I bambini senza favole
Dall’altra parte del mondo, lavorano stipati in luoghi malsani ed angusti, non hanno nessuno che porge loro una carezza sincera, un bacio sulla fronte, un amorevole sorriso. Spesso sono costretti a saltare i pasti, a fare straordinari senza poter opporsi, a rimanere segregati a lungo prima di poter concedersi un tozzo di pane, un veloce sollievo alla maledizione quotidiana di una vita senza sbocco. E poi, ancora e sempre di più, a lavorare, necessariamente grati a chi li utilizza, perché non sanno fare altro, non possono fare altro, come se fossero delle farfalle che non hanno mai avuto coscienza ed ali per librarsi.
Troppo spesso episodi di cronaca ci rinnovano il dramma di intere schiere di fanciulli sottratti alla loro infanzia ed adolescenza, per soddisfare le talvolta inconsapevoli, ma non per questo giustificate, esigenze di altri ragazzi, altri uomini, del tutto uguali ma del tutto diversi da loro.
Bambini coinvolti senza soluzione di continuità nella produzione di vestiti o giochi, nel mercato della prostituzione, nella compravendita di organi: sono flagelli di un’età profondamente corrotta sotto il profilo morale ed espressione di un mondo a noi così terribilmente vicino ma così tremendamente difficile ad essere riconosciuto, identificato consapevolmente e valutato.
Ciò che più spaventa è che il futuro vedrà crescere uomini senza sorriso, probabili potenziali mercenari al soldo di una qualsiasi volontà, persone senza speranza, violente e miseramente tristi.
Rendiamoci conto di quella parte di responsabilità che noi tutti abbiamo in tutto ciò, nella vita quotidiana, nelle azioni pratiche di ogni giorno, e attraverso le nostre famiglie sforziamoci di contribuire a diffondere la cultura della vita, a combattere l’egoismo imperante della società di oggi, l’individualismo esasperato, il reiterato messaggio mediatico della possibilità di una vita edonistica.
Ed iniziamo ad allevare con amore i nostri figli, a voler trasmettere loro i valori base, quelli di una vita semplice, giusta e dignitosa, caratterizzata da emozioni e sentimenti, affinché, grazie anche al piccolo/grande contributo di ognuno di noi, siano sempre meno i bambini senza favole.