Perché funziona lo spezzatino  formativo

Perché funziona lo spezzatino formativo

Perché il nuovo modello formativo in azienda (meno ore al giorno spalmate su un periodo più lungo) sta ottenendo così tanti risultati?

Può la formazione diventare supporto concreto per le attività lavorative?

Certamente la formazione in azienda (e in generale) è fortemente cambiata dopo la pandemia.

E i casi di successo di questo modello iniziano ad emergere, come ho scritto in merito al progetto formativo del Gruppo Mutti.

La formazione vecchio stampo: solo numeri

Veniamo da anni di formazione dove il numero faceva la differenza.

Più ore ci formiamo, più siamo bravi, più persone partecipano, più il corso è ben riuscito.

La realtà tuttavia, il più delle volte dimostrava qualcosa di diverso.

Non tutti i partecipanti erano interessati allo stesso modo ai temi formativi e anche per i più interessati la pesantezza delle ore formative, anche se con docenti validi, si trasformava in stress per la routine lavorativa che si stava lasciando da parte per seguire corsi che richiedevano la presenza di una o più giornate intere.

La nuova formazione: non è solo questione di online

Poi (anche grazie agli obblighi dovuti alla pandemia) si scopre che si può fare formazione in modo differente, anche se chi fa davvero supporto formativo e consulenziale alle aziende se ne era già accorto da tempo.

Si scopre che anche online buona parte dei corsi funzionano e addirittura per certe tipologie formative, la versione online è qualitativamente molto più efficace.

Poi si torna alla normalità (o quasi, visti i dati odierni) e la tentazione di tornare alla versione classica è forte (per abitudine, pigrizia mentale, perché "si è sempre fatto così" ecc.)

E invece, accade qualcosa di diverso.

Step di 2 ore alla volta: le motivazioni

Sono i dipendenti stessi che chiedono di continuare la modalità "spezzatino": massimo 2 ore a formazione, ma spalmate su più settimane.

Quello che però più mi ha sorpreso parlando con i responsabili formazione, risorse umane o con chi aveva organizzato il corso per le proprie finalità, sono le motivazioni:

"così quelle 2 ore lavoro sul serio su quanto appreso"
"posso verificare se ho capito davvero"
"combatto la mia pigrizia nel cercare soluzioni più adatte"

Ecco quest'ultima frase mi ha colpito particolarmente.

In un mondo in cui ogni informazione teoricamente è alla nostra portata, abbiamo bisogno di qualcuno che ci spinga a trovare nuove soluzioni, a farci un sintesi su alcuni temi per darci una spinta che altrimenti non riusciremmo ad avere, subissati "dal fare quotidiano".

Da semplice formazione a consulenza e accompagnamento

Io sono anni che porto avanti questa modalità formativa che grazie ai temi che seguo (marketing, comunicazione, vendite) si trasforma spesso in consulenza e accompagnamento.

Ma credo che sia una modalità che oggi può essere utilizzata per tante altre discipline, anche perché i fondi interaziendali permettono di ottenere tutto questo a costo zero per le aziende.

Cosa ne pensate?

Attendo curioso i vostri commenti!

Federico Chiavassa

Sales, marketing and communication presso Ageon s.r.l.

2 anni

La mancanza di personale e l'aumento dell'attività rendono la formazione un'attività "extra". Al punto che le aziende troppo spesso non usufruiscono (o non conoscono neppure) della formazione finanziata. Un'opportunità di crescita per il personale e l'azienda, attraverso un risparmio economico ingente.

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