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E’ di recente attualità la questione sollevata, al Parlamento Europeo, sulle nuove esigenze del diritto di autore nella era digitale.

La normativa in questione risale al 2001, anno in cui, per la prima volta, in Europa, si è adottata, una direttiva sul copyright.

Quattro sono stati i nodi fondamentali da sciogliere, per rinnovare e aggiornare il diritto d’autore, il primo dei quali ha toccato il fenomeno del cosiddetto GEOBLOCKING: con tale definizione, si indicano i casi in cui gli utenti si vedono negato l’accesso ad alcuni servizi di contenuti, esclusivamente per ragioni geografiche. Per gli eurodeputati queste pratiche, cito, “non dovrebbero impedire alle minoranze culturali, che vivono negli Stati Membri, di accedere a dei contenuti o servizi, disponibili nella loro lingua”.

L’obiettivo, dunque, deve diventare il perfezionamento dell’accesso ai contenuti online, a livello “transfrontaliero”, riconoscendo altresì, però, l’importanza del principio di territorialità dei diritti di autore, gestiti singolarmente da ogni paese.

Altri due punti del dibattito, hanno riguardato la creazione di un mercato unico digitale, che recasse regole uniformi e il quarto e ultimo, la messa a punto di eccezioni e limitazioni del diritto di autore. 


Altrettanto degna di attenzione, è stata la questione di cui si è fatto paladino e portavoce il commissario Günther Oettinger, che ha assunto online, l’epiteto di “Freedom of Panorama, la possibilità, in sostanza, nonché la libertà, appunto, di fotografare e condividere liberamente, immagini di edifici e monumenti di diversi luoghi nel mondo. Oettinger stesso ha ritenuto inammissibile comprimere tale libertà, perché si andrebbe a limitare di conseguenza il diritto di autore stesso.

A tale teoria si è però opposto, l’eurodeputato francese, Jean Marie Cavada, proponendo un emendamento circa la necessità di una preventiva autorizzazione del titolare del diritto, per la riproduzione commerciale delle immagini in questione. La verità è che questo atteggiamento rischierebbe di scatenare veri e lunghi dibattiti, di non facile soluzione, circa il confine tra uso commerciale e non, di una foto, nell’era dei social media: caricando una foto, per esempio su Facebook, l’utente, pur non attuando una pratica commerciale, in realtà, per le policy del servizio, cede l’uso commerciale delle immagini postate.

Ne scaturirebbe un onere, in capo a ogni singolo utente, di verificare la “libertà” o la “protezione” del contenuto pubblicato!

L’eurodeputato Julia Reda, resasi conto della enorme difficoltà di gestione delle eventuali questioni, che potrebbero insorgere, ha appoggiato il mantenimento della libertà di fotografare, senza alcuna limitazione, raccogliendo più di 283.000 firme tramite Change.org, ma anche, enunciando la necessità di creare delle eccezioni; chi meglio di lei può capire la portata e l’importanza di questa libertà, conoscendo realtà come quella del Belgio, in cui tale libertà è limitata: infatti, sulla pagina Wikipedia, dell’Atomium di Bruxelles, appare una replica e non la foto originale, del monumento.

L’unico invito, che rimane da fare, entra in pieno gergo televisivo e musicale e ben si integra in questo contesto: STAY TUNED……

                                                                                                   Riproduzione Riservata

Avv. Raffaella Aghemo

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