Nell’ICT, “se osi in grande” non puoi sbagliare!
In tutti questi anni nel nostro settore mi sono spesso chiesto “perché faccio quello che faccio”.
Motivo per il quale la mia piccola azienda di formazione e consulenza ha un’identità aziendale definita, solida e stampata su un foglio A4 che campeggia sulle pareti dei miei uffici sempre sotto gli occhi miei e del mio team.
Ci sono però momenti in cui anche quelle parole scritte nere su bianco vacillano, accade principalmente in momenti in cui sono particolarmente stanco, stressato o deluso. (Mi chiedo come facciano gli Imprenditori che non hanno ben chiari i propri valori ad andare avanti nel turbinio delle proprie giornate lavorative!)
Provo quindi a rialzare il mio livello di efficacia distogliendo momentaneamente lo sguardo dal mondo ICT e sai cosa succede?
Puntualmente, mi imbatto in una carica di energia. Come se le cose che sperimento, esploro e vivo, mi riportassero a casa, alle mie motivazioni personali e professionali più profonde.
Quindi se sei un po’ oppresso dai tuoi logoranti ritmi operativi, non puoi smettere di leggere!
Se invece sei in un periodo “zen” salva questo articolo e leggilo quando ne avrai bisogno. Ne trarrai supporto, motivazione ed ispirazione.
Un’affascinante scoperta
Nel mondo ICT “osare in grande” è una necessità.
C’è un libro che si intitola proprio così, “Osare in grande” di Brené Brown, una professoressa di Sociologia all’Università di Houston. Ricordo di aver comprato questo libro per curiosità e di averlo divorato in tre sere dopo il lavoro, steso sul divano accanto alla mia compagna.
È stato folle rivedersi in alcuni comportamenti, passati e presenti, trovare una spiegazione ai limiti che come professionista mi sono posto e scoprire con quanta audacia, senza saperne il motivo, avevo compiuto passi coraggiosi per uscire dalla mia vulnerabilità.
Osare in grande infatti vuol dire proprio avere il coraggio di essere vulnerabili.
Ti consiglio di leggerlo perché ognuno di noi ha il suo personale modo di affrontare le proprie fragilità e farle diventare un punto di forza.
Cara Brown, difficile ammetterlo ma in alcuni punti hai commosso persino un orso con i capelli bianchi come me!
C’è però di più.
Sono riuscito, in queste 246 pagine, a fare un passo avanti nella mia personale definizione di Imprenditore leader… spero che lo rappresenti anche per te!
Brown, con la sua penetrante comprensione dei dinamismi umani e della leadership, ci svela una verità fondamentale: "Un leader è chiunque si ritenga responsabile di trovare le potenzialità in persone e processi."
Ora prova a dirmi che questa definizione non calza a pennello nel nostro settore!
Leader non vuol dire, quindi, avere un ruolo o una posizione, ma una visione più ampia che valorizza il potenziale umano e tecnologico.
Una conversazione al di là delle paure
Verso la fine del libro, quando la Sociologa parla di come applicare il concetto di osare in grande nelle società e in famiglia, c’è una conversazione a mio avviso emblematica di come la maggior parte di noi Imprenditori vive l’innovazione.
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Te la riporto qui:
Nel 2010 ebbi l'opportunità di passare un lungo weekend con cinquanta dirigenti d'azienda della Silicon Valley. uno degli altri oratori dell'incontro era Kevin Surace, all'epoca amministratore delegato della Serious Materials, nonché "Miglior imprenditore del 2009" secondo la rivista "Inc.".
Sapevo che Kevin avrebbe parlato dell'innovazione sconvolgente così nella nostra prima conversazione, precedente ai nostri interventi e al fatto che venisse a conoscenza del mio lavoro di ricercatrice in tema vulnerabilità vergogna, coraggio e merito, gli feci una domanda: "Qual è l'ostacolo più significativo a creatività e innovazione?"
Kevin ci pensò su per un minuto e mi risposte: "Non so se abbia un nome, ma in tutta onestà è la paura di presentare un'idea e di venire ridicolizzati, derisi, umiliati. E nel caso tu sia comunque pronto a subire un'esperienza simile, e riesca a superarla, poi subentra la paura del fallimento e di aver sbagliato.
La gente crede di valere quanto le proprie idee, che le proprie idee non possano essere troppo "fuori di testa" e che non possano permettersi di "non conoscere" qualcosa.
Il problema è che in realtà spesso le idee innovative sembrano folli e che il fallimento e l'apprendimento fanno parte di ogni processo rivoluzionario.
[…]
Gli risposi e sorrisi: “Proprio così, non è vero? La maggior parte delle persone e delle aziende non riesce a sopportare l'incertezza e il rischio della vera innovazione.
Apprendimento e creazione sono entrambi processi che implicano vulnerabilità.
Non si è mai abbastanza sicuri. La gente vuole delle garanzie."
Mi rispose: "Esatto. Come ti ho già detto, non so se tale problema abbia un nome ma è qualcosa che ha a che fare con la paura che spinge le persone a non rischiare. Si concentrano su quello che sanno già fare bene e non osano."
Così alla fine di questa lettura mi è sembrato che si chiudesse un cerchio e quei dubbi che spesso mi assalgono hanno trovato risposta.
“Faccio quello che faccio perché sono stato un Imprenditore vulnerabile, ho avuto coraggio e ho osato in grande. Non ho ancora smesso di farlo ma supporto gli altri perché credo nel loro potenziale”.
ViVenditaICT è nata con lo scopo di supportare l’innovazione e la creatività nell’ICT promuovendo un approccio alla leadership che sia al tempo stesso audace e consapevole.
Ho sempre pensato che se l’Imprenditore esce dalla gabbia dell’operatività, definisce la sua identità come persona e capo di un’azienda, impara ad automatizzare attività, delegare e controllare in modo efficace, può svolgere il suo vero lavoro: creare innovazione.
Il viaggio dell'innovazione inizia con il coraggio di osare e la determinazione di perseguire il successo.
“Fai sempre quello che hai paura di fare”.
Ad majora,
Piero