Mercati Rialzisti e sui Massimi. Euforia o Sano Rialzo?
David Pascucci - Analista dei Mercati per XTB
Mercati fortemente rialzisti quelli che abbiamo visto scorsa settimana, un rialzo che prosegue stanotte in Asia con il Nikkei che performa oltre il +1% sulla scia della chiusura americana di venerdí scorso. La dinamica dei prezzi sembra strutturalmente rialzista per i mercati americani, mentre per il Giappone e per i mercati europei la musica cambia nettamente.
MERCATI USA IN RISK ON. IL RESTO DEL MONDO ATTENDE
Mercato fortemente rialzisti quelli che si sono palesati dopo l'elezione del nuovo Presidente Trump, una ventata di ottimismo per i mercati azionari americani che sono andati a registrare nuovi massimi storici con forza e senza alcun segno di ritracciamento. I tassi di interesse tagliati dalla Fed non hanno sortito alcun effetto sul trend attuale dei mercati che sembrano essere molto forti al rialzo, mostrando una sorte di euforia alquanto pericolosa. Il pericolo deriva principalmente dalle dinamiche di prezzo che vediamo in Europa e in Giappone dove vediamo tutto fuorché forza nei trend. Il Giappone, che stamani ha visto una chiusura piú che positiva, rimane ancora al di sotto dei prezzi visti scorsa settimana, prezzi che rimangono comunque al di sotto dei massimi dei mesi scorsi, una situazione preoccupante considerando che i mercati azionari americani, solitamente trainanti, hanno conseguito nuovi massimi storici. Altra situazione da osservare con estrema attenzione é quella dei mercati europei che di fatto chiudono la settimana non proprio nel migliore dei modi. Lo Eurostoxx50, l'indice delle 50 aziende piú capitalizzate in Europa, chiude la settimana in negativo, cosí come il Ftse Mib, il Cac40, l'Ibex e l'inglese Ftse100. Solamente il Dax chiude in leggera positivitá dopo forti vendite dai massimi delle scorse settimane, Dax che si ritrova a rappresentare l'economia tedesca in questo momento in una situazione di assoluta precarietá.
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EUFORIA O SANO RIALZO?
Osservando il rialzo attuale dei mercati azionari, possiamo osservare come si sono mossi solamente gli Usa, il resto del mondo é stato a guardare. Fortissimi i rialzi delle big tech, con Nvidia che diventa la regina indiscussa delle market cap con la sua capitalizzazione monstre da oltre 3600 miliardi di dollari, rialzo incredibile per Tesla che in poco meno di un mese aumenta la sua market cap di circa il 50% portandosi oltre i 1000 miliardi dai 700 di qualche settimana fa. "Effetto Trump" anche per Bitcoin che rompe ogni massimo e demolisce ogni aspettativa circa un suo ribasso, portandosi a quotare oltre gli 80.000 dollari nel corso del weekend. Euforia o sano rialzo? Osservando quelli che sono i fondamentali potremmo dire che la fase attuale é piú simile ad una fase euforica in quanto indicatori come il Buffett Indicator, indicatore che mette in relazione la capitalizzazione dell'intero mercato azionario americano con il Pil, si trova a oltre il 205%, livelli toccati solamente tra fine anni 60 e inizio anni 70, poi durante lo scoppio della bolla delle dotcom e nel rialzo post-pandemico che ha visto lo storno nel successivo 2022. In pratica sono livelli dai quali stare molto attenti in quanto livelli storicamente molto sensibili a ribassi. Altro indicatore é quello del P/E medio di S&P500 oltre 30, livelli che abbiamo visto solamente prima dello scoppio della bolla delle dotcom e della crisi dei subprime.
FOCUS INFLAZIONE E RICHIESTE SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE
Scorsa settimana, oltre all'elezione del nuovo Presidente Usa, abbiamo visto il taglio dei tassi della Fed, con un Powell molto tranquillo che ha rimarcato come l'economia Usa sia resiliente e che il mercato del lavoro non presenta alcuna criticitá esplicita. I problemi arrivano peró dai dati delle revisioni dei NFP che abbiamo visto la settimana precedente, con la revisione in negativo numero 16 su 20 disponibili. A corredo di questo dato abbiamo avuto l'ultimo dato sulle richieste continue di sussidi di disoccupazione che hanno raggiunto un nuovo record a 1892k contro i 1880k attesi, battuto quindi il record di luglio quando il tasso di disoccupazione gravitava attorno al 4,3%. Il prossimo dato in uscita giovedí vede le richieste di sussidi aumentare ulteriormente a 1895k, un rialzo sensibile che potrebbe essere smentito sia in modo positivo che negativo. Mercoledí invece avremo l'uscita del dato sull'inflazione, una delle cause per cui il 45% degli americani ha votato Trump non confermando l'attuale amministrazione democratica, ossia la causa che riguarda le condizioni economiche. L'inflazione Usa é prevista al rialzo, seppur di poco, dal 2,4% al 2,6%, tanto basta per porre ulteriori dubbi sui prossimi tagli dei tassi, dubbi che potrebbero essere completamente smentiti dai prossimi dati occupazionali che usciranno con frequenza settimanale prima del 6 dicembre, data in cui uscirá il prossimo dato sul tasso di disoccupazione. Al momento le aspettative circa un taglio dei tassi per il 18 dicembre sono al 65% per un taglio da 0,25%, il tempo ci dirá come evolverá questa situazione.