Passare il testimone
Premessa
Sul passaggio generazionale ho scritto molti post e realizzato un webinair di 45 minuti.
Che sono serviti a poco.
Quello che ha sempre funzionato è invece la consulenza privata.
Perché purtroppo questo passaggio di consegne è visto da chi “cede” come una sconfitta, un minus da combattere e da gestire egoisticamente.
Quando invece è solo la naturale evoluzione di un’impresa (nel doppio significato che tale parola ha) in cui nessuno perde o vince.
Cosa intendiamo
Intendiamoci sui termini, vi sono tre tipologia di passaggio generazionale:
Ho gestito vari di questi passaggi, hanno iter complessi e prevedono innanzitutto ascolto e fiducia.
Ascolto in chi nei suoi consigli parla con acquisita competenza, fiducia nel fatto che il fine è renderla una operazione win-win in cui tutti ci guadagnano e sono soddisfatti.
Quando opero in consulenza per gestire il passaggio generazionale il mio ruolo è di solito sia da mediatore “emotivo” sia da promotore attivo della nuova organizzazione manageriale che si desidera impostare.
Colmo il baratro che spesso si crea tra presunti divergenti interessi.
Le ipotesi
Chiamami per un primo contatto telefonico esplorativo se sei in una di queste situazioni:
Padre figlio
Con il padre che da un lato ha il legittimo orgoglio per quello che ha fatto, dall’altro non si sente ancora pronto per la pensione anche se i 67 anni sono già stati o saranno prossimi.
Il figlio che ha spesso idee nuove o perlomeno diverse da quelle in atto e vorrebbe impostare la sua futura vita professionale senza essere solo “il figlio del capo” e potendo dimostrare le sue specifiche capacità.
(A volte anche sviluppate solo nell’area extra clinica).
Poiché non vi possono essere due capi spesso sorge un problema che pare irrisolvibile.
Non lo è.
Serve solo buona volontà da parte di entrambi ed un esperto a mediare e dimostrare come i legittimi desideri possano coincidere.
E diventino un beneficio comune.
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Da titolare esperto a giovane collega
Di norma è la situazione più semplice da gestire, anche perché usualmente l’aver collaborato per anni è una eccellente base di partenza.
L’obiettivo in questo caso è ottenere due importanti risultati, solo apparentemente contradittori: dare evidente continuità di immagine ed impostare un efficiente riposizionamento operativo.
In parole semplici: cambiare dolcemente, senza traumi per i pazienti.
Da titolare a socio estraneo
Cedere il proprio studio, che ha come altro verso della medaglia il rilevare uno studio altrui è invece la situazione di gran lunga più complessa, per il marketing, il management e soprattutto per la salute ed il successo dello studio.
Non ci provo neppure a sintetizzarla in qualche riga, quello di cui sono certo è che, se non si agisce con molta competenza, diventa molto probabile una notevole perdita del fatturato consolidato.
Gestirlo da soli di solito è deludente dal punto di vista emotivo per chi cede ed economicamente rischioso per chi subentra.
Richiedere una consulenza esperta è di gran lunga la scelta economica più intelligente e produttiva.
Concludendo
La chiusa può apparire antipatica, ma è invece sinceramente generosa.
La rivolgo in primis a chi vuole o a volte deve cedere l’attività.
Non illuderti di avere la competenza necessaria a fare tutto da solo.
Non è così.
Ho visto troppi disastri causati da tale fallace presunzione.
Se vuoi bene al tuo successore, se vuoi bene all’impresa che hai realizzato con anni di fatica ed impegno, chiama qualcuno al tuo fianco per darti competenza ed ausilio.
Chiamami e parliamone, ti costa nulla ti può risparmiare grosse delusioni
Gaetano
PS
Preciso che io mi occupo direttamente di management e marketing, per gli aspetti finanziari, societari, patrimoniali etc (altra bella rogna da gestire) mi avvalgo di colleghi specialisti in merito.
Che mi hanno già dimostrato di essere particolarmente competenti in materia.