"Mia figlia down non e' un male" La ricetta di Guido Marangoni
"Mia figlia down non e' un male" La ricetta di Guido Marangoni
La sua esperienza raccontata in "Anna che sorride alla pioggia".
«La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita». Lo diceva Forrest Gump che dalla normalità fuggiva di corsa per proteggersi dalla malvagità del mondo. Quel mondo che, ad un certo punto, ha deciso però di seguirlo facendo della disabilità un'opportunità e libertà. E' anche la storia di Anna, una bambina nata con la sindrome di down, figlia di «due come noi, gente normale che ha la presunzione che tanto certe cose a loro non potranno mai capitare». A raccontarla è proprio il padre, Guido Marangoni, ingegnere informatico padovano che, dopo essere diventato padre di una bambina speciale, ha deciso di scrivere un libro, una storia di "calzini spaiati" e "cromosomi rubati": la storia della diversità che piomba sulla testa di una famiglia della porta accanto. Famiglia che però non rimane schiacciata dal quell'imprevedibile macigno ma decide di spostarlo, scrutarlo e fallo diventare opportunità. L'autore, in tour in tutta Italia con il volume "A nna che sorride alla pioggia" è stato ospite dell'hotel Petrarca di Boara Pisani, in un incontro organizzato dall'assessorato alla cultura del Comune e dall'istituto comprensivo Solesino-Stanghella. Con assoluta leggerezza Marangoni ha raccontato a genitori e studenti di elementari e medie la storia di Anna, tre anni e mezzo, la terza delle sue figlie nata con la trisomia 21. «Io balbetto - ha esordito l'ingegnere prestato alla scrittura -, questa è la mia disabilità, ognuno di noi ne ha una più o meno grande. Da piccolo andava anche peggio, l'unico momento in cui potevo avere la mia rivincita era il giorno di Natale, quando salivo sulla sedia per raccontare la classica poesia e non scendevo più. Lì sopra parlavo spedito. Forse, là sopra la balbuzie non aveva il coraggio di salire». E' stato proprio attraverso la diversità della piccola Anna che l'intera famiglia Marangoni è riuscita a fare quel salto in più che le ha permesso di non ritrovarsi schiacciata dai limiti, a volte impacciati più spesso amari, della cosiddetta normalità. Ha dunque iniziato a guardare il mondo con gli occhi di Anna, pieni d'amore e vergini dai pregiudizi, capaci di gioire osservando anche solo la pioggia. Un percorso «non certo facile, soprattutto all'inizio» ha spiegato Marangoni, ripercorrendo i momenti più difficili di questa esperienza: dall'annuncio in gravidanza della trisomia 21, fino alla nascita di Anna. Un libro dove normalità e diversità, gioia e dolore, sconforto e determinazione, si alternano fino a diventare accettazione e poi equilibrio. Il dolore provato varcando il reparto di maternità, un luogo dove «è 'normale' essere felici», lo sconforto di fronte alle frasi goffe degli amici - «però dai, non si vede nemmeno che ha gli occhi a mandorla» - e la determinazione di voler vivere la diversità di Anna come un'opportunità «non come un limite». Insieme a sua moglie Daniela, dipinta come una figura delicata e materna, di cui Marangoni ne ha so ttolineato l'amore, la grandezza e l'importanza. «Una madre che non ha mai pensato per un attimo di interrompere la gravidanza per quel cromosoma in più della figlia». Una storia, quella di Anna, che ci fa sentire tutti un po' diversi, tutti un po' speciali. «Nessuno migliore dell'altro, ma tutti uguali come tante piccole gocce di pioggia».
Consulente di vendita presso Nahrin Swisscare
7 anniUna.bella storia..commovente. Genitori con una marcia in più