Patto di corresponsabilità scuola-famiglia: una santa alleanza o una guerra santa?

Patto di corresponsabilità scuola-famiglia: una santa alleanza o una guerra santa?


La scuola è un’organizzazione complessa che sempre più fa fatica a stare dietro alle tante aspettative che la società civile ha riposto in essa. La scuola è anche un’istituzione messa in crisi dall’incontro con le nuove generazioni,i cambiamenti che hanno interessato le ultime generazioni sono avvenuti troppo velocemente per essere sempre intercettati e valorizzati dalla classe docente attuale. Ci sono docenti illuminati, che per qualità personale e grande esperienza culturale e professionale, sono in grado di cavalcare l’onda del cambiamento e di stare dietro alle giovani generazioni e alle nuove famiglie. Ci sono famiglie autorevoli e capaci di promuovere il benessere dei propri figli. Ci sono studenti fortunati ad essere ben supportati dalle famiglie e ben guidati dagli inseganti. E per tutte queste persone il patto di corresponsabilità scuola / famiglia funziona, è un’ottima cosa, ma ho la sensazione che la relazione scuola famiglia avrebbe funzionato comunque, anche senza la firma della Santa Alleanza. Infatti esiste, accanto al mondo migliore, anche un altro mondo più reale fatto di docenti più o meno competenti, con più o meno entusiasmo e capacità di insegnamento, e genitoriche crescono i propri figli non sempre in maniera adeguata per diversi motivi. In generale quando ci alleiamo con qualcuno diamo per scontato che entrambe le parti facciano il proprio dovere al meglio, e così la scuola,quando propone la firma al patto scuola famiglia, dà per scontato che un genitore sia sempre e comunque un buon genitore. Il patto scuola famiglia ha un punto debole nega la realtà dei fatti e si trasforma da Santa Alleanza a Guerra Santa, dove ognuno delle due parti crede di avere una verità incontrovertibile sull’alunno/ figlio da difendere fino alla fine del ciclo scolastico. A farne le spese ovviamente sono tutti. La scuola nella figura del dirigente sarà bersagliata sia a destra che a manca dalle proteste e finirà per trincerarsi dietro la burocrazia, i docenti saranno sviliti nel proprio ruolo e autorevolezza, la famiglia perderà l’occasione di crescita, gli allievi avranno minata la propria autostima e il proprio benessere in quanto studenti. I fatti sono che nessun figlio ha mai reso migliore qualcuno, semplicemente con la genitorialità vengono ad accentuarsi sia le virtù che i difetti di ciascuno di noi. Diamo per scontato che i bambini siano felici e spensierati, mai fatti ci dicono che i bambini possono essere affranti e depressi come i loro genitori quando in famiglia ci sono dei problemi. I fatti ci dicono che i bambini sono l’anello più debole in una famiglia, che i bambini subiscono i problemi senza possibilità di gestirli. I fatti ci dicono che la nostra realtà è fatta anche di famiglie colluse con la criminalità e che per questo i bambini abitano luoghi infestati da cattive abitudini e comportamenti ad alto rischio delinquenziale. Dimentichiamo che la scuola deve essere aria nuova per tutti i bambini, e invece la scuola puntando al patto di corresponsabilità, permette a tutte le relazioni inadeguate di entrare nella scuola e di abitarle come degli alleati. I genitori, chiamati in causa come adulti responsabili, esercitano il proprio ruolo mettendo in discussione ciò che fa l’insegnante, critica e attacca,nella maggior parte dei casi nel riparo del gruppo di genitori di wathapp, ma qualcuno arriva fino a minacciare e intimidire direttamente il docente colpevole di aver esercitato il proprio ruolo di adulto. D’altro canto i docenti si lamentano che gli alunni sono poco educati e poco si adattano alle regole della scuola. Dimenticandosi che per insegnare bisogna accendere l’interesse dello scolaro, spronare a sperimentare e a sbagliare, l’insegnante deve saper coniugare curiosità e interesse per dare vita alla voglia di studiare. I bambini entrano nella scuola che sono menti in apprendimento e in pieno sviluppo e generatività, ma molto spesso escono giovani menti esauste e chiuse ad ogni nuovo sapere, privi di curiosità verso l’ignoto. La scuola talvolta spegne il potenziale creativo di cui ogni bambino è dotato e fallisce ogni volta che un bambino è lasciato indietro. La scuola si dichiara perdente ogni volta che rinfaccia alla famiglia di non saper educare i figli. Ecco perché la scuola deve cambiare profondamente nel proprio assetto interno, diventando uno spazio creativo e accogliente prima per i docenti e poi per gli studenti. 

Io vorrei una scuola meno alleata delle famiglie e che faccia un patto di responsabilità con le nuove generazioni. Vorrei una scuola alleata dei suoi alunni, sia quelli provenienti da un ambiente sano, sia quelli provenienti da ambienti delinquenziali e sia quelli che stanno vivendo dei veri drammi familiari. Vorrei che la famiglia fosse rassicurata che nella scuola i loro figli incontreranno persone capaci di insegnare, che non entreranno nel merito delle vite dei singoli studenti, ma che offrono opportunità di crescita in un clima favorevole allo sviluppo. Vorrei che la scuola si dotasse di anticorpi contro i nullafacenti e che mettesse in atto tutte le tutele per prevenire il burnout professionale. Vorrei una scuola che sappia accogliere l’alunno disperato con autorevolezza offrendogli un luogo sicuro in cui stare, senza offrirsi come specchio della sua disperazione. Vorrei una scuola sicura dove far crescere una società migliore. 


Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate