Perché dovresti affidarti a un (bravo) Business Coach
Nel contesto attuale, in cui l’incertezza la fa da padrona, una figura che ti può supportare concretamente nel business aziendale è cruciale. Personalmente credo nell’efficacia del Coaching quando questo è condotto da un vero professionista, che oltre alla metodologia ha anche le caratteristiche personologiche giuste per accompagnare il coachee nel suo percorso.
Non è un caso se, come collaboratore Clever, ho scelto una fuoriclasse: Federica De Vecchi, Business Coach con esperienza in contesti multinazionali complessi, con cui ho il piacere di lavorare da diversi anni.
Chi, meglio di lei, può spiegarci che cos’è un Business Coach e quali benefici porta alle aziende? Ho quindi deciso di farle tre domande e ho raccolto le sue risposte in questo articolo, che sono sicuro sarà di interesse per chi vuole saperne di più sulla materia.
M: Federica, puoi dirci in concreto cosa significa per te Business Coaching?
F: Per me, Business Coaching significa educazione attiva: vuol dire rendere consapevole una persona di poter lavorare meglio, più motivata e sicura di sé.
Tramite il Business Coaching ogni persona è stimolata a dare il meglio mentre compie il suo lavoro, convinta che il modo di agire programmato con il coach sia il più efficace ed efficiente nel suo interesse e in quello dell’azienda.
Il Coaching dà i suoi frutti migliori nel tempo, perché supporta e aiuta nel raggiungimento del successo, condividendo tecniche da usare in futuro. Produce un aumento di competenze immediato, al termine del ciclo di sessioni individuali, per poi innalzare il livello di miglioramento nei mesi successivi. Questo perché la persona è assistita per mettere in pratica con impegno, ogni giorno, le conoscenze ricevute.
Grazie al coaching, il manager è portato a condividere in azienda visione, missione, valori e strategie aziendali, perché vede valorizzato il proprio potenziale.
M: Come funziona in concreto il Business Coaching e quali strumenti utilizza?
F: Funziona attraverso un focus pratico: il coach aiuta il coachee ad individuare un obiettivo concreto, che soddisfi le sue vere esigenze, e lo supporta nello sviluppare il piano d’azione grazie al quale potrà raggiungere l’obiettivo nella modalità più adatta alle sue caratteristiche. I tre strumenti linguistici di un bravo coach sono: l’ascolto attivo, le domande potenti e il feedback. Il coach non prescrive cure, non dà consigli, non suggerisce strategie, ma stimola il coachee a trovare autonomamente risposte e soluzioni.
Si tratta di una completa equità di ruolo, una partnership tra eguali. Il coach e il coachee sono sullo stesso livello, e sono entrambi esperti: mentre il primo è esperto del metodo, il secondo è l’esperto della propria situazione.
M: Come si riconosce un bravo Business Coach?
Ci sono alcuni indicatori “hard”, come le certificazioni, il curriculum, le recensioni/feedback ricevuti. II network su LinkedIn può darti un altro elemento di valutazione: sono convinta che come Business Coach sia importante avere connessioni in linea con le “competenze” e categorie con cui si va a vendere. Per esempio ad oggi, soprattutto in questo momento storico, non puoi non conoscere le novità e le tendenze del digital. Nel pratico: se il tuo coachee imprenditore si trova a riconvertire il business sul digital e dice delle cose non corrette, o non allineate sulle tendenze, è doveroso fare delle domande di verifica. Ma se non sei “sul pezzo” come puoi farle?
Un altro aspetto importante da considerare è quanto ampio è la cassetta degli attrezzi da cui può attingere il coach: se volessi valutare un Business Coach gli chiederei nel dettaglio che strumenti ha utilizzato con altri clienti, quali modelli, e perché ha ritenuto opportuno utilizzarli. E’ facile trovare e avere tutti “gli strumenti”, poi però bisogna usare “la chiave “ giusta per ogni situazione ;-)
Per ultimo, ma per questo non meno importante, la responsabilità: il coach è responsabile di agevolare il raggiungimento degli obiettivi del coachee attraverso l’utilizzo efficace degli strumenti a sua disposizione. Il coachee è invece responsabile del raggiungimento dell’obiettivo, attraverso il proprio impegno a svolgere le attività concordate.
I coach si devono rendere conto, ripeto, soprattutto in questo momento storico, dell’investimento che sta facendo il coachee. Del fatto che dalle azioni del coachee che abbiamo di fronte dipendono, oggi più che mai, famiglie ed un ecosistema che non si ferma al “target”.
Quindi per sintetizzare: curriculum e referenze, network in cui è inserito, cassetta degli attrezzi e responsabilità.