Nessuna proroga per il riversamento del credito d’imposta ricerca e sviluppo
Roberto Triolo | Ceo Ransomtax

Nessuna proroga per il riversamento del credito d’imposta ricerca e sviluppo

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Il termine per il riversamento del credito d’imposta per la ricerca e sviluppo scadrà il prossimo 31 ottobre 2024. Purtroppo, non ci sarà nessuna proroga. L'emendamento al decreto omnibus presentato da Fratelli d'Italia (di seguito riportato) è stato respinto, lasciando gli imprenditori di fronte a una scadenza imminente e inesorabile.


Proposta di modifica n. 5.0.8. al DDL n. 1222

Perché tanti imprenditori ignorano la scadenza?

Purtroppo nonostante l'evidente situazione di rischio molti imprenditori ignorano totalmente la scadenza, al punto di non volerne sapere neanche davanti all'evidenza.

Questa situazione è un classico esempio di come il cervello umano fatichi a elaborare un problema finché non diventa tangibile. C'è la tendenza a posticipare o ignorare del tutto la questione, convinti che “non li riguardi”. È solo quando il problema si manifesta – magari con una notifica dall’Agenzia delle Entrate – che la sua portata diventa chiara, ma ormai è troppo tardi per affrontarlo senza subire danni significativi.

Un fenomeno simile può essere osservato in contesti aziendali quando la prevenzione è trascurata. Il "vedremo domani" si trasforma spesso in una crisi ingestibile. Il caso del credito d'imposta per ricerca e sviluppo ne è un esempio lampante. Solo quando le verifiche fiscali entrano in gioco, i rischi e le incertezze emergono in tutta la loro gravità e l'imprenditore si affanna nel tentativo di risolverle.

L’ultima occasione. Chi e perché dovrebbe aderire al riversamento?

Il riversamento del credito d’imposta ricerca e sviluppo rappresenta, per molti imprenditori, l’ultima occasione per mettere al sicuro la propria posizione. Anche per chi ha dubbi sulla correttezza delle attività rendicontate, questa procedura offre un modo per "regolarizzare" la propria posizione senza incorrere nelle pesanti sanzioni amministrative e penali previste in caso di verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Nonostante le numerose incertezze e difficoltà interpretative, il riversamento può essere visto come una sorta di “scudo” che protegge l’impresa da conseguenze ben peggiori.

Personalmente ritengo che i soggetti più a rischio, che dovrebbero valutare con maggiore attenzione lo strumento, sono senz'altro (e non in maniera esaustiva) le imprese che operano nei seguenti ambiti:

  • Software;
  • Servizi;
  • Logistica;
  • Trasporti;
  • Facility;
  • Terzo settore;
  • Rifiuti.

A queste si aggiungono quelle destinatarie di un questionario ex. art. 32, cioè quelle che hanno già consegnato la documentazione all'Agenzia delle Entrate, in virtù di un'apposita richiesta.

In tal caso vale la pena rammentare che il non aver ricevuto alcuno riscontro, nonostante siano passati parecchi mesi o addirittura anni dalla richiesta, non equivale alla correttezza delle rendicontazioni visto e considerato che gli unici termini da tenere in considerazione sono quelli per la notifica dell'accertamento (che variano in funzione della tipologia di violazione che viene contestata).

Pertanto, è bene sapere che scaduto il termine per l'invio dell'istanza, un'impresa destinataria di un atto di accertamento non potrà far altro che pagare (sanzioni al 100% del credito) e difendersi in sede penale qualora il credito superi la soglia di compensazione di € 50.000,00 per singolo anno d'imposta, senza tralasciare il fatto che anche presentando ricorso, in assenza di sospensione dell'atto, bisognerà far fronte all'intero debito contestato (sanzioni + interessi) in misura piena.

Vale la pena rischiare?

In questo contesto la domanda che dovrebbe porsi un imprenditore illuminato è la seguente: Tengo davvero alla mia azienda? Sto valutando attentamente i rischi collegati alle agevolazioni che ho rendicontato? Sono pronto per affrontare eventuali controlli al meglio?

Se la risposta a queste domande è si, l'unica cosa da non fare è l'inerzia o girarsi dall'altra parte.

Conclusione

La scadenza del 31 ottobre rappresenta un punto di non ritorno per chi ha utilizzato il credito d’imposta ricerca e sviluppo. Il riversamento è un’occasione da non perdere per proteggere la propria azienda dalle conseguenze fiscali, penali e 231. Tuttavia, resta forte il rammarico per un Governo che non è stato in grado di fornire supporto in modo tempestivo e adeguato. Ora più che mai, gli imprenditori devono prendere in mano la situazione, senza aspettare l’ennesimo provvedimento tardivo che non arriverà.

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Roberto Triolo, Ceo Ransomtax

Scrivo di: Crediti d’imposta – Finanziamenti a tasso agevolato – Garanzie bancarie – contributi a fondo perduto – Agevolazioni fiscali

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