PELLETTERIA MADE IN ITALY: EXPORT PER PIÙ DI 4 MILIARDI. MENTRE GLI ITALIANI COMPRANO IL FALSO.

PELLETTERIA MADE IN ITALY: EXPORT PER PIÙ DI 4 MILIARDI. MENTRE GLI ITALIANI COMPRANO IL FALSO.

Lo scorso febbraio, al polo Fieramilano di Rho, è stata presentata la 115esima edizione della storica Fiera Mipel, nella quale runners e designers da tutto il mondo si incontrano per la magica immersione nella pelletteria, nelle sue evoluzioni e nei nuovi trand che la definiscono.

E, in questo ambito, il Centro Studi Confindustria Moda ha presentato i dati relativi alla pelletteria italiana del 2018.

Non vi stupirà sapere che la richiesta dei prodotti italiani è cresciuta maggiormente, registrando un aumento dell’export del 10,3%. 

Sì, proprio così: 4,13 miliardi di attivo nel saldo commerciale dei primi dieci mesi del 2018.

In effetti, anche il 2017 è stato segnato da considerevoli esportazioni di pelletteria italiana, ma sembra che i numeri siano destinati a crescere.

A chi è destinata la nostra pelletteria? Pare che i paesi più interessati al Made in Italy siano il Giappone, la Corea del Sud, Hong Kong e gli Stati Uniti; oltre agli altri paesi europei, quali la Germania e la Svizzera, seguiti da Francia e Regno Unito (i quali, però, hanno diminuito le importazioni).

In effetti, in relazione alle economie altalenanti degli ultimi tempi, comprese le misure protezionistiche di alcuni paesi e gli scontri diplomatici, si tratta di cifre considerevoli per i nostri mercati economici. Nonostante tutto, l’Italia è un paese di eccellenza e riesce a dimostrarlo.

COSA INVECE NON RIESCE A FARE L’ITALIA?

A dare speranza e sostegno agli italiani.

Se, da un lato, infatti, le esportazioni registrano cifre superlative, dall’altro, gli acquisti degli italiani restano immobilizzati sugli stessi standard da anni… dalla crisi del 2008.

La domanda in Italia non cresce circa i prodotti della nostra pelletteria, non producendo alcun incremento nelle vendite.

Al contrario, crescono gli acquisti (e i sequestri) dei prodotti contraffatti! 

COSA SIGNIFICA?

Il potere d’acquisto, sebbene aumentato negli ultimi anni, resta debole rispetto ai prodotti considerati di lusso o non di prima necessità; le persone preferiscono mettere da parte i risparmi, perché avvertono il senso di precarietà.

Pertanto, comprare una borsa “falsa” ti permette di indossare un logo importante, ma allo stesso tempo di non spendere migliaia di euro.

Il paradosso è che dare soldi al mercato criminale, non fa altro che ledere maggiormente la nostra economia ( e, quindi, il nostro potere d’acquisto!), ma non intendo approfondire qui queste dinamiche.

A mio avviso, manca un messaggio importante: la bellezza del lavoro artigianale italiano, che prescinde dal logo.

Mi spiego meglio: esistono numerose realtà italiane, creative ed operose, che propongono prodotti di qualità e dal design esclusivo.

Si tratta di piccole aziende che, fedeli alla tradizione della pelletteria italiana, sopravvivono in un sistema governato dai grandi brand, da un lato, e dalla contraffazione, dall’altro.

Ebbene, la scelta di acquistare prodotti artigianali italiani, non necessariamente famosi in tutto il mondo, potrebbe non solo risollevare l’economia delle piccole imprese e del paese intero, ma permettere a chiunque di godere della qualità; oltre che, ovviamente, boicottare la contraffazione, una piaga così interiorizzata che è, quasi, parte dell’organismo. Un organismo, a mio avviso, ancora capace di difendersi e reinventarsi!

Pertanto, dare più possibilità (anche in termini economici) alle piccole aziende italiane significherebbe mettere in moto un meccanismo funzionale al benessere totale degli individui; accanto a questo, resta fondamentale Informare i consumatori circa il Made in Italy, la sua conservazione e i danni della contraffazione.

Comprare originale è importante; e non significa acquistare prodotti costosi dei brand più famosi, ma significa scegliere il lavoro onesto delle aziende del tuo territorio, le quali ti garantiranno la qualità, sebbene lontane dalla firme più prestigiose.

Del resto, ciò che indossiamo parla di noi… e niente è più sincero di un marchio che può metterci la faccia, oltre che l’etichetta.

Ornella Auzino


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