Per colpa di chi..?
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Per colpa di chi..?

Mi capita spesso, quando mi preoccupo per il futuro, di avere la netta percezione che si tratti di una preoccupazione inutile e ottimistica. Non è una sensazione piacevole.

Può darsi che questo modo di sentire sia soltanto mio, ma quando parlo con qualcuno della mia età, anche quando non affrontiamo direttamente questo tema, quel mood mi sembra risuonare in modo inequivocabile anche nelle parole del mio interlocutore.

Ecco, io ho smesso di credere nella politica e nei politici già da parecchi anni, ma se c'è una cosa che, più delle altre, mi sento di condannare in chi occupa certi spazi e certe poltrone, così come nelle organizzazioni e nei media che gli fanno eco, è la tremenda responsabilità di alimentare queste percezioni.

Non preferirei certo che mentissero o che indorassero nessuna pillola, ovviamente, ma chi guida una nazione deve, prima di ogni altra cosa, indicare una strada, illuminarla, renderla praticabile, per faticosa o scoscesa che sia, a chi intenda seguirla per andare in una certa direzione e contribuire al raggiungimento di determinati obiettivi.

Se guardo il panorama politico nazionale non vedo nessuna strada, nessun obiettivo e niente che non sia un costante rimpallare di responsabilità e di accuse, che alla fine dei conti ricadono sempre sui cittadini e sulla loro presunta complicità con chi hanno delegato a rappresentarli, nonostante al momento del voto non ci sia davvero lasciata nessuna scelta e nessuna concreta alternativa.

Vedo invece colpe distribuite come se fossero medaglie a chiunque non abbia il "buon senso" di volare basso, di essere appena al di sopra della soglia di povertà, come se le classi medie avessero sulle proprie spalle e in esclusiva il peccato originale di aver devastato il Pianeta, di averlo sfruttato, di averlo sporcato e reso prossimo all'inabilità per colpa del loro stile di vita insostenibile e della loro ambizione smisurata. Fosse anche soltanto quella di costruirsi una vecchiaia serena dopo aver lavorato per decenni.

Questa è una vergogna intollerabile e chi, tra i più giovani, scelga di cavalcare questa visione del mondo - peraltro subdolamente alimentata da ultrasettantenni straricchi e potenti, per alimentare un conflitto generazionale che fa il loro gioco - è destinato al più distopico dei futuri possibili.

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