PatchAi: gestire i pazienti dei clinical trials
Il reclutamento e la gestione dei pazienti impegnati nei clinical trials sono sempre stati degli aspetti critici che in molti casi hanno condizionato l’esito positivo delle ricerche intraprese. Da fine 2019, per ovviare a queste difficoltà, è disponibile sul mercato la piattaforma implementata da PatchAi, una startup padovana che ha realizzato la prima soluzione cognitiva per la raccolta in forma conversazionale, e l’analisi predittiva, dei Real World Data riportati dai pazienti nei Clinical Trials
Le sperimentazioni cliniche
Per l’industria farmaceutica gli studi clinici sono una parte rilevante degli investimenti in ricerca e sviluppo: prendendo in considerazione la realtà europea, nel 2017 gli studi clinici hanno assorbito complessivamente il 50,2% degli investimenti totali in R&S, pari a 1.773 milioni di Euro. A livello numerico, nel 2018 in Italia sono stati condotti 666 studi clinici, una cifra che ha rappresentato il 20,5% del totale degli studi clinici condotti in tutta Europa.
Il Patient Engagement
Partendo da questi dati, il patient engagement, vale a dire l’impegno profuso dai pazienti nelle sperimentazioni cliniche, è un aspetto di assoluta importanza per determinare il successo o meno di una ricerca, ma al tempo stesso è anche quello che presenta le maggiori criticità. Il reclutamento dei pazienti non è un’attività semplice, e il tasso di drop-out, inteso come percentuali di pazienti che dopo aver dato propria disponibilità a partecipare ad un clinical trial decidono in seguito di abbandonarlo a causa delle difficoltà nel seguire il protocollo di studio (visite, attività, terapia), ha raggiunto una percentuale del 38%. Inoltre, occorre tener presente che ben l’85% degli studi clinici avviati non rispetta le milestone prefissate, arrivando ad accumulare ritardi che superano il mese.
PatchAi
Per ovviare a queste difficoltà, sul mercato sono apparse numerose soluzioni volte a migliorare la gestione del patient engagement nelle sperimentazioni cliniche, ma quella che in questi ultimi anni sta riscuotendo un sempre maggior successo si chiama PatchAi, una startup innovativa padovana che ha sviluppato la prima piattaforma cognitiva per la raccolta in forma conversazionale e l’analisi predittiva dei Real World Data riportati dai pazienti nei Clinical Trials. Il progetto PatchAi, grazie all’adozione di ePRO conversazionali (Co-PROTM), rappresenta una nuova frontiera nel patient engagement, in quanto attraverso il Machine Learning e l’Artificial Intelligence il sistema rende disponibile un assistente virtuale empatico ai pazienti coinvolti in studi clinici.
L’idea di PatchAi è nata sul campo, tra le corsie degli ospedali dove i quattro fondatori - Alessandro Monterosso (attuale CEO della startup), Filip Ivancic, Kumara Palanivel e Daniele Farro - hanno lavorato direttamente nella ricerca clinica ricoprendo ognuno ruoli differenti (medici, infermieri, farmacologici). Attraverso la loro esperienza diretta hanno potuto apprendere personalmente quali sono i bisogni inespressi dei pazienti, le difficoltà nella comunicazione e le metodologie di raccolta dati che risultano essere spesso datate ed inefficaci.
E’ proprio da queste considerazioni che si può comprendere quale sia il principale punto di forza di PatchAi: questa grande attenzione nei confronti del paziente che è posta al centro dell’implementazione della soluzione digitale innovativa rappresentata da PatchAi, in un contesto attuale caratterizzato dalla transizione verso la value-based healthcare, permette di ottenere un doppio vantaggio competitivo: il miglioramento della presa in carico dei pazienti e la capacità di raccogliere e dati sanitari di estremo valore, fattori che non solo riducono distanze e tempi ma contribuiscono anche alla riduzione dei costi degli studi sui farmaci innovativi.
Il team dei fondatori si è costituito all’Università Bocconi e ha iniziato ad implementare l’idea, entrando in contatto con i principali stakeholder del settore, per partecipare poi al percorso di accelerazione BioUpper di Cariplo Factory. L’azienda è stata accelerata da Unicredit Startup Lab e dall’Istituto Europeo di Tecnologia (EIT Health) e collabora con players internazionali quali IBM e HIT - Università degli Studi di Padova.
Oggi PatchAi, che oltre al team dei quattro founders si avvale della collaborazione di oltre 12 professionisti, punta a diventare una vera e propria azienda. I servizi offerti dalla startup sono disponibili da dicembre 2019, in anticipo di 12 mesi rispetto alle previsioni iniziali, e tra i suoi primi clienti PatchAi annovera Novartis Italia.
I riconoscimenti di PatchAi
Basta un solo dato per comprendere la bontà del progetto PatchAi: negli ultimi 15 mesi la startup ha vinto 10 competition nazionali e internazionali per oltre 300 mila euro in premi e servizi. Inoltre, durante il 2019 la startup ha chiuso due aumenti di capitale per circa un milione di euro, ottenendo anche che importanti players del mondo della digital health, come UVCAP, Healthware Ventures, Padda Health e Avalanche Investments, abbiano investito nella startup.
Gli obiettivi di PatchAi
Tali risultati sono sicuramente uno stimolo per i membri della direzione di PatchAi affinché la startup raggiunga nei prossimi cinque anni l’obiettivo di coinvolgere con la sua piattaforma più di 40.000 pazienti, risultato che permetterà di perseguire ulteriori obiettivi di crescita in ambito corporate e consumer sia a livello italiano che globale.
Dino Biselli
Fonti Principali
Efpia - The Pharmaceutical Industry in Figures