Pensando alla Agenda...

Come chi mi legge sa io non credo tanto alla agenda digitale, credo che il digitale sia uno strumento e non il fine e credo che quello che dovrebbe fare la agenda è l'unica cosa che dovrebbero fare tutti.

Stamattina leggevo la descrizione della persona che stanno cercando nel bando.

Recita:

"il massimo livello di utilizzo delle tecnologie digitali nell'organizzazione della pubblica amministrazione e nel rapporto tra questa, i cittadini e le imprese, nel rispetto dei principi di legalità, imparzialità e trasparenza e secondo criteri di efficienza, economicità ed efficacia;"

La cosa mi ha suscitato questi pensieri, mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i miei amici:

Nella descrizione ci sono un sacco di aggettivi assolutamente inutili, e anche dannosi (excusatio non petita...). E' OVVIO che si debba procedere nella legalità, nella trasparenza...

Come una richiesta di personale dove si chieda un direttore amministrativo che faccia solo cose legali, che non rubi e che non sputtani la azienda. Cosa ne direste?

L'unica parte rilevante è "il massimo livello di utilizzo delle tecnologie digitali nell'organizzazione della pubblica amministrazione e nel rapporto tra questa, i cittadini e le imprese,".

Io la avrei scritta in un altro modo sopratutto perché la adozione delle sole tecnologie (a me digitale non piace, lo trovo fuorviante) non funziona se non si cambiano i processi.

Avrei detto qualche cosa come:

"Contribuire al miglioramento di processi e integrazione nelle varie componenti della pubblica amministrazione in modo da massimizzare efficacia ed efficienza del sistema PA rendendo possibile il miglioramento dei servizi offerti ai cittadini ed alle imprese".

E' ovvio che per fare questo ci vuole un TECNICO, non un uomo o donna di comunicazione!

Io ho fatto una cosa simile un una Banca, una realtà molto meno complessa e articolata, e vi assicuro che anche lì fu difficile, molto difficile.

Esiste un problema di usabilità del front end, non banale, ma più facile, e un problema di integrazione di realtà nate per vivere separate che è il più difficile da affrontare.