Numeri o persone ?
Valgono i numeri o le persone?
Se mi stai leggendo da un po’, saprai bene che sono molto attivo sul web da tanto tempo. Se poi mi hai letto con attenzione, avrai notato che non mi limito alla sola odontoiatria, che è il mestiere che mi sono scelto nella vita, ma anche di come questa vada organizzata per renderla più efficace.
Non è la conoscenza tecnica di per sé a garantire il successo di uno studio dentistico – o qualsiasi altra attività umana – ma altri fattori che, se conosciuti, perfezionati e sapientemente messi all’opera, generano poi risultati straordinari.
Per questo ho tenuto corsi sia in aula che online su vari temi extra-clinici tra cui la leadership, la comunicazione efficace, il management e il marketing. All’inizio, molti dei miei colleghi – soprattutto dei piani alti – mi criticavano, ora invece fanno anche loro come me perché si sono accorti che il mondo cambia ad una velocità mai vista prima.
Alcune volte, però, presi da questa smania di evoluzione, o facendo da soli oppure prendendo ad esempio colleghi che “ce l’hanno fatta” senza aver compreso bene tutte le dinamiche intermedie, fanno il passo più lungo della gamba.
Di recente ho avuto modo di parlare con uno di questi colleghi, un ottimo e simpatico professionista a cui era capitata una situazione simile. Appassionatosi al tema dello sviluppo manageriale dello studio dentistico, ha letto diversi libri in merito ed è andato a studiare dai mostri sacri del settore.
Questi ultimi, però, senza chiedere o informarsi dell’uditorio che avevano di fronte, hanno snocciolato la loro esperienza – di successo, qui nessuno lo mette in dubbio – ottenendo però il solo effetto di terrorizzare molti dei colleghi, la maggior parte dei quali avevano piccoli studi mono professionali e non si aspettavano di sentir parlare di principi di bilancio avanzati, controlli di gestione, break even e via dicendo.
A questo punto il collega si è confidato con me e io, nel mio piccolo, ho cercato di dargli dei consigli parlandogli, confrontandomi con lui, facendoli vedere quella che è la mia realtà – anche questa avanzata – ma spiegandogli solo quello che ritenevo fosse utile e funzionale per lui, senza esagerare solo per mettermi in mostra.
Da questo fatto nasce la mia riflessione che fa da titolo a questo articolo: contano di più i numeri, oppure le persone?
Mi spiego meglio. Ovvio che far quadrare i conti è fondamentale. Conosco colleghi che lavorano come pazzi tutto l’anno ma non sanno, fino al fatidico momento del pagamento delle tasse (che per loro si trasforma in giornate da incubo passate a cavallo delle feste), quanto hanno effettivamente fatturato, incassato, speso e infine guadagnato.
La segreteria, il magazzino e le cartelle vanno tenute in ordine e bene aggiornate, come anche le eventuali campagne e progetti di promozione dello studio. Tutto vero, tutto giusto. Ma da solo non basta.
Il vero successo risiede infatti in qualcosa che appare a prima vista molto meno tangibile. E questo distinguo fondamentale, questo elemento decisivo sono le persone!
Ad oggi, tra dipendenti e collaboratori gravitano intorno a me oltre trenta persone. Se conto poi i partner esterni, i consulenti, i fornitori – molti dei quali sono ormai di casa – e tutti coloro che ruotano, chi più chi meno, intorno alla struttura, siamo davvero tanti.
Ho letteralmente collezionato negli anni, pezzo per pezzo, ognuno di loro. Alcune persone promettenti hanno deciso di non seguirmi. Altre si sono allontanate senza rimpianti da parte di entrambi. È stato un processo lungo, talvolta doloroso ma sempre stimolante.
Sono questi uomini e queste donne che mi hanno permesso di costruire il mio piccolo impero, in cui tutti hanno un loro ruolo ma anche possibilità di crescere, migliorarsi, sviluppare idee e progetti.
Dopo tanto tempo posso dire che, una volta che si lavora sulle persone i numeri si generano quasi a loro volta, magicamente. È questo, in sostanza, che ho cercato di trasferire al mio collega quando mi ha chiesto consiglio ed è quello che vado a testimoniare quando vengo chiamato a parlare durante i convegni in tutta Italia o ai miei corsi.
Otto von Bismarck, forse il più grande uomo di Stato tedesco dell’epoca moderna, un giorno disse: “Con cattive leggi e buoni funzionari si può pur sempre governare. Ma con cattivi funzionari le buone leggi non servono a niente”. Lo stesso, a mio parere, vale per i numeri. Questi, infatti, possono esistere e saranno buoni solo se ci sono prima le persone giuste, non il contrario.
Quindi concludendo è bene che ognuno di noi faccia suo il concetto, prima le persone, poi le cose.