Perché spesso il conto economico dei negozi è difficile da sostenere?
E’ sempre più difficile arrivare al punto di equilibrio di un conto economico di un negozio, ovvero i ricavi da raggiungere per essere in pareggio, al di sopra dei quali si inizia a guadagnare e al di sotto si perde.
Se non si incassa la prima riga del conto economico, ossia lo scontrinato lordo, è più problematico raggiungere via via i vari livelli di margine.
Manca l’affluenza ai negozi. Il cliente si è intristito a causa della diminuzione del potere d’acquisto.
Per favorire lo shopping si ricorre spesso alla promozione a sconto, abbattendo ancora di più il margine di ricavo.
Presentandosi sempre in sconto, anche i saldi perdono la loro efficacia e il calendario commerciale legato alle stagioni e alle ricorrenze, non è più così importante per il cliente.
Inoltre, la sponsorizzazione del second-hand, come nuova tendenza, invita i consumatori a fare scelte diverse.
Risultato: negozi con nuove collezioni che fanno fatica a decollare con le vendite in stagione e magazzini che fanno fatica a svuotarsi.
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In questo delicato periodo, vi sono delle regole imprescindibili per tutti i commercianti al dettaglio che rimangono le certezze acquisite in passato:
Il ricarico sul costo va applicato con piena consapevolezza del prodotto e deve essere equilibrato (forza del brand, desiderabilità, concorrenza, percezione).
Bisogna evitare di appesantire il magazzino, facendo gli acquisti anche sulla base dei tabulati estratti dal gestionale che indicano quali prodotti si vendono di più e quali di meno
E’ opportuno e conveniente gestire il magazzino (carico, scarico, analisi delle vendite, inventario periodico) e fare analisi puntuali sui venduti focalizzandosi sugli articoli continuativi che sono una sicurezza e che richiamano clienti fidelizzati.
Bisogna intervenire sulla “merce pericolosa” ossia quella merce che già ad inizio stagione non incontra il favore del cliente; è inutile trascinarla ai saldi è necessario abbattere questo stock con un boil down in stagione aggredendo il prezzo. Più tardi si interviene più ci costerà in svalutazioni.
Inoltre, il commerciante al dettaglio deve far fronte ai costi fissi, come per esempio l’affitto, le utenze, le tasse comunali, le spese relative all’amministrazione, il software, l’assicurazione e, se ha dei collaboratori, anche i costi dei dipendenti per i quali deve sostenere i suoi contributi previdenziali e corrispondere le imposte.
Oggigiorno chi si trova a gestire una catena retail, deve seriamente considerare l’incidenza dei costi fissi e variabili su un obiettivo di fatturato che diventa sempre più difficile da raggiungere.
Senior Store Manager Coin Flagship Roma San Giovanni
2 mesiConcordo Rita