Natura, ispirazione, prospettiva: una tesi di dottorato ripensa il bagno mobile TopSan

Natura, ispirazione, prospettiva: una tesi di dottorato ripensa il bagno mobile TopSan

È una forma perfetta, quella del cerchio, anche nel senso logico: la circolarità ci riporta al punto di partenza, in un continuo di ispirazione, esperimento, ritorno.

Questa storia parla appunto di forme, e di uno studio di circolarità che ci riguarda direttamente. Ve la raccontiamo camminando nella natura, perché ci sembra il modo più giusto per farlo.

Prima di mettersi in cammino: gli elementi della storia

Il contesto è quello del dottorato di ricerca in Architecture, Design and Planning, e della tesi in Innovation design redatta da Mariangela Francesca Balsamo, sotto il tutoraggio della professoressa Lucia Pietroni.

Il titolo del lavoro è: Biomimetic re-design of sustainable products. L’obiettivo, quello di verificare la possibilità di incrementare la sostenibilità ambientale dei prodotti attraverso criteri biomimetici.

L’argomento è densissimo, per cui proviamo a darne un racconto semplice come una passeggiata attraverso la natura. Perché, come diceva John Muir, In ogni passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca.

L’avvicinamento

L’approccio dell’ecodesign – e in particolare del design biomimetico – può essere riassunto con queste parole: rubare le soluzioni alla natura. Un’altra frase, questa volta dell’architetto Michael Pawlyn, chiude un primo cerchio: Potresti vedere la natura come un catalogo di prodotti. Tutti questi prodotti hanno beneficiato di 3,8 miliardi di anni di ricerca e sviluppo. Dato quel livello di investimento, ha senso utilizzarlo.

L’idea, quindi, è proprio quella di osservare la natura per carpirne i segreti che l’hanno portata a sviluppare una gamma completa di soluzioni che naturalmente rispondono ai criteri del buon design: perfettamente funzionali, esteticamente eleganti, ed economiche dal punto di vista dell’energia e delle risorse utilizzate.

Tema caldo, quest’ultimo, le cui radici affondano nel concetto di sostenibilità, così caro a Sebach.

Una volta scoperte le soluzioni della natura, si tratta di pensare a come si potrebbero applicare a prodotti già esistenti - come nel caso di questa tesi - o a nuovi prodotti, per migliorarne le funzionalità e, nel contempo, ridurre l’impatto sull’ambiente legato alla loro produzione e al loro uso.

Resta però un problema. Una cosa è trarre ispirazione dalla natura, un’altra è la misurazione reale dei vantaggi che derivano dall’adottare le sue stesse soluzioni: insomma, ne vale davvero la pena?

La tesi di Mariangela ragiona proprio su questo, provando a misurare quali potrebbero essere i veri benefici per l’ambiente del redesign biomimetico di un prodotto esistente.

Il percorso

Mariangela ha scelto di ragionare su un ipotetico re-design del bagno mobile Sebach TopSan NoTouch.

Il nostro prodotto più classico è stato smontato, analizzato, sottoposto all’esame di software avanzati, per arrivare a individuare due possibili campi d’azione: la riduzione del numero di pezzi che compongono la cabina, e la riduzione della quantità di HDPE necessario per realizzarla.

La passeggiata nella natura prosegue quindi guardandoci attorno come dei neofiti della botanica, con Mariangela a indicarci gli esempi vegetali e animali ai quali si è ispirata

Sono stati osservati quindi il fiore della bardana (per i curiosi, è lo stesso che ha stimolato l’invenzione del velcro), la cui logica potrebbe essere utilizzata come sistema alternativo per il montaggio degli elementi della cabina; la conchiglia della capasanta – capace grazie alla sua struttura di sopportare sforzi meccanici notevoli – e il pattern delle foglie di Victoria amazonica

La combinazione di queste tre idee, applicata al TopSan tramite software digitali, ha individuato un bel punto di partenza per iniziare a ragionare in ottica di ecodesign.

La meta

Guardiamo i disegni che descrivono un nuovo possibile TopSan, e ci emozioniamo: è sempre lo stesso, eppure è cambiato. Potrebbe essere più leggero, più “semplice”, ancora più sostenibile. Anche il feeling estetico potrebbe mutare. 

La conclusione di questo esperimento è piuttosto chiara: il redesign biomimetico ci presenta un ottimo spunto di riflessione, che potrebbe tradursi in benefici economici, certo, ma anche in un ritorno per la natura.

Lo stimolo è potente: Sebach è da sempre interessata a ogni nuovo passo che l’innovazione tecnologica potrebbe permetterci di fare, specie in direzione di una maggiore sostenibilità. Abbiamo adorato questa passeggiata nella natura, e continueremo ad appoggiare ogni iniziativa in questa direzione.

Ci sembra il modo giusto per continuare a prenderci cura di un luogo attraverso il quale camminare, capace di ispirarci, di darci vita e di migliorarci.

 

Nota a margine. La Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino, nella quale è stata sviluppata la tesi di dottorato di Mariangela Francesca Balsamo, si pone da anni l’obiettivo di sviluppare competenze tecnico-scientifiche che aiutino le aziende ad innovarsi nell’ottica della transizione ecologica.

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Sebach Italia

Altre pagine consultate