di questo mare è che trabocca di plastica. Come si legge nel report “The Mediterranean: Mare Plasticum” di IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), nelle sue acque:
🧴 si trovano più di un milione di tonnellate di plastica.
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🧴 ogni anno vengono immesse circa 230.000 tonnellate di nuovi rifiuti plastici (94% sono macroplastiche e il restante 6% microplastiche).
Inoltre, secondo il WWF Barcellona (città di cui si è sentito parlare molto in questi giorni per via dell’overtourism), dopo la Cilicia turca, ha il tasso più alto al mondo di produzione di rifiuti plastici che finiscono direttamente nel mar Mediterraneo.
Mediterraneo senza pesce
Le risorse ittiche nel Mediterraneo sono praticamente esaurite, rendendo questo mare il secondo più sovrasfruttato del pianeta. Ce lo segnala ancora una volta il WWF, sottolineando che l’Europa ha terminato virtualmente l’equivalente della produzione annua interna di crostacei, molluschi e pesce. In particolare, il 58% degli stock ittici è sovrapescato.
Se nei primi sei mesi dell’anno avessimo consumato solo risorse dei nostri mari, da luglio alla fine dell'anno queste non sarebbero più disponibili e l'Europa dovrebbe ricorrere alle importazioni per sostenere la crescente richiesta dei consumatori. WWF
Il punto critico riguarda proprio la domanda di pesce: in media ogni cittadino/a dell'Europa consuma 24 chilogrammi di pesce all’anno (noi italiani superiamo addirittura la media con più di 31 chilogrammi!). Questi numeri fotografano un quadro della situazione problematico e impattante a livello ecologico (c'è di mezzo metà della produzione di pesce) e sociale (è molto probabile che si acuiscono le disuguaglianze e, tutte quelle persone, in molti casi povere, che vivono di questa economia vengono sfavorite).
Proteggere il Mediterraneo: difficile ma non impossibile
Nel report "Il respiro degli oceani" il WWF definisce quattro azioni fondamentali: pesca sostenibile (anche se la pesca come abbiamo visto è un tema molto difficile da affrontare e dovremmo aprire un capitolo a parte...); protezione dei "Blue corridors", cioè i corridoi ecologici per le specie migratorie; protezione delle aree marine protette e pianificazione dello spazio marittimo.
Non solo. Di pari passo si dovrebbe anche:
“Mediterraneo da soffrire”
Così cantava il cantautore Mango in una canzone, scritta insieme al paroliere Mogol, capace di racchiudere la fragilità e la magnificenza di questo mare. Ora, tocca a noi proteggerlo, tutelarlo. Non solo con le parole. Non solo nella sua giornata internazionale.
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