Obiettivi quanto basta

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Recentemente ho letto un interessante articolo intitolato “L'arte di raggiungere obiettivi” in qui tra le altre cose, l’autore sostiene che… <<Per obiettivi al di sotto di una certa difficoltà non c'è bisogno di strumenti o strategie particolari: la mente umana è già programmata per trovare "automaticamente" la strada per ottenere le cose desiderate... se non ci sono troppi ostacoli.>> Devo dire che, se ho ben interpretato il significato della frase, mi trovo d’accordo su questo. Per quanto mi riguarda non ho mai amato pormi obiettivi di risultato, in particolare se “difficili” come si dice nella citazione. Piuttosto, professionalmente parlando, ho preferito pormi obiettivi di processo che fossero di supporto alle mie attività lavorative; come ad esempio imparare individuare e riconoscere (velocemente) guasti su di una macchina/impianto industriale, saper programmare i PLC, saper interagire con i tecnici meccanici e da qui se all'estero capire e parlare bene l’inglese. In ogni caso raramente mi sono posto la scadenza e il livello da raggiungere, giusto per sé per i propri desideri e soprattutto esigenze. Ebbene, questo articolo mi ha fatto riflettere sul fatto che non ponendosi questi due “dettagli” si correre il rischio di incorrere in un loop senza fine, dove a lungo andare credo che porti a “sprecare” tempo ed energie in obiettivi (perché magari si è già al livello sufficiente) che con il tempo diventano di secondaria importanza rispetto ad altri che potrebbero/dovrebbero subentrare. Mi è già capitato di riflettere in passato su questo aspetto ma in un altro ambito a me caro, quello della pratica del ciclismo e della mountain bike. Dopo che da alcuni anni avevo smesso di fare gare di mountain-bike, mi è capitato una domenica mattina di incontrare e di pedalare con una persona che conoscevo solo di vista. Ebbene all'inizio del giro, parlando del più del meno, mi stavo lamentando di quanto non riuscissi ad avere il tempo necessario per allenarmi e cose del genere. Ad un certo punto, dopo che era un po’ di tempo che pedalavamo, questo mio conoscente mi dice “per fortuna che dicevi che non riesci ad allenarti…” intendendo che considerava andassi comunque al quanto “forte”, almeno per lui. Ebbene questo mi fece riflettere che anche se avevo smesso di partecipare alle gare, in realtà ero ancora ancora collegato mentalmente al miglioramento continuo delle prestazioni ciclistiche. Tutto questo non considerando il fatto che magari era più giusto, anche solo rimando in ambito sportivo, avessi al momento altri “obiettivi”: godermi di più il paesaggio, rilassarmi e pedalare anche “semplicemente” per il piacere di stare in compagnia e condividere le esperienze ecc. Da allora in poi ho cercato quindi di impegnarmi a cambiare “focus” del mio andare in bici. Ma si sa, quello che si riesce a raggiungere in un ambito non necessariamente si riesce poi a ricordarsi di riportarlo anche in altri. Anche perché quello professionale, anche solo per un fatto di responsabilità, ha altre esigenze, complicanze e dinamiche. In ogni caso credo che per continuare ad ambire a crescere sia importante porsi nuovi obiettivi e rimodulare/riorganizzare quelli precedenti. Magari senza essere troppo severi ed inflessibili.... con sé stessi.

Sotto l’articolo sopra citato: https://blog.kiwifarm.it/larte-di-raggiungere-obiettivi/

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