Perchè le parole "valgono"​.
campagna L'Oréal UK

Perchè le parole "valgono".

Arrivo subito alla domanda cruciale: quando studiate la vostra comunicazione aziendale o di brand, quanto investite nella giusta scelta delle parole?

Partite ragionando sul posizionamento, sui valori aspirazionali, sui benefit di prodotto…..tutto corretto ma…..siete sicuri che le parole identificate siano le stesse che il vostro target usa “normalmente”?

Quanto vale quindi la parola giusta nella vostra comunicazione di marca?

Per 11 anni ho lavorato per Yahoo, motore di ricerca che ai tempi d’oro era utilizzato quanto Google, e posso assicurarvi che 9 su 10 si scopre che gli utenti non cercano online le parole utilizzate nei copy o nel packaging.

Studiare la comunicazione partendo dall’analisi delle ricerche online è strategico per il business.

Sicuramente volete comunicare dei valori, ma vorrete anche che il vostro Brand o prodotto sia trovato ogni volta che un potenziale cliente sta esprimendo un bisogno correlato, no?

Le due attività – studio delle ricerche online e ideazione creativa del copy da parte della vostra agenzia- non si escludono, anzi.

Aggiungere un approccio data driven alla vostra comunicazione vi renderà vincenti e più vicini al target, dato che sarete trovati quando questo esprime le sue necessità.

Essere guidati dai dati non significa trascurare l’importanza delle parole nel loro senso più creativo.

Si può lavorare insieme sui due fronti e il risultato sarà premiante in termini di brand awareness, visite al sito e vendite.

Prendo spunto da una notizia di oggi in cui leggo che L’Oréal non utilizzerà più in UK la parola “sbiancante” nella sua comunicazione.

Apprezzo moltissimo l’approccio di questa azienda perché il concetto di “noi tutti valiamo” mi piace molto ed è una presa di posizione unica e distintiva. Complimenti.

Capisco quanto sia difficile affrontare il tema del colore della pelle. Non possiamo però negare che ci sia una significativa attività di ricerca online sulla parola chiave “sbiancante”, dall’estetica dei denti fino alla scelta del fondotinta.

(Scriverò ad hoc per spiegare come si svolge un’analisi di “Search Intelligence”, non mi dilungo qui oggi).

Farsi trovare tra i risultati delle ricerche online “vale” quanto un buon copy o un buon posizionamento?

Per me non è un trade-off, si può applicare un approccio nuovo che tenga conto di tutti gli aspetti e unisca dati, parole e valori.


Paolo Pugni

La mia promessa è permettere alle imprese di guadagnare di più grazie a decisioni migliori. Originale dal 1960. TedX Speaker 19. Maratoneta (10) dal 18. Marito dal 85. Padre (3) dal 86. Nonno (5) dal 17.

4 anni

Trovo questa ossessione per la politically correctness più pericoloso che irritante o comica. Se esiste un colore che si chiama bianco, che è quello dei denti, non c'è nessuna offesa nel citarlo. Aboliamo anche il termine "abbronzante"? E questa riflessione di Tiziana mi sembra davvero azzeccata.

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